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Servizio Pubblico – La prima puntata in liveblogging su TvBlog

Segui su TvBlog la prima puntata di “Servizio pubblico”, il nuovo progetto di Michele Santoro

pubblicato 3 Novembre 2011 aggiornato 5 Settembre 2020 02:14


Servizio pubblico – Prima puntata
Servizio pubblico - Prima puntata
Servizio pubblico - Prima puntata
Servizio pubblico - Prima puntata
Servizio pubblico - Prima puntata

Michele Santoro ritorna fra pochi minti: il 3 novembre 2011 parte la l’avventura di Servizio Pubblico. E diciamolo subito: questa sera si segna un punto di non ritorno per la storia della comunicazione, dell’informazione e della tv italiana. Un punto che Michele Santoro, vecchia volpe del mondo della comunicazione, aveva già abbozzato con Raiperunanotte (e poi con Tuttiinpiedi, e che da questa sera si concretizza definitivamente. E la tv generalista, anche se fa finta di no, trema.

Il contesto socio-politico-culturale nostrano e la situazione del servizio pubblico con le minuscole, ovvero la Rai, hanno fornito a Michele Santoro un’occasione d’oro. E lui non se l’è di certo lasciata scappare. Come vedere Servizio Pubblico? Ecco l’elenco di siti, canali del dtt e del satellite che lo trasmettono.

Anteprima


21:’05: si ricomincia da dove si era lasciato. Un monologo di Michele Santoro (dopo il countdown e un paio di riff di Vasco Rossi) che inizia invocando Enzo Biagi, Montanelli, Monicelli. Dichiara che questa è una rivoluzione. Nega l’etichetta di martire o guru che in molti gli hanno affibiato (che faccia il guru o si atteggi a tale è un fatto, non c’è mica nulla di male).


Dopo Santoro, che mantiene toni decisamente pacati, tocca a Marco Travaglio: la «balla della settimana» è il modo in cui i mezzi di informazione legati al premier hanno trattato la notizia del magistrato Ingroia che si è definito «partigiano» ed è stato, per questo, mediaticamente massacrato.

Poi parte un rvm con Valter Lavitola e le telefonate ricostruite con attori. Come si faceva “una volta”. Quindi, senza aspettar orari improbabili, le vignette di Vauro. Un’anteprima. Appare su una delle impalcature della scenografia, Vauro. Con tanto di saio e cappuccio, nei panni di “padre indignazione. E la vignetta più dura la dedica a Mauro Masi.


Primo blocco


Quello che si è visto era una specie di menù, nemmeno l’antipasto. Ora si comincia sul serio. Con un lungo RVM di Luca Bertazzoni, che va al convegno dei Responsabili (con inquietanti derive pseudofasciste, pare), che racconta la compravendita dei parlamentari e poi si occupa di Scajola. Il tutto introdotto da un desolante quadretto fatto di sbadigli, chiacchiere, distrazione e votazioni (filmato direttamente in parlamento) e contrappuntato da Valter Lavitola.

21:42 inizia il “talk”. Santoro presenta De Magistris e Della Valle ma prima lancia l’analisi di Paolo Mieli.


Il pensiero di Della Valle è contorto come una supercazzola come se fosse antani. E si racchiude nel «cambiamento che non deve cambiare tutto», o qualcosa del genere. E poi, è vestito come da Crozza.

De Magistris, invece, ha le idee un po’ più chiare e le espone senza troppe esitazioni. Apprezzabile, in particolare, il discorso che cerca di scardinare i venti dell’antipolitica e che, invece, si focalizza sulla necessità della politica buona e virtuosa. Poi tocca a Maria Pia Pizzolante, dei Draghi Ribelli, che ha un sacco da dire sui giovani, e lo dice in fretta. Infine, prima della pubblicità, Santoro attraverso Giulia Innocenzi lancia un’interazione con Facebook.



Secondo blocco


Monologo di Travaglio. Sui costi della casta. Chi l’avrebbe mai detto. Nel monologo, il vicedirettore del Fatto quotidiano finge di essere un senatore che parli in prima persona di tutte le storture tipiche dell’esser senatori. Dal menù della bouvette alle olgettine dismesse dal premier, dall’arrotondamento con altri mestieri all’air-force-nano (lo ripete due volte, Travaglio). C’è troppo. E non ci sono i piani d’ascolto di Belpietro o La Russa indignati.

