Home Amici di Maria De Filippi IL PEGGIO E’ IL MEGLIO DELLA TV: DISAMICIZIA…

IL PEGGIO E’ IL MEGLIO DELLA TV: DISAMICIZIA…

Faccio zapping. Mi sposto su Canale 5 dove due ballerini (una bella ragazza bionda e un nero affusolato) danzano. Siamo ad “Amici“. La musica è gradevole, diretta dritta a vellicar l’orecchio e le fibre. La scena è ampia. Le luci sono spaziose. I grandi schermi sono surrogati d’orizzonte. La danza sfonda le pareti. Gli spettatori

11 Febbraio 2008 10:08

amici francesco mariottini adelaide Faccio zapping. Mi sposto su Canale 5 dove due ballerini (una bella ragazza bionda e un nero affusolato) danzano. Siamo ad “Amici“. La musica è gradevole, diretta dritta a vellicar l’orecchio e le fibre. La scena è ampia. Le luci sono spaziose. I grandi schermi sono surrogati d’orizzonte. La danza sfonda le pareti. Gli spettatori sono da stadio. L’enfasi è magia bianca e nera, insieme. I ballerini incarnano il presente, sono globals, i loro colori trapassano i vestiti. Sono nudi. Nudi per Maria and friends, per Platinette (più hot che heat sulla testa calva), per i prof e la velenosa Celentano in competion permanente con il parente rockpolitics, Adrian il disossato…

Premetto che nel pomeriggio, per lavoro e gusto personale ritrovato, ho visto e rivisto “That’s Entertainment”. Mi hanno appena regalato un cofanetto che contiene quattro dvs spassosi, paradiso in terra, purgatorio di melodie, inferno di corpi imprigionati sotto gli smoking e i lunghi corazza. Ho ascoltato e ammirato per l’ennesima volta Fred Astaire e Gene Kelly, Ginger Rodgers e Cyd Charisse dalle lunghe gambe grattacielo. Soffitte di brame di milioni di anonimi spettatori dissolti.

Il contagio continua. Vedo i due ballerini di “Amici” che entrano in paradiso dalla porta di servizio. Poi la magia piccola, il contagio infettivo delle immagini finisce. Ma resto in onda. Squilla come una tromba da carica del generale Custer una sigla che viene da “Staying Alive”, 1983. John Travolta torna avvolto nel sudario della memoria. I ragazzi che ballano e cantano nello show più cinico e potente che c’è, non sono nè John nè Olivia Newton-John di “Grease”: quanta brillantina è passata sotto i ponti…e il gel contemporaneo anche di più.

Lo squillo di tromba cancella le armoniette del pomeriggio e il colpo di coda del brano rubato con lo zapping alla grande commedia imitativa che è la tv di oggi. Passato ripassato, cotto e decotto che funziona sempre. Mi manca la musica. Mi mancano i ragazzi che cantano e saltano. Mi manca il sudore, la paura, l’impegno, la grazia, la vanità, il narcisismo. Tutto quanto avviene nei minuti di corrida delle esibizioni. Arriva il confessionale, luogo comunissimo del reality show, spazio del vomito e dell’aggressione. I ragazzi cominciano a discutere, si incazzano, si azzannano, qua e là affiorano rabbia e lacrime.

Sto per andarmene, faccio per cercare il tasto nuovo sul remote ma resto incantato. Ma. Come recitano bene questi ragazzi. L’altra faccia di Tony Manero? Splendido in un impossibile vestituccio bianco e banal ragazzo confuso dedito a limonar con le ragazze e a campar come si può dopo essersi licenziato da un negozio di vernici (“Saturday Night Fever”, 1977). Qui ragazzi e ragazze cercano il duello, la rissa, l’invettiva. Davanti a una commissione che recita anch’essa l’odio trasformato in scuola e in professione di vita e malavita.

Tutti recitano bene. Svanito l’incanto della musica, ecco, la tv, bellezza…Una carezza di musica e di passo, una giravolta graziosa, un salto volante, un salto nel vuoto e nel dispetto. E poi lo sberleffo, lo sguardo aguzzo, la lingua saettante. Il musical ha girato la scena, o meglio sulla scena arriva e si spalanca un altro orizzonte. I ragazzi recitano su reazioni abilimente sollecitate, e costruite o ricostruite, il copione mima la realtà e la devasta.
Così recitando recitando, i ragazzi simulano quel che accadrà subito dopo o magari domani o dopodomani quando abbandoneranno gli “Amici” pelosi e scopriranno- fuori- “Nemici” che sono più nemici dei campioni di “disamicizia” con cui fanno tenzone davanti alle telecamere. Mi dico mentre mi stanco e vado altrove.

Fuori la realtà è più banale e crudele di quella che si vede nel laboratorio di topolini in bilico tra innocenza e aggressività, tra musica-danza e rancore, il lab di Maria ora pro se stessa, Maurizio e Channel Five. E’ soprattutto più banale. La “disamicizia” creata e studiata, con l’ausilio degli autori di Mary ormai per sempre e per l’eternità resterà come un bel ricordo dell’età del gel.
Gelo della tv. Nel cellophane delle illusioni adorate.
ITALO MOSCATI

Amici di Maria De Filippi