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Voyager, diretta 11 dicembre 2015: Napoli, il Vesuvio e i misteri della città

Roberto Giacobbo e Voyager ci portano a Napoli, per scoprire i misteri della città partenopea: il Vesuvio, l’abbazia di Montevergine, i tunnel sotterranei e tanti altri affascinanti racconti.

pubblicato 11 Dicembre 2015 aggiornato 9 Novembre 2020 16:30

  • 21.03

    Dopo l’immarcescibile LOL;-), del quale continuiamo a chiederci l’utilità, comincerà la seconda puntata di Voyager con Roberto Giacobbo.

  • 21.18

    Una visione notturna di Napoli e del Vesuvio: “dobbiamo cominciare da Milano”. Perché? Perché a Milano è conservato un affresco salvato da Pompei dove il Vesuvio non è rappresentato.

  • 21.20

    Il panorama che è stato raffigurato in questo affresco non mostra il Vesuvio. Quindi il vulcano non c’era, probabilmente, ma si è formato in seguito. Un dubbio lontano, un’immagine che sembra presentarci quasi un Vesuvio diverso, dice Giacobbo.

  • 21.23

    Scopriremo quindi tanti altri misteri di Napoli, una città da sempre considerata affascinante e ricca di segreti mai svelati. (Il mistero dei Babbi Natale no?)

  • 21.25

    Napoli, l’antica Partenope, prende nome da una dea. Queste “leggende” attorno alla città sono state prese molto sul serio in passato: intorno al 1300, un terremoto minacciava Napoli. Castel Dell’Ovo, da dove parte questa puntata di Voyager, custodisce un misterioso uovo mai visto che dovrebbe essere il migliore talismano contro le sfortune.

  • 21.27

    Napoli è anche considerata una “città di sotto” perché ricchissima dal punto di vista geologico. La Napoli ipogea è celebre, è stata scavata a lungo per la ricchezza dei materiali. I sotterranei di Napoli si rifanno a Ferdinando II, epoca 1800, sotto il regno dei Borbone.

  • 21.29

    Meritano le latrine dei rifugi antiaereo della II Guerra Mondiale.

  • 2130

    Molte zone della Napoli Ipogea, aperte al pubblico, sono state utilizzate in passato come deposito giudiziario di veicoli.

  • 21.31

    Giacobbo ci porta in una zona non esplorata dei sotterranei di Napoli, meno accessibile ai visitatori, per arrivare ad una cisterna bellissima vista da sotto. Veniva utilizzata dai “pozzari” per la manutenzione. La Cisterna delle Quattro Croci, però, è completamente diversa come ambiente e come livello del terreno, ed è lì che Giacobbo ci porta.

  • 21.35

    Il percorso si chiama “Le vie della memoria”: ad un certo punto si trova l’acqua illuminata di verde. Splendida visione.

  • 21.38

    La cosa si fa ancora più profonda (guai a soffrire di claustrofobia): si navigherà con le zattere sottoterra, sulle acque. Il Caronte napoletano traghetterà nell’ex galleria della via tramviaria realizzata per Italia 90, mai completata poi allagatasi naturalmente. L’acqua arriva a 3 metri di altezza.

  • 21.42

    Navigando navigando si arriva ad uno slargo quadrato: sopra la testa di Giacobbo e di Caronte napoletano c’è la centralissima Piazza del Plebiscito. Per fare impressione, fa impressione. Primo stacco pubblicitario.

  • 21.48

    Nella chiesa di San Giorgio Maggiore di Napoli si nasconde un mistero. Giacobbo spegne persino il cellulare per entrare in una delle chiese più antiche di tutta Napoli: dietro l’altare maggiore, in alto, c’è un quadro grandissimo (40 metri quadri) che raffigura San Giorgio che uccide il drago. È una tela del 1757. Ma davvero c’è un quadro nascosto sotto questa tela?

  • 21.52

    È possibile “staccare” il quadro dalla parete con una manovella: sotto c’è un altro San Giorgio raffigurato come sempre nell’uccisione del drago. (Giacobbo suggerisce di chiedere di Andrea, il sacrestano, per avere il permesso di vedere il secondo dipinto. Andrea, se ci leggi: aspettaci, veniamo a Napoli presto)

  • 21.55

    Natale, tempo di Mariah Carey: ma soprattutto di mercatini e San Gregorio Armeno. Ma nel chiostro della Chiesa di Santa Maria Nova, è custodito il segreto di una storia fantastica. Addirittura Frankenstein, che Mary Shelley concepì mentalmente proprio a Napoli.

