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Lupi – Limited Access Area, Pablo Trincia su Nove dal 17 luglio

Da Iena a ‘lupo’: Pablo Trincia sbarca su Nove con un ciclo di documentari su temi caldi della società internazionale.

pubblicato 21 Giugno 2016 aggiornato 1 Settembre 2020 23:26

Lupi – Limited Access Area è una delle novità annunciate agli upfronts Discovery ed è anche una delle prime che vedremo in onda, visto che debutterà domenica 17 luglio con un doppio appuntamento alle 23.00 prima di stabilizzarsi nel palinsesto da domenica 24 con una sola puntata in onda sempre alla stessa ora.

In tutto sei puntate da un’ora – realizzate da Pesci Combattenti – incentrate su documentari internazionali di qualità che guardano a storie di predatori senza scrupoli, di “lupi” attivi tra il narcotraffico e la pedofilia, estremismo religioso e traffico di esseri umani. Quanto di peggio, insomma, la mente umana possa immaginare.

A introdurre i doc e a commentarli, dando chiavi di lettura e permettendo al telespettatore di immergersi nelle tecniche documentaristiche – anche le più estreme – spiegando i ‘trucchi del mestiere’, tra intercettazioni, interviste a volto coperto, telecamere nascoste, c’è Pablo Trincia, giornalista, documentarista, reporter e già due volte vincitore del Premio Giornalistico Televisivo Ilaria Alpi con Infiltrato tra i profughi afghani (2010) e Krokodil, la droga che ti mangia (2013), ma noto al grande pubblico soprattutto per la sua esperienza di Iena.

Trincia, quindi, ci condurrà alla scoperta di questi ‘abissi’ umani accompagnandoci nella visione di questi sei doc, che rappresentano il meglio della produzione internazionale del video giornalismo di frontiera. E scopriamoli nel dettaglio.

Il Cacciatore di pedofili (Paedophile Hunter, Amos Pictures per Channel4, Regno Unito 2015) racconta le azioni sotto copertura del ‘vigilante’ inglese Stinson Hunter, che, insieme ai suoi compagni, combatte gli abusi sessuali sui minori. La squadra utilizza falsi account di chat per incontri, attirando pedofili in appuntamenti-trappola per riprenderli in volto, chiamare le forze dell’ordine e rendere note le loro immagini e generalità su internet. Il documentario ha vinto il premio come Miglior documentario ai Broadcast Awards 2016, il Grierson Awards 2015 per il Miglior documentario su un tema d’attualità, il Bafta 2015 per il “Best Single Documentary”.

I Corrieri della droga (Drug runners: the Peruvian Connection, Ronchan Films per Channel4, Regno Unito 2015) raccoglie la testimonianza di due donne europee, Melissa Reid e Michaella McCollum, condannate e detenute in Perù per aver tentato di contrabbandare droga verso la Spagna. Un accesso inedito e privilegiato sui meccanismi che ruotano attorno al traffico di stupefacenti: da chi recluta e prepara i cosiddetti “muli” (i corrieri), a chi realizza valigie speciali, a chi si occupa di combattere il fenomeno.

Amazzonia Criminale (Secret Amazon, episodi The valley of cocaineThe Tentacles of drug trade, produzione 93Metros, Spagna 2015) racconta il narcotraffico, attraverso le inchieste del videoreporter spagnolo David Beriain. Nel primo capitolo Beriain viaggia nella valle della Vrae in Perù, per risalire all’origine del più grande flusso di produzione di cocaina al mondo. Un luogo vasto 200.000 ettari (come 20.000 campi da calcio) interamente coltivato a piante di coca da più di 40.000 coltivatori, che ogni anno producono 200 tonnellate di “foglia sacra”. Nel secondo si va al centro del business della droga, per seguire le principali vie di smercio e commercializzazione della cocaina, da quando questa lascia i confini del Perù per raggiungere i quattro angoli del pianeta. Un viaggio in cui oltre al valore “della merce”, si moltiplica via via la difficoltà di gestione del fenomeno, tra mafie, corruzione, corrieri e controlli doganali.

En Tierra hostil (CEUTA e CONGO, Verta/Atresmedia Televisión, Spagna 2015) propone due storie vissute e raccontate dal giornalista investigativo spagnolo Jalis De La Serna. Nella prima, Jalis viaggia in Congo per svelare cosa si nasconde nella ricca zona mineraria al confine con il Ruanda. Qui si estrae il Coltan, minerale che è oggi la più insostituibile risorsa nell’industria di computer e telefonia. Una produzione che è diventata oggetto di traffici illegali e sanguinari contrabbandi. Nel secondo documentario, Jalis mostra come nella città autonoma di Ceuta, avamposto spagnolo in Africa, sia operativa la cellula jihadista più vicina e pericolosa per l’Europa. Dove anche minorenni vengono reclutati e addestrati per la causa del radicalismo islamico.

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