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Intervista con Kathy Reichs di Bones

In occasione dell’uscita del suo ultimo libro italiano, abbiamo scambiato due parole con Kathy Reichs, ideatrice della serie Bones. L’intervista inizia qui su Booksblog e finisce qui con la terza parte su Blogapuntate.D – Bones quest’anno ha avuto un enorme successo, confermando la passione dei telespettatori per il genere crime: qual’è, secondo lei, la ricetta

pubblicato 11 Giugno 2010 aggiornato 5 Settembre 2020 15:02

In occasione dell’uscita del suo ultimo libro italiano, abbiamo scambiato due parole con Kathy Reichs, ideatrice della serie Bones. L’intervista inizia qui su Booksblog e finisce qui con la terza parte su Blogapuntate.

D – Bones quest’anno ha avuto un enorme successo, confermando la passione dei telespettatori per il genere crime: qual’è, secondo lei, la ricetta per il poliziesco perfetto?
R – Quello che penso cerchino i lettori di gialli è un personaggio che suscita interesse, un ambiente che contestualizzi bene la storia e una trama ben oliata che consenta loro di seguire tutte le vicende e soppesare i vari indizi. Bisogna poi saper concludere la storia senza affidarsi a coincidenze puramente casuali, facendo convergere i vari indizi disseminati via via lungo lo svolgersi della vicenda, insomma, ci vuole una conclusione soddisfacente per il pubblico e soprattutto sensata.

D – Bones si prepara per la sesta stagione: lei che è anche produttrice e consulente della serie, quanto pensa che potrebbe durare ancora?
R – Diciamo che tipicamente una serie dura in media sui 7 anni. Nel nostro caso si vocifera che potrebbe continuare ancora un bel pezzo: addirittura fino al nono o decimo anno, me lo dicono tanti indizi come per esempio il fatto che abbiamo venduto i diritti alle tv via cavo. Ma, considerando come opera Hollywood, non si può mai dire, vedremo anno per anno cosa succede.

D – Si potrebbe dire che Bones, e in particolare la sintonia tra i protagonisti, ha ispirato un’altra serie, Castle, in onda sulla Abc. Ha mai visto questo show? Ci trova delle similitudini con il suo prodotto?
R – Non sono un’esperta, ma sono convinta che abbia senz’altro ragione. Noi siamo stati i primi creatori del filone “Crimedy”. La formula del comedy/crime ha attecchito immediatamente sul pubblico e Castle è l’esempio più calzante di serie tv che ci ha preso come riferimento.

D – Ha già avuto occasione di scrivere degli episodi del telefilm: tornerà a farlo? Può anticiparci qualcosa sulla sesta stagione?
R – Sì, un episodio l’ho già scritto e molto probabilmente ne scriverò un altro anche per la prossima serie. Quanto all’anticiparvi qualcosa su ciò che accadrà… non ci penso nemmeno!

D – David Boreanaz ed Emily Deschanel sono perfetti interpreti dei protagonisti Booth e Brennan. Ma se non avessero accettato i loro ruoli, chi altro avrebbe visto bene nei loro panni?
R – Adesso i due protagonisti sono presenti da così tanto tempo e sono così perfetti, che davvero non riesco a immaginare chi altro potrebbe interpretare quei ruoli.

D – Segue altre serie televisive? Se sì quali?
R – A dire il vero sono una super fan dei notiziari della CNN, per quanto riguarda i serial amo molto il buon vecchio Boston Legal, poi Mad Men e Grey’s Anatomy.

D – Ha avuto occasione di vedere l’ultima puntata di Lost? Da autrice e produttrice cosa ne pensa del discusso finale?
R – Finora non l’ho mai visto, lei dice che è un finale discusso, ma tutti i miei amici che l’hanno vista, hanno detto che l’ultima puntata di Lost era fantastica!