  • 21.57

    Con Paolo Barbuto de Il Mattino di Napoli, il quotidiano della città, si indaga sul segreto: il conte Dracula è sepolto a Napoli? Secondo alcune fonti sì: la figlia di Vlad Tepes l’Impalatore, che ispirò il personaggio di Dracula, fu adottata e portata a Napoli da bambina dove sposò poi un nobile locale della famiglia Ferrillo.

  • 21.59

    Un punto della tomba emana un calore esagerato ed incomprensibile per la scienza. Gli appassionati e studiosi hanno provato a inserire una telecamera particolare per “spiare la tomba”, ma mancano ancora i permessi. Si parla addirittura di una croce di Satana, non si Cristo, che indicherebbe quella come tomba di Vlad Tepes. Ma ovviamente, nessuno concede l’apertura della tomba.

  • 22.01

    Napoli ha un rapporto particolare con la morte, come al cimitero delle Fontanelle dove ci sarebbe una fossa comune con 8 milioni di corpi, stando a fonti dell’800. A Parigi invece ce n’è uno da 6 milioni. Giacobbo a Parigi c’è stato, e nell’ossario molte delle ossa sono impilate in ordine.

  • 22.04

    Il cimitero delle Fontanelle di Napoli è una ex cava che divenne tristemente sepolcro durante le grandi epidemie e carestie. La tradizione voleva che ogni famiglia custodisse un teschio per buona fortuna, dopo il 1968 questa pratica è stata eliminata chiudendo l’ossario al pubblico.

  • 22.07

    Ci si sposta a Bagnoli, dietro la collina di Posillipo, dove si trova il tunnel dell’Imperatore: una costruzione fatta appositamente a volta per tirare su la muratura esterna. A quanto pare ci sarebbe anche un acquedotto da qualche parte all’esterno. “I romani erano pragmatici” conferma Giacobbo.

  • 22.12

    La lunga camminata di Giacobbo per scoprire cosa ci sia realmente: la Villa favolosa, una villa sfarzosa che fu costruita da uno degli uomini più ricchi dell’Impero Romano, un certo Publio Quinto Pollione (forse ho capito male), che era esattore delle tasse

  • 22.15

    Addirittura nella villa fu fatto costruire un teatro con vista sul mare. Assolutamente splendido il tramonto che si vede.

  • 22.15

    Con il soprintendente ai beni archeologici della Campania, si mostrano alcuni marmi recuperati che di solito stanno al Museo nazionale di Napoli.

  • 22.20

    I veri tesori di Napoli, però, sono sott’acqua: il bradisismo fa sì che il terreno si alzi e si abbassi nel tempo, liberamente, seppellendo così moltissimi resti del passato. Giacobbo non può immergersi, ma i sub speleologi sì: quindi si sale in barca per vedere cosa stia nascondendo il mare.

  • 22.22

    Il canale tra la villa e la terraferma fu scavato in epoca romana, probabilmente, e poi si è riempito di acqua naturalmente.

  • 22.23

    Sulle due isole, unite da un lembo di terra, c’è una villa veramente meravigliosa dalla storia complessa: costruita nel 1874, viene definita la villa maledetta dai Napoletani per le “sfortune” dei numerosi proprietari che l’hanno avuta in gestione. Adesso è di proprietà della Regione Campania: speriamo bene…

  • 22.26

    I sub si immergono e comunicato con Giacobbo tramite un microfono speciale nelle mute: i due stanno attraversando una vasca, lo testimoniano anche le telecamere che portano sul capo. Certo la vista sott’acqua è spettacolare.

  • 22.30

    Ma anche sopra non scherza.

  • 22.31

    Per completare la curiosità, perché non fare un giro anche in elicottero? E parte lo spottone alla Guardia Costiera, che “ospita” Giacobbo e la troupe di Voyager per vedere Napoli dall’alto. Ma prima pubblicità.

  • 22.38

    “Eccolo ci siamo: sua maestà il Vesuvio!” Ed è veramente regale, poco ma sicuro.

  • 22.41

    Per non dire dei Campi Flegrei, della solfatara di Pozzuoli, e i 24 crateri meravigliosi, spenti o meno, che caratterizzano le colline attorno a Napoli.

  • 22.43

    Si torna sott’acqua per il Ninfo di Claudio, e per vedere come le bollicine dell’acqua testimonino l’attività del sottosuolo. Ci sono anche dei mosaici splendidi conservati sott’acqua, e mai toccati.

  • 22.44

    Impossibile resistere alla bellezza di Napoli vista dall’alto.

  • 22.45

    Una nuova storia: la villa romana del I secolo d.C. scoperta a Somma Vesuviana, che si crede sia la villa di Augusto. È sul versante nord del Vesuvio, sempre ritenuto poco interessante.

