Home Mezzogiorno in famiglia Amadeus a TvBlog: “Tale e quale show mi ha rilanciato? È servito, ma i quiz li faccio dal 1999!”

Amadeus a TvBlog: “Tale e quale show mi ha rilanciato? È servito, ma i quiz li faccio dal 1999!”

L’intervista di TvBlog ad Amadeus, reduce dal successo di Reazione a Catena su Rai1 e pronto per una nuova edizione di Mezzogiorno in famiglia su Rai2

pubblicato 19 Settembre 2014 aggiornato 3 Settembre 2020 00:24

È considerata l’Isola felice del weekend Raidue, è un programma che funziona da un sacco di anni“. Amadeus a TvBlog presenta la nuova stagione di Mezzogiorno in famiglia, in partenza domani 20 settembre su Raidue alle ore 11.30 (cast completato da Sergio Friscia, il maestro Mazza, Paolo Fox, la new entry Alessia Ventura, dopo l’addio di Laura Barriales e le due dj ventenni, le sorelle Jas & Jay). Nell’intervista che vi proponiamo di seguito il conduttore Rai, reduce dal successo estivo di Reazione a Catena e tornato su Rtl 102,5 con Miseria e nobiltà, racconta anche in che modo nasce e si realizza un numero zero di un quiz, come quello trasmesso a luglio scorso alle 5 del mattino su Rai1. E torna sul famoso scontro con Pedro a L’Eredità (video in apertura).

Ha senso parlare di novità quando si ha a che fare con un programma storico come Mezzogiorno in famiglia?

Le novità sono costituite dai giochi, che cambiano di anno in anno. La struttura resta quella; Mezzogiorno in famiglia è figlio di Campanile Sera, è un programma nazional popolare: i Comuni si sfidano per attribuirsi una scuolabus. Questa è l’ossatura di Mezzogiorno in famiglia e questa rimane. Intorno si sviluppano dei giochi nuovi e un gruppo di persone, nella piazza e nello studio. Michele Guardì riempie lo studio con tanta gente, a simboleggiare una piazza.

Hai parlato con Laura Barriales? Conosci il motivo della sua assenza?

Ho parlato con lei ma al telefono, perché è in Spagna. Credo che abbia accettato delle proposte lavorative lì; giustamente ha preso altre strade. Una scelta normale, tranquilla, che ci può stare dopo un tot di anni all’interno di un programma.

Al suo posto Alessia Ventura…

Non ci eravamo mai incontrati e non avevamo mai lavorato insieme. L’ho conosciuta durante questi giorni di prove. Mi è sembrata molto divertita nel calarsi nella piazza. La cosa importante alla fine è creare un clima famigliare e giocare, anche se c’è il pathos delle due dirette. Lei si è dimostrata molto disponibile.

Come si approccia al lavoro Michele Guardì? È molto esigente? Dà spazio alle idee altrui?

È molto esigente. Appartiene alla scuola classica della televisione; ha un gruppo di autori intorno a sé, però è lui che decide; è molto attento al particolare; è un modo molto bello di fare la televisione, in un mondo in cui tutto va velocemente, in cui le prove non si fanno più e le cose vengono sperimentate in diretta. Lui invece ci tiene a fare le prove, a testare i giochi. Qualcuno può pensare che sia un modo un po’ antico di fare la televisione, in realtà all’estero si fa ancora così. Perché è vero che si tratta di giochi, ma quando si è in tanti nello studio se non c’è affiatamento, se non ti incastri bene, rischi che parlino tutti insieme. A Mezzogiorno in famiglia tutti si muovono, pur nel caxxeggio del programma, sapendo dove devono andare.

Il caxxeggio di cui parli lo riscontri anche in altre trasmissioni televisive italiane o Mezzogiorno in famiglia rappresenta un unicum in questo senso?

Non per snobismo, ma non guardo molta televisione. Però non credo che oggi ci siano programmi che facciano un’ora e mezza di giochi. Una volta c’erano: la mia Buona Domenica con Lorella Cuccarini e Claudio Lippi. Anche Domenica In del 2000 era intrattenimento puro. Oggi di caxxeggio c’è Avanti un altro, Affari tuoi, ma sono game show. Mezzogiorno in famiglia è un varietà. Tale quale è un varietà, ma è un format, non caxxeggio. Preciso che caxxeggio non è offensivo, non è per dire ‘non facciamo niente’, ma è allegria e leggerezza (ride, Ndr).

Hai letto la lettera scritta da Enrico Papi a TvBlog?

Certo, gli ho anche mandato un messaggio per salutarlo. È stata l’occasione per risentirlo dopo tanto tempo. Anche lui è stato molto carino con me.

Conoscevi la storia della scoperta di Reazione a catena?

No, ma so che Enrico è un ottimo conoscitore di game.

Quanto ti ha aiutato partecipare a Tale e quale show per ritrovare la conduzione di un quiz su Rai1?

Sono sincero: penso che condurre un quiz si leghi al fatto che li conduco dal 1999 più che alla partecipazione a Tale e quale. Tale e quale mi ha dato l’occasione di mostrare che posso caxxeggiare, cioè divertirmi, creare spettacolo in una veste diversa rispetto a quella che magari molta gente ricordava. Io lo facevo già, ma ai tempi di Deejay Television o nei primi anni di Festivalbar. Tale e quale è stata una cosa molto bella, ma credo che Reazione a Catena sia dovuta al mio passato da conduttore di quiz. Se no sembra che chiunque faccia qualcosa di divertente a Tale e quale abbia di diritto la possibilità di fare un quiz.

