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La legge Gentiloni rinviata sine die

La notizia non giunge esattamente come un fulmine a ciel sereno, ma rappresenta una grande sconfitta per il Governo Prodi e l’ennesima incredibile beffa per Europa 7, titolare di una licenza per la trasmissione analogica sull’etere dal 31 dicembre del 1999 al posto di Rete 4. La Legge Gentiloni sparisce dal calendario dei lavori del

3 Ottobre 2007 17:41

Il Ministro per le Comunicazioni Paolo Gentiloni La notizia non giunge esattamente come un fulmine a ciel sereno, ma rappresenta una grande sconfitta per il Governo Prodi e l’ennesima incredibile beffa per Europa 7, titolare di una licenza per la trasmissione analogica sull’etere dal 31 dicembre del 1999 al posto di Rete 4. La Legge Gentiloni sparisce dal calendario dei lavori del Parlamento almeno fino alle fine del 2007, poi si vedrà. Un’altra vittoria per Berlusconi e per la sua azienda, una sconfitta per la legalità e un danno economico per tutti gli italiani che dovranno presto iniziare pagare attraverso lo Stato la multa giornaliera prevista dalla condanna europea. La segnalazione ci giunge da un nostro affezionato lettore, Enzo Mauri, e volentieri ve la proponiamo qui:

Il decreto legge Gentiloni per il riassetto del sistema radiotelevisivo italiano non verra’ esaminato dall’Aula di Montecitorio a ottobre e neanche per il resto del 2007, uno slittamento che costera’ all’Italia una procedura d’infrazione da parte dell’UE e una multa salata, si parla di 300-400 mila euro, per ogni giorno di ritardo nell’approvazione del decreto stesso: insomma un mucchio di soldi. La vecchia ma non troppo legge Gasparri gia’ nel mirino dell’Unione Europea per la storia delle frequenze del digitale terrestre concesse a i soli operatori esistenti a scapito dei nuovi, continua ad essere in vigore e lo rimarra’ ancora per chissa’ quanto per la gioia di coloro che l’hanno varata e soprattutto per la soddisfazione di quelli che dalla normativa ne hanno ricavato indubbio beneficio.

Lo stesso Ministro delle Telecomunicazioni, Paolo Gentiloni, si e’ detto rattristato per la decisione presa dalla Conferenza dei Capigruppo di non calendarizzare nel mese di ottobre l’esame del Ddl che comportera’ quindi uno slittamento della sua approvazione all’anno prossimo. Fra i suoi articoli la legge prevede anche il divieto per i grandi gruppi televisivi di produrre televendite e telepromozioni che sono una delle loro principali fonti di approvvigionamento. Ora il pericolo sembra allontanarsi e considerate le sorti altalenanti del Governo in carica potrebbe addirittura scomparire.

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