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Lele Mora chiede scusa a Formigli: “Mi vergogno di quelle minacce”

Uscito dal carcere, Lele Mora chiede scusa a Corrado Formigli per le minacce che gli rivolse nel febbraio del 2011: “Ora mi vergogno”

4 Agosto 2012 13:15

Lele Mora chiede scusa a Corrado Formigli. Uscito dal carcere dopo un anno e due mesi di reclusione, l’ex talent scout e manager di molti vip della televisione, intervistato dalla Stampa, si cosparge il capo di cenere.

“Ho ripensato a tante mie arroganti polemiche come quando offesi Formigli, i giornalisti e i comunisti per il loro lavoro e le loro idee, con frasi e un linguaggio per me oggi irripetibile, con minacce di cui mi vergogno. E come mio primo atto nuovo voglio chiedere scusa a Formigli e ai suoi colleghi, a tutti, senza se e senza ma”.

Ma che cos’aveva detto di tanto grave Lele Mora a Corrado Formigli? Erano i tempi in cui Formigli e Santoro facevano ancora parte della stessa famiglia, quella di Annozero (nel video, a partire dal minuto 5.30). Durante la puntata del 17 febbraio 2011, venne mandata in onda la sequela di insulti che Mora rivolse a Formigli al telefono, con tanto di minacce finali.

“Smettetela di rompere i co****i alla gente perbene, dovete smetterla. Ma che c***o me ne frega a me delle inchieste? Siete voi che fate solo del casino e basta. Ma che c***o me ne frega a me, ma che c***o me ne frega a me di quello che dice Sara Tommasi, che è una povera pazza e deve essere rinchiusa (e i fatti degli ultimi mesi, almeno in questo senso, non sembrano avergli dato torto, ndr) e io l’ho denunciata. Ma cosa state dicendo? […] Volete smetterla o no? Io non faccio il magnaccio. Voi dovreste essere intercettati. Maiali, porci, giornalisti schifosi che non siete altro, voi dovete essere intercettati. Te, Santoro e tutta quella gente di m***a come siete voi. Comunisti di m***a, siete dei comunista di m***a, ma smettetela e vergognatevi […] Spero che vengano i fascisti a spaccarvi le gambe”.


A proposito, ma Lele Mora è veramente fascista? Alla Stampa, lui adesso dice di no.

“Non lo sono mai stato davvero. Sono nato in una famiglia contadina, da bambino andavo sull’aia a calpestare il grano con i piedi nudi…Lo so, fa sorridere, ma sono questi i ricordi che mi vengono in mente: le mie origini umili, la mia terra”.