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Limitless, non basta una pillola per nascondere un poliziesco standard

Limitless, la serie tv della Cbs, sfrutta la trama della pillola che permette al protagonista di diventare super intelligente, ma questo non basta a dare al poliziesco una trama davvero innovativa

pubblicato 22 Settembre 2015 aggiornato 2 Settembre 2020 10:29

E’ ormai una norma trarre serie tv da film di successo: non stupisce, quindi, che oltre alla Fox ed a Minority Report, la Cbs abbia deciso di realizzare uno show tratto da Limitless, pellicola di quattro anni fa, tratta dal romanzo “Territori oscuri” di Alan Glynn.

Si tratta, però, non di un remake, ma di un sequel del film, che segue le vicende della droga Ntz che, sul grande schermo, aveva reso il protagonista Edward Morra (Bradley Cooper) più efficiente di qualsiasi altra persona, traendone vantaggio ma anche qualche guaio.

Succede lo stesso nel pilot del telefilm, che ricalca in parte la trama del film: Brian Finch (Jake McDorman) è un giovane che nella vita non ha ancora deciso chi vuole diventare: mentre i suoi amici hanno abbandonato gli hobby che condividevano con lui per dedicarsi al lavoro e fare carriera, lui suona ancora in qualche locale ed, in famiglia, viene visto come la pecora nera.

Quando il padre (Ron Rifkin, Brothers and sisters) accusa un malore e viene ricoverato, Brian decide che è il momento di mettere la testa a posto, e va a lavorare come stagista in un’importante azienda, dove incontra il vecchio amico Eli (Arjun Gupta), ora impiegato di successo. Per aiutare Brian a chiarirsi le idee, Eli gli passa una pillola di Nzt, la stessa droga che, nel film, permetteva ad Edward di amplificare le proprie abilità. Lo stesso accade per Brian: in poche ore, svolge il lavoro per cui era stato assunto, scoprendo che il proprio cervello riesce a svolgere mansioni ed a ricordare cose che neanche lui sapeva di conoscere.

La Nzt, però, è pur sempre una droga, e Brian ne vuole ancora, per sfruttare al meglio le sue potenzialità e, magari, scoprire anche di cosa soffra il padre. Senza spoilerarvi troppo, si ritrova così al centro di un caso su cui sta indagando la polizia di New York, ed in particolare la detective Rebecca Harris (Jennifer Carpenter, Dexter) ed il collega Boyle (Hill Harper). Rebecca vede in Brian qualcosa di particolare ed, in cambio di nuove dosi dell’Nzt, gli propone di collaborare con l’FBi sui casi più difficili da risolvere, mentre la polizia potrà verificare gli effetti di questa droga, i cui effetti collaterali non sembrano toccare il protagonista.

Limitless è un sequel del film grazie alla presenza di Cooper, anche produttore della serie tv, che riprende in panni di Edward, ora candidato alla Presidenza degli Stati Uniti, e che contatta Brian per aiutarlo in alcune sue questioni. La presenza dell’attore permette così allo show di avere una connessione con il film ed al tempo stesso di avere tra i personaggi ricorrenti un attore molto richiesto da Hollywood. Ma Limitless, sotto il filtro adrenalinico con cui si presenta al pubblico, altro non è che un poliziesco.

Sebbene la regia del pilot, che cura molto il ritmo delle scene, rendendo il pubblico quasi partecipe degli effetti della droga sul protagonista (con un uso particolare della fotografia, con colori caldi nelle scene che mostrano il punto di vista di Brian e più freddi quando lo si vede con gli occhi dei normali cittadini), tende a rendere il telefilm un thriller ben realizzato, è nel finale che viene a calare l’effetto novità.

Nel momento in cui Rebecca propone a Brian di collaborare con l’Fbi in cambio della famosa pasticca, per quanto originale sia lo scambio, ci troviamo di fronte ad un’impostazione narrativa che preannuncia la classica collaborazione tra poliziotto e civile dotato di qualità particolari senza cui non sarebbe possibile risolvere i casi su cui la polizia deve lavorare. Uno schema che abbiamo già visto in altre serie tv e che un po’ delude: se il resto della puntata racconta la fuga del protagonista e l’utilizzo della droga a scopi personali, la curiosità cala quando la sceneggiatura si riduce a poliziesco.

Certo, la storyline legata a Morra non si esaurisce nel pilot (Cooper comparirà in altri episodi), ma pare che Limitless voglia puntare soprattutto sui casi da risolvere attraverso i “poteri” di Brian, riprendendo un formato che, dalle serie tv con supereroi a quelle con personaggi dotati di spirito di osservazione, si è già visto.

Il punto forte di Limitless (che nel cast vede anche Blair BrownFringe– nei panni della madre del protagonista), ovvero il racconto degli effetti di una droga da un punto di vista fantascientifico ma non troppo, rischia di limitarsi a vantaggio di una storyline che favorisca quel pubblico che non può seguire tutti gli episodi dello show, riducendo così il telefilm ad un poliziesco che, senza la sua pillola, non offre nulla di nuovo.