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Parla con me – Berlusconi contro Ascanio Celestini e i suoi due Tony

Il nostro premier è allergico alla satira, è noto. Almeno tutta quella che passa in tv, dove, dopo 20 anni di fatiche e di titanici sforzi, il suo personalissimo pensiero unico è l’unico ammesso a reti unificate ed in tutte le fasce orarie. Escludendo gli innocui cabarettisti di Zelig (bravi, bravissimi), tutti sono stati almeno

pubblicato 7 Maggio 2010 aggiornato 5 Settembre 2020 16:00


Il nostro premier è allergico alla satira, è noto. Almeno tutta quella che passa in tv, dove, dopo 20 anni di fatiche e di titanici sforzi, il suo personalissimo pensiero unico è l’unico ammesso a reti unificate ed in tutte le fasce orarie. Escludendo gli innocui cabarettisti di Zelig (bravi, bravissimi), tutti sono stati almeno una volta nel suo mirino. Mancava Ascanio Celestini, attore teatrale che dal 2006 partecipa a Parla con me, il talk show di Serena Dandini.

Il teatro di narrazione, con i tanti personaggi ricorrenti da Pancotti Maurizio a Robertino Casoria, era sfuggito alle critiche presidenziali. Evidentemente troppo complicato, quasi criptico, per il premier lo stile di Celestini. Ieri, invece, nell’ultima delle storie dell’attore spuntano due personaggi nuovi: “Tony Mafioso” e “Tony Corrotto“, rispettivamente il “segretario del partito dei mafiosi e il segretario del partito dei corrotti“, che un “giorno decisero di fondare un unico partito per mettere insieme le loro forze e fondarono il grande partito del piccolo popolo“. La fine delle metafore, se non puoi capire questo, non puoi capire nemmeno Barbara D’Urso.

Ed ecco che il Presidente, quello che non ha tempo di vedere la tv (ma qualcuno che la guarda per lui ce l’ha sempre), sbotta durante il consiglio dei ministri: “E’ veramente incredibile come un servizio pubblico possa continuare in queste aggressioni“.

La Dandini ha replicato:

Oggi il presidente del Consiglio durante la riunione dei ministri ha trovato il tempo per prendersela con una trasmissione che si è permessa di intervistare il presidente emerito della Corte Costituzionale, Gustavo Zagrebelsky, e di fare un po’ di satira politica. Sembra dunque che scontentando tutti, Parla con me abbia trovato un suo equilibrio. Il problema è anche che la satira per sua natura tende a prendersela con il potere. Il potere in Italia oggi si identifica con Berlusconi e quindi siamo costretti a occuparci di lui con una certa continuità. In passato è toccato a Prodi, D’Alema, Craxi, Veltroni e tanti altri. Tutto qui.

Nuovo martire della satira in arrivo?