Il finale è ottimo: «Mia madre pensa ancora che io faccia il mafioso». Ma 15 minuti di monologo, anche se sei Marco Travaglio e anche se lo spunto è buono, sono troppi.

Franco Bechis è l’unica voce fuori dal coro. Domanda a De Magistris (buona, sulle nomine alle municipalizzate), De Magistris risponde. Ci sarebbe la “seconda domanda” da fare. Ma la scaletta impone altro: Luisella Costamagna si rivolge a Della Valle. Gli chiede cosa ci sia scritto (citando Crozza) sul suo «foglio del come». Poi paragona la pagina di giornale comprata ai videomessaggi di Berlusconi. E cerca di aprire il vaso di Pandora degli imprenditori-salvatori-della-patria. Buona domanda anche qui.
Il foglio del come, Della Valle, non lo dira mica fuori. E comunque, se fai rispondere qualcuno e non consenti al giornalista di fare la “seconda domanda”, in un talk, cosa speri di ottenere?


Giulia Innocenzi sorride parlando di numeri: 120mila persone che guardano lo streaming solo su Facebook e il sito del Fatto. Oltre 40mila voti al sondaggio e il 96% dei voti per il Governo che se ne deve andare. Non è certo una sorpresa.

Segue RVM sullo “strano caso” di Michele Pisacane e gentil consorte.


Il messaggio è chiaro. La politica italiana è marcia. Fino al midollo. Poi, nuova interazione con il pubblico a casa (via Facebook) questa volta sulle pensioni.


Terzo blocco

E’ il momento di Stella e Rizzo. Ma nel frattempo, non si può non rilevare che le domande “chiuse” dei sondaggi proposti dal programma contribuiscano banalmente a una narrazione manicheista della realtà. Una realtà binaria. Semplificata.
C’è un po’ di maretta – poca – quando Bechis rintuzza nuovamente De Magistris («Non c’era, in tutta la città, un uomo anticamorra che non fosse politico e del tuo partito»), ma non c’è tempo per approfondire: tocca a Giuseppe Arnone, consigliere comunale di Agrigento, che sta appollaiato su uno dei palchetti. E racconta un’altra storia d’ordinaria follia, sperpero, corruttela della politica italiana.

23:05: Santoro fa scopa con Mentana. Lavitola è anche live, oltre che via RVM.


L’RVM montato e mostrato a Lavitola in collegamento ricorda il Grande Fratello.
Santoro fa domande sui soldi. Ma la domanda definitiva su Lavitola è già stata fatta e andrebbe ribadita: «Chi è lei veramente»?
Perché Lavitola continua a dire «sono un po’ un fessacchioto».
Si comprenda il senso del paragone, per carità: ricorda Licio Gelli che veniva definito un «materassaio».


Il Lavitola ha preparato addirittura lo schemino. E si consente le battute («Avrei preferito fare una colletta fra tutti i faccendieri del mondo a 10 euro l’uno»).

Il collegamento con Lavitola è al limite del surreale. Del suo rapporto con il numero due dei servizi segreti dice che avevano insieme semplicemente alcuni interessi. Umanitari. Di Tarantini e Berlusconi dice cose. E chiude dicendo – l’aveva già detto da Mentana -: «Resto latitante».
Si chiude il collegamento senza aver raccontato, di fatto, alcunché.

E si passa la palla a Vanessa. Una gggiovane.


Una gggiovane che Santoro deve parafrasare. E poi tagliare. Per far spazio al sondaggio della Innocenzi: chi l’avrebbe mai detto? Il pubblico di Santoro è contrario all’innalzamento delle pensioni. Incredibile.

Della Valle prova a dire che i giovani devono protestare e i “vecchi” pensare a come fare. E Vanessa si riscatta attaccandolo. Della Valle: «La pensiamo uguale».
Vanessa: «No, non la pensiamo uguale». E giù d’invettiva. Ci si risveglia un po’. Della Valle, però, ha il sorrisetto di scherno. E dopo che De Magistris dice qualcosa di sinistra, “don Diego” fa il panegirico della buona imprenditoria. Lui, ovviamente, è buono.

Nuovo sondaggio.


E poi Marco Savari (l’anticasta su Facebook): «Tagliare i costi della politica».

Quarto Blocco


Ancora il Bunga bunga. E dopo l’infinita intervista, il sondaggio di Facebook: sorpresa. Il 74% vuole le elezioni subito.
Commento di Mieli, Costamagna che cerca di mettere in difficoltà De Magistris, vignette di Vauro e si chiude alle 00:18.

Michele Santoro