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Fringe, la nuova creatura di J.J. Abrams arriva su Sci-Fi (Steel)

Il dopo- “Lost” di J.J. Abrams ha già un nome: “Fringe”, che debutta domani da noi sul digitale terrestre Mediaset Premium, per la precisione Sci-Fi di Steel, alle 21, nell’attesa di vederlo su Italia 1 nella prossima stagione (intanto qui trovate la sua gallery).Che cos’è “Fringe”? Presentato come l’erede di “X-Files” (ed infatti la Fox,

30 Gennaio 2009 15:38

TvBlog Awards 2009

Fringe Il dopo- “Lost” di J.J. Abrams ha già un nome: “Fringe”, che debutta domani da noi sul digitale terrestre Mediaset Premium, per la precisione Sci-Fi di Steel, alle 21, nell’attesa di vederlo su Italia 1 nella prossima stagione (intanto qui trovate la sua gallery).

Che cos’è “Fringe”? Presentato come l’erede di “X-Files” (ed infatti la Fox, che ora lo trasmette, aveva chiesto al regista/autore un prodotto simile al cult sci-fi degli anni ’90), è uno show ancora adesso in evoluzione, che ha appena iniziato a gettare le basi per un futuro successo.

Fin dal pilot -della durata di due ore e costato ben 10 milioni di dollari, qui la gallery- si vede l’impronta di Abrams: il ritrovamento di un aereo (ormai il suo portafortuna) con a bordo tutti i passeggeri ed equipaggio morti è la prima indagine dell’agente Olivia Dunham (Anna Torv), che la porterà ad indagare d’ora in poi nell’ambito della cosiddetta “fringe science”, ovvero lì dove la scienza è ai limiti del paranormale.

Per farlo, necessita però di qualcuno che ne sappia più di lei a proposito, ovvero Walter Bishop (John Noble), genio della scienza rinchiuso da anni in un manicomio per aver dato di matto a causa delle scoperte da lui fatte. Riportarlo alla vita di tutti i giorni sarà possibile solo con l’approvazione ed aiuto del figlio Peter (Joshua Jackson: Pacey di “Dawson’s Creek” è cresciuto), un giramondo che aveva rotto ogni tipo di contatto col padre.

Come promesso dall’autore poco prima della messa in onda della serie, in “Fringe” non c’è la necessità di seguire tutti gli episodi per capire l’intero arco narrativo: i casi di puntata di concludono durante i 50 minuti dell’episodio -insieme a “Dollhouse”, di prossima uscita, questo telefilm sperimenta la nuova stategia della Fox di allungare le trame e riposizionare gli spot- e, un po’ come avviene in “Dr. House”, qua e là viene poggiato un mattone per costruire il muro di una linea gialla vera e propria, costituita da un cosiddetto “schema”, in cui i tre protagonisti si troveranno coinvolti sempre di più.

In questa prospettiva, il cast si allarga, ed oltre ai tre già citati troviamo anche Lance Reddick (l’Abaddon di “Lost”) nel ruolo di Phillip Broyles, capo di Olivia, e Blair Brown (“Dogville”) sarà Nina Sharp, a capo della Promotheus Corp., alla quale, guarda caso, i protagonisti dovranno fare spesso riferimento.

Ogni puntata ha una scena forte (alla larga chi ha lo stomaco debole), che coinvolge persone comuni. Il tutto viene condito da una regia molto ben curata (soprattutto nel pilot) e dall’attenzione ai dettagli che, come detto sopra, non renderanno “Fringe” un successo popolare immediato, ma un prodotto interessante per gli amanti dello sci-fi.

Chi ha amato “X-Files”, non ritroverà le atmosfere che hanno circondato Mulder e Scully, ma ne sarà affascinato, fin dalla sigla, dove i curiosi simboli che vengono mostrati (e che appaiono a volte anche a fine puntata) avranno un senso nel corso della serie.

In conclusione, “Fringe” è da tenere d’occhio: J.J. (che si avvale dell’aiuto di Alex Kurtzman e Roberto Orci, al lavoro su “Transformers”) potrebbe aver fatto di nuovo centro.


Fringe
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