Home Notizie Tutto può succedere, Esther Elisha a Blogo: “Ero abituata al cinema, che terrore la lunga serialità!” (VIDEO)

Tutto può succedere, Esther Elisha a Blogo: “Ero abituata al cinema, che terrore la lunga serialità!” (VIDEO)

“Avevo paura della lunga serialità, anche se mi sentivo protetta da Cattleya, dai registi e dai colleghi attori. Mi sono messa alla prova e mi sono scoperta in un lavoro continuativo”

pubblicato 25 Dicembre 2015 aggiornato 2 Settembre 2020 06:49

Esther Elisha nella nuova serie di Rai1, Tutto può succedere, in partenza domenica 27 dicembre alle 21.20 interpreta Feven, violinista di origini eritree e mamma di Robel, bambino di 5 anni nato dall’incontro di una notte con Carlo Ferraro (Alessandro Tiberi), il più giovane dei fratelli della famiglia.

Per l’attrice bresciana si tratta del ritorno in tv dopo Boris (l’abbiamo vista anche in Don Matteo), dove ha recitato con il già citato Tiberi e con Pietro Sermonti, che nella serie tratta da Parenthood (NBC) interpreta il fratello maggiore Alessandro:

Parenthood l’ho vista tutta prima dell’inizio delle riprese. Le serie tv le seguo, cerco di piombare in una e poi di non guardarne nessuna per un po’ di mesi. Le serie ti assorbono troppo… e io ho voglia di vivere. Ho adorato il caro vecchio Lost, Six Feet Under, In Treatment e Californication. Recentemente sono stata al Festival di Courmayeur, dove hanno dato le prime puntate di X Files e di Twin Peaks. Sono fantastiche.

Dunque, grande passione per le serie tv, ma la Elisha ha lavorato soprattutto al cinema. Per questo ha affrontato con un pizzico di paura la lunga serialità di Tutto può succedere (13 puntate):

Abbiamo girato da aprile a novembre. Con la lunga serialità mi rapporto con… terrore! Ho fatto più che altro cinema, cinema d’autore. Avevo paura della lunga serialità. Allo stesso tempo sapevo di essere in mano ad ottimi registi e di avere intorno attori che venivano da una storia molto simile alla mia. E sapevo che era un progetto curato nei minimi dettagli da Cattleya. Mi sentivo protetta. È stata una sfida, è un linguaggio diverso rispetto a quello a cui sono abituato. È stato un privilegio, per me, lavorare tanti mesi consecutivamente. Mi sono messa alla prova e mi sono scoperta in un lavoro continuativo.

In apertura di post il video integrale dell’intervista.