  • 22.49

    Gli studi e gli scavi sono cominciati negli anni Trenta, sotto il fascismo; adesso sono condotti da un professore dell’università di Tokyo, Aoyagi, e da un docente dell’università Suor Orsola Benincasa di Napoli. Oltre 2500mq di terreno sono già stati scavati: se fosse davvero questa, sarebbe una scoperta grandiosa. Pubblicità.

  • 22.59

    Per essere realmente la villa di Augusto, dovrebbe essere stata distrutta proprio nel 79 d.C, dopo l’eruzione di Pompei. Il grande imperatore morì nel 14 d.C. A quanto pare per ora si è scoperto solo l’ingresso monumentale con due grandi statue (una il Dioniso, l’altra una figura femminile) che sembrano indicare proprio l’era dell’Imperatore Augusto per le tecniche di costruzione.

  • 23.05

    AI primi scavi, i materiali che hanno conservato la villa non risultavano essere del 79, ma del 472 d.C.: un’eruzione di molto successiva, quindi, che confuta la possibilità che sia la Villa di Augusto. È comunque un monumento che può raccontare tanti altri pezzi di storia dopo il 79 dopo Cristo… ad esempio, perché costruire una villa in un territorio così devastato? Di questa zona non si sa molto, quindi è comunque una scoperta utile.

  • 23.09

    Questa cosa che Bacco fosse il simbolo del Vesuvio non me lo aveva detto nessuno. E io mi chiamo Arianna, ci campo da una vita con questa storia. Voglio giustizia.

  • 23.10

    Metri e metri di stratificazioni che hanno conservato splendidamente la villa. Ma il Vesuvio, ai tempi dell’eruzione del 24 agosto 79 d.C., era come lo conoscevamo oggi? (32 chilometri di colonna, una nube piroclastica incredibile). Ma la vita dopo l’eruzione, scomparve veramente per secoli?

  • 23.14

    Giacobbo sorvola il monte Somma, una parte della montagna, un vulcano più antico e dal cratere più ampio che contiene il Vesuvio stesso. Un rapido excursus sulle eruzioni del Vesuvio, di cui l’ultima nel 1944 dopo la liberazione della città da parte degli Americani.

  • 23.19

    Ed ecco che si sale sul Vesuvio con la vulcanologa. Giacobbo sembra in difficoltà fisica (il fiatone, Robe’!), eppure arriva a 1200 metri di altezza e ci tiene a dirci che l’aria è molto diversa: calda se arriva dal vulcano, fresca se invece il vento porta quella esterna.

  • 23.24

    La salita prosegue fino a 1281 metri, altezza massima del Vesuvio ad oggi (perché potrebbe cambiare in base ad un’eruzione). Ci si saluta con una ripresa dal basso del cratere “per apprezzarne la maestosità”. E dici poco…

  • 23.27

    Ma cosa accadde nell’eruzione del 1944? Ce lo spiega il direttore dell’Osservatorio dell’INGV: fu in parte esplosiva e in parte con delle colate di lava, e ha chiuso il ciclo eruttivo del Vesuvio iniziato con quella del 1600. E vai con un altro spottone all’INGV, con tanto di ansia per il controllo delle “misure” del vulcano tramite droni.

  • 23.31

    Ma torniamo il mitico dipinto mostrato in apertura di puntata: cosa si trova su questo affresco? Bacco coperto d’uva, e una montagna coperta di nubi che si è sempre pensato fosse il Vesuvio. Ma se invece fosse il Monte Somma? Eh? Se inveceee?!

  • 23.34

    Comincio anche a confondermi le date di tutta la serata. Mo’ mi gioco i numeri con la Smorfia, tanto per restare a tema.

  • 23.37

    Si finisce su un monte più alto del Vesuvio stesso, Montevergine, dove c’è il Santuario. Siamo in provincia di Avellino. Nel 1939 in questo santuario arrivarono due macchine. Scopriamo il mistero del tesoro: due cappellani di Re Vittorio Emanuele III portarono qualcosa da nascondere qui.

  • 23.41

    E vogliamo parlare del trono di Federico II? Ma non è quello il segreto! E nemmeno le spoglie di San Gennaro… “No! Ancora no!” dice Giacobbo.

  • 23.42

    L’altare ha fatto da contenitore ad una cassa… che non sappiamo cosa contenga. Giacobbo ci fa sudare. Per fortuna che l’abate ha concesso a Voyager l’ennesimo permesso di stasera per entrare nella parte riservata alla clausura.

