Home L'Isola dei Famosi Roberto Cenci a Blogo: “Da L’Isola a Vuoi Scommettere?: lavoro in esclusiva con Mediaset”

Roberto Cenci a Blogo: “Da L’Isola a Vuoi Scommettere?: lavoro in esclusiva con Mediaset”

I grandi ascolti de L’Isola dei Famosi, il canna-gate, l’amicizia con Franco Terlizzi. Ma non c’è solo L’Isola dei famosi nella vita professionale di Roberto Cenci, il regista numero uno di Mediaset. Intervista di Tvblog.

pubblicato 15 Marzo 2018 aggiornato 1 Settembre 2020 02:09

Classe 1960, attivo nel settore televisivo dal 1985, oggi è uno dei registi più quotati di Mediaset. Nei titoli di coda delle più importanti trasmissioni televisive del Biscione, alla voce “regia” compare il suo nome: Roberto Cenci. Attualmente è impegnato con L’Isola dei Famosi, il reality di Canale 5 condotto da Alessia Marcuzzi. “E’ un’edizione un po’ turbolenta, ma devo dire che dal punto di vista degli ascolti ci sta dando buone soddisfazioni. E a prescindere da tutto, il cast mi sembra stia funzionando molto”, racconta a Tvblog.

Come si spiega questi grandi ascolti e le tante critiche che arrivano dal web?

“Secondo me sono proprio due mondi completamente diversi. Il web è una macchina importante e da ascoltare, ma sappiamo anche che ha dei numeri molto bassi e che le persone sono sempre le solite. Le critiche è giusto riceverle, ma se poi gli ascolti ci premiano c’è poco da dire”.

Come state gestendo queste critiche?

“Non le leggo molto, non sono un tipo da web. Immagino che tutto quello che è successo dia adito a tanti commenti. Da una parte fa male, dall’altra può anche aiutare perché crea attenzione”.

Si è fatto un’opinione sul “canna gate”? Si è posto il problema?

“E’ una questione che si è sviluppata da chi ha voluto trarne beneficio. Non mi sembra che si stia parlando di una cosa talmente grave da farne un caso nazionale. Striscia la notizia fa il proprio lavoro ed è giusto che lo faccia, ma noi andiamo avanti a fare il nostro programma”.

Da regista, è complicata la gestione della doppia regia honduregna e milanese per un programma come L’Isola?

“Non è molto complicato, bisogna solo saperlo fare. Sono in contatto perenne con il regista in Honduras e ci relazioniamo spesso. E’ un lavoro in tandem: noi veicoliamo il materiale registrato che ci arriva dall’Honduras e poi li guidiamo per la scaletta della puntata settimanale”.

Sono diventate un must le inquadrature al pubblico in studio.

“Quello è un gioco nato un anno fa per uno scherzo fatto a una collega. Lei mi aveva contestato per l’inquadratura di una bella signora in mezzo al pubblico, allora da quel momento in poi ho deciso di inquadrare le persone più strane in tutte le puntate a venire. E’ diventata una simpatica prassi. Tante persone vengono in studio tutte carine e agghindate: fa ridere, ma senza offendere o prendere in giro nessuno”.

L’amicizia con Franco Terlizzi ha creato un conflitto di interessi?

“L’amicizia con Franco Terlizzi non ha niente a che vedere con L’Isola. Lui conosce quasi tutta Milano. E’ stato visto e scelto dagli autori di Magnolia per fare L’Isoletta, quindi ha fatto un percorso estremamente limpido e a L’Isola è entrato in modo corretto, senza magheggi, attraverso il televoto. Da come lo conosco io, è una persona a modo e si è sempre comportato bene”.

Si è molto parlato anche del fotomontaggio ai danni del direttore di Canale 5, Giancarlo Scheri. Cos’era successo?

“E’ stato trasmesso per errore. Era uno scherzo che ci dovevamo fare in studio ed è andato in onda perché c’era un pc rimasto aperto. Nulla di più, solo un gioco”.

Il prossimo impegno sarà il nuovo show di Michelle Hunziker?

“Finita L’Isola, faremo Vuoi Scommettere? su Canale 5. E’ un programma che lei aveva fatto in Germania e speriamo che sia divertente come prevediamo. Michelle merita uno spazio tutto suo e l’ha dimostrato ampiamente a Sanremo“.

Lei è contrattualizzato in esclusiva con Mediaset?

“Sono in esclusiva per ancora un anno”.

Ma come funziona la “trattativa” tra rete e regista?

“Ci sono diverse modalità. Per come ho fatto io la televisione negli anni, ho quasi sempre partecipato alla costruzione del programma sin dai primi momenti. Ho imparato dai miei maestri – Beppe Recchia e tanti altri – a far sì che il regista non sia soltanto quello che stacca le camere, ma che sia parte integrante del progetto. In più ho pure fatto dei programmi interamente miei, vedi Ti lascio una canzone o Io Canto“.

Per un programma come L’Isola, per esempio, lavora anche alla costruzione della scaletta o non le compete?

“Beh, sì, ci lavoriamo. Ogni settimana facciamo una riunione di scaletta con gli autori dove ognuno dice la sua, me compreso”.

Le piacerebbe tornare in Rai o lavorare con altre emittenti?

“A Mediaset sto benissimo. Sono andato via qualche anno fa quando mi sono occupato della direzione artistica della Ballandi e ho creato Ti lascio una canzone, poi da lì sono tornato indietro. Mediaset la sento molto casa mia, è proprio un fattore affettivo. E qui ho la fortuna di poter collaborare con grandi artisti”.

Tra i tanti programmi che ha seguito negli ultimi anni, c’è qualcuno che riporterebbe in vita?

“Se potesse tornare Io Canto, sarei felicissimo perché secondo me era un programma pulito e fatto bene. Ma è anche giusto che tutto abbia un inizio e una fine”.

Ha nel cassetto nuovi programmi ideati da zero, come successo appunto con Io Canto o Ti Lascio una Canzone?

“Sarà difficile che si ripeta un’esperienza così. Quei due programmi li sento miei perché li facevo dalla testa ai piedi: dai casting alla scelta delle canzoni, al meccanismo, alla scrittura”.

Si sta ancora occupando della serie Miracle Tunes?

“Sì. Quella è una serie live action che ho visto in Giappone e me ne sono innamorato. Credo sia un progetto davvero interessante e diverso da quelli che si vedono in giro. Sarà una co-produzione Mediaset, stiamo valutando dove trasmetterlo, probabilmente andrà in chiaro su una rete per bambini. Saranno 51 episodi che gireremo quest’estate a Valencia”.

In conclusione, come sta cambiando e come cambierà la tv?

“L’intrattenimento fine a se stesso sta diminuendo. Ci sono, e rimarranno, i grandi eventi come Sanremo, ma la televisione sta diventando qualcosa di diverso. I programmi costano meno, sono fatti in maniera più artigianale e con tempistiche minori. La televisione che ho avuto la fortuna di fare io dall’83 in poi sarà difficile che torni”.

 

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