Home Canale 5 Gabriel Garko Vs Berlusconi: in Italia vince l’estetica della Mafia

Gabriel Garko Vs Berlusconi: in Italia vince l’estetica della Mafia

Gabriel Garko è felice del boom di ascolti de l’Onore e il Rispetto 2 e dedica il successo al regista Samperi. Ma dice che lui l’altra sera in tv non si è visto la sua puntata ma Porta a Porta con Vespa e Berlusconi. Io penso che un po’ di zapping lo abbia fatto anche

di marina
17 Settembre 2009 14:00

Gabriel Garko star de L'onore e il rispetto 2 Gabriel Garko è felice del boom di ascolti de l’Onore e il Rispetto 2 e dedica il successo al regista Samperi. Ma dice che lui l’altra sera in tv non si è visto la sua puntata ma Porta a Porta con Vespa e Berlusconi. Io penso che un po’ di zapping lo abbia fatto anche se non lo vuole ammettere. Comunque, la domanda da porsi secondo me è un altra, al di la del peso e probabile débâcle politica decretata dai dati Auditel dell’altra sera: perché il pubblico ha scelto di non vedere la trasmissione che Bruno Vespa ha dedicato alla ricostruzione post terremoto de L’Aquila con in studio la presenza del Premier Sivio Berlusconi e ha preferito seguire la fiction L’onore e il rispetto 2 su Canale5 in prima serata?

Garko risponde così al Corriere della Sera:

Oddio, ancora non mi rendo conto, questa cosa mi è cadu­ta addosso così all’improvviso, aiuto. Ovvio però che sono con­tentissimo, vuol dire che la fiction era fatta bene. Perché il pubblico ha scelto me? La gente di questi tempi ha voglia di distrarsi.

Vero, in parte è vero che la gente ha voglia di divertirsi e che la fiction sia un buon prodotto. Ma la fiction in questione tratta un argomento grave per il nostro Paese: la mafia ci ha portato via pezzi di Stato e di Democrazia come Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. Faccio un passo indietro: tempo fa vi parlavo dell’iniziativa di tre pubblici ministeri, dunque magistrati, impegnati in procure calde come Palermo o Torre Annunziata che riferendosi alle fiction tv le accusavano di rendere bella e seducente la mafia. Puntavano il dito contro Il capo dei capi, che fu una delle fiction più seguite della stagione, considerato agiografico rispetto al personaggio del capomafia trattato. E forse, la riflessione richiesta dai tre magistrati, ha effettivamente necessità di essere affrontata.

Nel caso de l’Onore e il Rispetto abbiamo una scrittura meno profonda e ancorata alla storiografia di come fu quella riservata a Il capo dei Capi. I personaggi di Garko, Coppola o Autieri, non sono tagliati come tali ma sono tipologie: Tonio interpretato da Gabriel Garko evoca il mafioso secondo una certa idea mediatica che è oramai acclarata: bello, sfrontato, cattivo, doppiopetto gessato; con la coppola se veste casual. Leggero e stiloso come un modello di Dolce & Gabbana.

Ammetto di non immaginare neanche lontanamente come possa essere un mafioso reale. Ho conosciuto però qualche camorrista vero e le loro rappresentazioni più prossime sono quelle fatte nel film Gomorra di Garrone. Ecco, ciò mi lascia intendere, se tanto mi dà tanto, la distanza che dovrebbe intercorre, a spanna, tra ciò che potrebbe essere un mafioso reale e la tipologia rappresentata da Garko, ma anche dagli altri attori di rango, tra cui, Ben Gazzara, Angela Molina, Vincent Spano e Paul Sorvino. La reale negatività dei personaggi, le loro miserie e nefandezze sono diluite, nella rappresentazione del “tipo” piuttosto che del “carattere”, e ciò annacqua la necessità di rendere omogenea la performace. A cosa serve perciò che il dialetto parlato da Garko, sia corrispondente, poniamo, al palermitano o al catanese? A cosa serve che vi siano le esatte cadenze, intonazioni, parole? In fondo si evoca un “tipo” e non un “carattere” e dunque la traccia da lasciare può certamente essere meno precisa e cesellata. Senze entrare nel merito della recitazione e se sia risultata o meno efficace, ne l’Onore e il rispetto 2 si è lavorato all’opposto, per rimanere in Trinacria, del metodo adottato da Luca Zingaretti su Montalbano, dove l’attore ha lavorato di precisione e tecnica recitativa sul personaggio e specie sul carattere, riportando nella performance quanti più pezzi di realtà fosse stato possibile e ri-costruendo il profilo non solo recitativo ma psicologico, in una sorta di identikit al contrario.

Ne l’Onore e il rispetto2 , per usare un termine caro agli stilisti, si è preferito destrutturare i personaggi in favore di quegli scampoli di personalità che hanno profilato la tipologia di appartenenza; dunque non c’è un personaggio vero o verosimile nella fiction ma evocazioni di tipi che albergano nella memoria collettiva contemporanea. I “tipi” interagiscono tra di loro secondo circostanze tipo: il cattivo Tonio contro il buono Santi (anche il nome lo tipizza), fratelli Fortebraccio (seconda tipizzazione), ecc. ecc.

Così, L’Onore e il Rispetto2 trasla nella fiction una realtà che non esiste. Di certo, secondo il pubblico, la prima serata di Canale 5 è stata, probabilmente, meglio, ma molto meglio, della rappresentazione della realtà avvenuta nel salotto buono di RaiUno.

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