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Pino Insegno a TvBlog: “Vorrei tornare a lavorare con la Premiata Ditta su Rai1” [Prima Parte]

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di Hit
pubblicato 6 Luglio 2010 aggiornato 21 Gennaio 2021 16:07

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TvBlog è entrato nei giorni scorsi nello studio del preserale di Rai1, “Reazione a Catena“, il programma arrivato in Italia nell’estate del 2007 che quest’anno ha cambiato conduttore rimanendo comunque leader negli ascolti. Il nuovo conduttore Pino Insegno ci ha aperto la porta del suo camerino tra una registrazione e l’altra raccontando a TvBlog l’approccio a questa nuova avventura professionale ma svelando anche qualche sogno per il futuro e qualche aneddoto del passato. Ecco la prima parte dell’intervista:

Come è stato buttarsi nell’avventura di un preserale?

“Questa avventura non significava per me buttarsi solo in un preserale ma anche buttarsi su Rai1 che è una emozione ancora più forte”

Il tuo percorso su Raiuno è iniziato però molti anni fa..

“La premiata ditta è nata su Rai in “Pronto chi gioca?” ma già qualche anno prima eravamo in onda al sabato sera con Bramieri nel “G.B.Show” come l’allegra brigata. Da lì abbiamo capito l’impegno di un quotidiano su Rai1, per di più in assoluta diretta. Un anno fortunato dove scoprimmo un grande Magalli anche in veste di conduttore oltre che autore. Poi siamo cresciuti in Rai per 9 anni fino al passaggio in Mediaset, che per 12 anni mi ha tenuto lontano dalla Rai.”

Rai1 è per te mamma o matrigna?

“Assolutamente mamma e lo avrei detto anche se fossi stato impegnato su Canale5, perché per me la televisione è Rai1. La famiglia intera sta davanti alla tv sul divano e si guarda Rai1. “

Quanto speravi di riuscire ad aggiudicarti il preserale di Rai1?

Quanto speravi di riuscire ad aggiudicarti il preserale di Rai1?

“Il preserale di Rai1 era per me un miraggio, ci speravo come posso sperar nel Premio Oscar ma non ci pensavo. Inseguo sempre un nuovo sogno quando raggiungo un obiettivo, non perché non mi accontento ma perché mi piace ricominciare. Anche ora che sto vivendo le soddisfazioni di questo impegno ogni mattina chiamo gli autori con lo stesso tremolio di voce per chiedere come è andata.”

Avevi paura di metterti al volante di una macchina che aveva dimostrato di funzionare molto bene nelle passate edizioni con Pupo?

“C’era assolutamente grande paura ma anche grande convinzione. Ho accettato una sfida che sulla carta doveva già essere una vittoria, come se mi avessero chiesto di guidare una Ferrari e io dovevo vincere. Se perdevo non era colpa della macchina, ma mia. Se invece dovesse andare ancora meglio allora significa che io e la macchina abbiamo una buona simbiosi. Avevo paura di rovinare questa macchina.”

È una macchina che vorresti guidare a lungo?

“Si, mi piacerebbe guidarla a lungo ma il mio sogno è quello di ritrovarmi con i miei compagni di viaggio della Premiata Ditta. Il nostro percorso non si è mai concluso e senza gelosia ci siamo arricchiti personalmente su nuove strade. C’è stato un piccolo stop per problemi tecnici ma mi piacerebbe riprendere quella strada e magari testare nuovamente la forza di quella compagnia.”

In che tipo di programma vi rivedreste?

“Nei programmi in cui abbiamo iniziato, in quel varietà che non è morto. Se leggiamo i giornali di una volta, che fanno il ruolo che ora fanno i blog, si legge già allora che il varietà sarebbe finito a breve, che Walter Chiari era meglio non venisse più riproposto. Invece ora in tanti non vedono l’ora di rivedere quei momenti. Il varietà senza idee è morto ma il racconto di uno sketch può essere ancora proposto con interesse.”

Il marchio della Premiata Ditta non è stato forse già troppo sfruttato da Mediaset?

“Le curve volavano altissime con medie in prima serata che arrivarono anche al 35% di media, numeri incredibili. Dopo le 5 serie sono state trasmesse in replica ovunque, anche su Sky e anche tagliate senza una vera forma. Mi dispiace perché poi non si è proseguito nonostante le cinque serie di “Finchè c’è ditta..”, mi vergogno un po’ a dirlo, sono state le serie televisive più viste.”

Credi che gli sketch in televisione possano avere ancora forza?

“Certo. Hanno funzionato e funzionerebbero ancora. Le macchiette e le caratterizzazioni, intese non come imitazioni o raccontare la nostra società in maniera disincantata può ancora interessare il pubblico.”

Hai già proposto al direttore Mauro Mazza questo progetto?

“Non ancora ma lo sto facendo adesso tramite voi!”

Tornando al tuo impegno attuale a “Reazione a Catena”. Ti sei rivisto le puntate degli scorsi anni?

“Assolutamente si. Non troppe però per non cercare di farmi entrare troppo in testa ma giusto per aver chiaro il meccanismo. Poi ho avuto gli autori, Stefano Santucci e Tonino Quinti, che mi hanno preso per mano e mi hanno insegnato strada facendo come completare il mio percorso. Lentamente mi hanno dato indicazioni essenziali per affrontare al meglio questo programma. Venivo da una esperienza di successo come il “Mercante in Fiera” ma è qui che ho imparato tanto.”

Parli del “Mercante in Fiera” che proprio a breve Italia1 replicherà ..

“Si incredibile, io sono qui ma il programma tornerà. Queste cose in realtà non le concepisco perché secondo me è testimonianza di poche idee. Non credo sia un tentativo di destabilizzare me, perché Tiraboschi è una persona intelligente, ma forse è un momento dove ci sono pochi soldi e poche idee e forse loro vogliono galoppare il successo di questo mio momento in Rai. Devo dire che Rai1 non teme confronti anche perché è un altro orario e la gente sa che sono repliche. Mi dispiace perché magari avrebbero potuto mandare qualcos’altro.. ”

Domani online la seconda parte dell’intervista a Pino Insegno dove con il conduttore parleremo oltre che del rapporto con alcuni colleghi anche dell’esperienza di “Insegnami a Sognare” e della mancata conduzione di “Ciak si Canta”.. ed anche di “Affari Tuoi”.

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