Home Fiction A Napoli vestiti di carnevale per bambini ispirati a Zio Michele da Avetrana

A Napoli vestiti di carnevale per bambini ispirati a Zio Michele da Avetrana

E’ criature song’e Dio (i bambini appartengono a Dio NdR), si diceva una volta a Napoli. Ma oggi sembra che e’criature song’ da televisione. E dunque nella città di Pulcinella si è passati dai personaggi di attualità sul presepio ai bambini travestiti da zio Michele Misseri da Avetrana (la foto a colori la trovate qui),

di marina
pubblicato 23 Febbraio 2011 aggiornato 5 Settembre 2020 08:28


E’ criature song’e Dio (i bambini appartengono a Dio NdR), si diceva una volta a Napoli. Ma oggi sembra che e’criature song’ da televisione. E dunque nella città di Pulcinella si è passati dai personaggi di attualità sul presepio ai bambini travestiti da zio Michele Misseri da Avetrana (la foto a colori la trovate qui), a Totò Riina versione Capo dei Capi, al guappo Tonio Fortebraccio protagonista della fiction L’Onore e il Rispetto, a Ruby Rubacuori (abitino rosso a pois e boa di struzzo) e Berlusconi (gessato e borsalino).

Il costume di carnevale per bimbi ispirato allo zio Michele, corredato anche di fune, è stato acquistato da due mamme dei Colli Aminei, notoriamente quartiere snob. La notizia non è una boutade ma arriva da Il Mattino di oggi (pag.47) che annuncia, in un pezzo scioccante a firma di Piero Treccagnoli, che appunto a Napoli sono comparsi vestitini di carnevale ispirati ai fatti e alle fiction proposti in Tv.

Si difende Carlo Mazza, titolare del negozio “Le Iene Lingerie” il negoziante del Vomero che ha avuto l’idea:

Carnevale è sopra le righe. E’ una protesta contro la tv che ci ha propinato Misseri tutto il giorno. Si pranzava e si cenava con lui. Sto reagendo così a una crisi che sta strangolando il commercio. L’importante è che se ne parli così vendo più vestiti.


I costumi alla zio Michele sono in tiratura limitata, tre per l’esattezza e sono stati confezionati artigianalmente. Le reazioni degli avventori sono state diversificate, come commenta lo stesso Mazza:

Effettivamente ci sono state delle clienti che hanno protestato. Sopratutto mamme del popolo. Invece, quelle più colte, alle quali ho spiegato il senso, ci hanno riso sopra.

Dunque, si diceva Semel in anno licet insanire, ossia è lecito fare pazzie una volta all’anno. Ma in questo caso più che altro sembra sia il caso de: il troppo stroppia.