Però la sensazione è che, sia tu sia Frizzi, siate riusciti a rilanciarvi grazie a Tale e quale show…

Probabilmente Tale e quale ha dato una grande vetrina. Tutto serve. Sono le chance che la nostra professione ti dà e che devi giocarti in base a quello che sai fare. Tale e quale è stato un valore aggiunto, Reazione a catena, essendo andato molto bene, è la conferma che nel mondo del quiz mi trovo a mio agio. Dopo Tale e quale, a 52 anni, mi sento molto più sicuro, più tranquillo. Però, insomma, sono cose che già avevo: non sono mai nato serio!

Qualche settimana fa, all’alba, su Rai1 è stato trasmesso il numero zero del quiz Colors – I colori della vittoria, con la tua conduzione. Puoi raccontare ai lettori di TvBlog come si arriva alla registrazione di un numero zero?

Colors è un progetto di Tonino Quinti, che è uno degli autori di Reazione a catena e di Mezzogiorno in famiglia. È un gioco interno alla Rai. Questi test si fanno per provare dei giochi che possono servire prima o poi alla rete. Colors non essendo un format in onda già in altri Paesi è stato trasmesso proprio per renderlo tale, per proteggerlo. Come quando scrivi una canzone e la registri alla Siae. Lo si manda in onda alle 5 di mattina per metterci un timbro di garanzia, non ovviamente per testare gli ascolti.

I concorrenti erano attori?

Sì, direi figuranti più che attori. Quasi sempre i quiz vengono provati con figuranti; oppure con degli aspiranti concorrenti, ma ovviamente il premio in denaro non viene vinto.

Hai registrato puntate zero di altri programmi?

Negli ultimi due anni ho registrato 5-6 quiz. Ho la passione per i game. In questi anni sono stato anche all’estero, ne ho provati alcuni per conto della Rai. Nel mondo, non solo in Europa, i quiz sono utilizzati e funzionano in qualsiasi fascia, più di quanto faccia la tv italiana. A me piace provarli, poi vengono consegnati all’azienda e l’azienda decide il da farsi.

Ti è mai capitato di trovare in onda con un altro conduttore un programma di cui avevi testato il numero zero?

No, però mi è capitato in passato che mi siano stati proposti dei giochi che io non ho fatto e che poi sono stati affidati ad altri.

Colors si pensava di inserirlo nel primo pomeriggio di Rai1?

Quando l’ho registrato, in tarda primavera, non sapevo neanche che avrei fatto Reazione a catena! Non mi è stato nemmeno detto per quale fascia fosse destinato. In genere, se fai la puntata zero di un format già registrato, bene o male fai riferimento alla collocazione che ha all’estero. Anche se poi non è detto: quando Giorgio Gori di Magnolia mi fece vedere L’Eredità – noi cercavamo un preserale per sostituire Quiz show – era un programma che andava nel pomeriggio di una tv argentina. Poi chiaramente quando si decide la collocazione di un quiz si calibra tutto in base a quella: luci, conduzione, persino la giacca: quella azzurra di Reazione a Catena non potrei indossarla se andassi in onda a dicembre!

Poni radio e televisione sullo stesso piano o la tv è prioritaria per te?

Onestamente ho sempre dato priorità alla televisione. Ho iniziato a fare la radio a fine anni ’70 perché non c’era la possibilità di fare tv tutti i giorni. Il mio sogno era fare il presentatore: guardavo Corrado, Mike Bongiorno, Johnny Dorelli. L’unico modo per avere una palestra quotidiana era la radio; feci un provino in una piccola radio e fui preso. Da lì ho scoperto che la radio è una palestra meravigliosa per poter fare la televisione, ma sono due mondi completamente diversi, anche se entrambe le cose sono un grande divertimento. La radio non la faccio nei ritagli di tempo, cerco di farla con onestà, anche perché sono a Rtl, la numero uno, con quasi 7 milioni di ascoltatori al giorno. Però per esempio, quest’estate sono stato via tre mesi per Reazione a Catena e non ho potuto fare radio.

Il famoso Pedro con cui litigasti a L’Eredità l’hai risentito in radio qualche tempo fa. Come è andata?

Sì, è venuto anche a trovarmi in radio. Ci siamo riappacificati. Pedro mi ha ringraziato e mi ha spiegato che non avevo nulla contro di me ma che in quel momento voleva fare un po’ il figo, il fenomeno. Mi ha detto: “Hai fatto bene a cacciarmi”. E ha aggiunto: “Un giorno verrò a trovarti in un altro quiz”. E io: “Sì, ma se ti ricomporti male io ti caccio una seconda volta” (ride, Ndr). Credo che abbia anche stampato delle magliette con ‘Per me è la cipolla’.

Ti ringrazio per la disponibilità e in bocca al lupo!

Saluto tutti gli affezionati di TvBlog e ringrazio quelli che quest’estate hanno detto delle cose carine e anche chi ha detto cose meno carine. Insomma, tutti quelli che hanno seguito Reazione a catena. So che sono stati tanti.

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