  • 23.43

    Nella cappella del coretto, Giacobbo ci arriva sfiatato. La cassa era stata messa qui. Solo che “arov sta sta cass, Robbe’!”.. Sì va bene, i nazisti non la dovevano trovare, e nemmeno doveva essere distrutta dai bombardamenti.

  • 23.46

    Nella cassa c’era la Sindone, donata dall’Arcidiocesi di Torino. Verrebbe da dirgli che di Sindone ce ne sono molte, e quasi tutte ampiamente dimostrate come false, ma non distruggiamo il pathos del momento. (Naturalmente è una copia).La sindone fu custodita fino al 1946, quando i monaci chiesero l’ostensione: solo 3 ore, la più breve della storia, e l’unica fuori da Torino.

  • 23.48

    Giacobbo ci saluta da Napoli. Appuntamento alla prossima settimana!

Roberto Giacobbo è Voyager e Voyager non sarebbe lo stesso senza Giacobbo e i suoi continui “misteri” da svelare. Ne andrebbe della community, dei fedelissimi su Twitter e soprattutto della visionarietà, più che visibilità, della trasmissione.

Nella seconda puntata della nuova stagione, che scopre i segreti più o meno nascosti della città di Napoli, il conduttore non si separa mai dal fedele cameraman Marco della troupe che non perdona, né tantomeno dal suo fedele giubbotto blu da dipendente statale.

Napoli è di una bellezza incredibile da ogni lato la si guardi, dalle viscere dell’ipogea assolutamente da visitare (e solo il genio napoletano poteva piazzare un deposito giudiziario nei cunicoli della città) fino agli spettacolari voli dall’alto, tra elicotteri e droni strategicamente comandati. Questo è un inno quasi di rispetto alla città dominata dal Vesuvio, affascinante motore di molte leggende partenopee.

Peccato che non si senta l’amore e l’immersione totale nella vitalità napoletana. Se possiamo imputare a Roberto Giacobbo un difetto, di certo è il racconto slegato in più parti e spesso rabberciato per far quadrare la situazione, nonostante il tentativo di approccio scientifico. Ma anche la continua ricerca di suspense tende ad annoiare, come se ad ogni angolo si nascondesse chissà quale rivelazione. Certe volte, un vulcano è solo un vulcano.

Voyager, diretta 11 dicembre 2015: il live minuto per minuto

Voyager – Ai confini della conoscenza è il programma condotto da Roberto Giacobbo, giunto alla 27esima serie: va in onda ogni venerdì alle ore 21:20 su Rai 2. Quella di stasera 11 dicembre 2015 è la seconda puntata di questa nuova edizione.

Voyager | Puntata 4 dicembre 2015 | Anticipazioni

Voyager indagherà sulla storia di Napoli e su cosa osservavano realmente gli antichi Romani guardando il Vesuvio: è possibile che la montagna che oggi noi vediamo sullo sfondo di Napoli non esistesse e che i romani non fossero coscienti di trovarsi accanto ad un vulcano attivo e pericoloso? Al posto della vetta del vulcano, che oggi raggiunge i 1300 metri, c’era probabilmente una caldera, una depressione vulcanica pronta ad esplodere: ciò sembra essere raccontato da un affresco proveniente da Pompei.

Ma i misteri di Napoli non finiscono qui: cosa fu nascosto di tanto importante per la Cristianità nell’abbazia di Montevergine? Nel 1939, due auto arrivarono davanti al monastero e degli uomini scaricarono una cassa di legno che venne nascosta a tutti, anche ai nazisti che la cercavano, per sette anni sotto un altare nella chiesa dove i frati pregavano di notte. Solo nel 1946 si conoscerà la sua storia.

Le indagini su Napoli ci porteranno poi a curiosare nelle gallerie e nei tunnel che attraversano la città, a scoprire il mistero legato alla Chiesa di San Giorgio Maggiore, e soprattutto… Frankenstein, Dracula, Cenerentola: cosa c’entrano con Napoli?

Voyager | Dove vederlo

La seconda puntata della nuova edizione di Voyager andrà in onda questa sera, a partire dalle ore 21:20, su Rai 2. La puntata sarà disponibile anche in streaming sul portale Rai.tv. Successivamente, la puntata sarà visibile per intero sempre sul sito Rai.tv, nella sezione Rai Replay.

Voyager | Second screen

Voyager è presente sul web con il sito ufficiale del programma.

La trasmissione condotta da Roberto Giacobbo si può trovare anche su Facebook grazie ad una pagina ufficiale.

Voyager si può commentare anche su Twitter con l’hashtag #voyager.

Per quanto riguarda il liveblogging, invece, l’appuntamento è su TvBlog, magazine di Blogo, a partire dalle ore 21:20.