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Wayward Pines, recensione anteprima serie tv Fox con Matt Dillon

Presentata a Roma in anteprima mondiale la nuova serie di Fox, in onda da giovedì 14 maggio 2015

pubblicato 12 Maggio 2015 aggiornato 2 Settembre 2020 15:09

È stata presentata ieri in anteprima mondiale a Roma Wayward Pines, serie evento in onda il 14 maggio in contemporanea negli Stati Uniti e in altre 126 nazioni – in Italia su Fox (canale 112 di Sky) in prima serata alle 21 (dieci episodi). Per l’occasione sono stati proiettati i primi due episodi del primo lavoro televisivo diretto e prodotto da M. Night Shyamalan, regista de Il Sesto senso.

Prevedibilmente il vero mattatore della serie è Matt Dillon, che dopo Modern Family torna in tv, stavolta come protagonista: è Ethan Burke, agente segreto che si ritrova – dopo un incidente in auto – nella misteriosa cittadina di Wayward Pines, che tanto ricorda – volontariamente – quella di Twin Peaks. Ethan crede di essere alla ricerca di due agenti scomparsi Bill Evans e Kate Hewson (Carla Gugino). Del primo trova il cadavere putrefatto ed evirato in una casa abbandonata, con la seconda – con la quale in passato aveva avuto una relazione – riesce a stabilire una specie di frequentazione facendosi invitare a cena a casa del marito. Insieme a Ethan c’è Beverly (Juliette Lewis), una barista che condivide i suoi sospetti sui misteri che aleggiano su Wayward Pines. Anche lei è finita in questa cittadina nella quale non si può parlare del passato, bisogna sempre rispondere al telefono se squilla e scappare è impossibile (c’è una recinzione di metallo ai confini).

I misteri si moltiplicano con il passare dei minuti. Microchip, telecamere e microfoni nascosti imperversano. Beverly crede di essere nel 2000, mentre Ethan non ha dubbi: siamo nel 2014, il Presidente degli Stati Uniti d’America è Obama e non Clinton.

Attorno a Ethan si muovono i personaggi secondari, dallo sceriffo Arnold Pope (Terrence Howard), che non vuole che i servizi segreti mettano il naso nel suo territorio e che non riesce a staccarsi dai coni-gelato, all’infermiera Pam (Melissa Leo), che, invece di curare l’agente, cerca di peggiorare le sue condizioni di salute. Ma ci sono anche l’enigmatico psichiatra dottor Jenkins (Toby Jones), la stralunata segretaria (altro rimando a Twin Peaks) che gioca a carte o si dà lo smalto, e la moglie di Ethan, Theresa (Shannyn Sossamon), che a Seattle con il figlio Ben Burke, interpretato da Charlie Tahan, scopre soltanto dal capo dei servizi segreti, Adam Hassler (Tim Griffin), che il marito è scomparso.

Wayward Pines è un mistery drama che alterna scene surreali a immagini oniriche, tra allucinazioni e flashback, rievocando X-Files e Lost. Imponente la fotografia, di altissimo livello la recitazione, elaborata la trama, solidi i dialoghi. Anche se la battuta più riuscita va attribuita a Hernan Lopez, President CEO Fox Iternational Channel, che sul palco dell’Auditorium della Conciliazione ha detto in apertura di serata:

Ethan quando giunge a Wayward Pines non sa dove si trovi e in che anno sia. Che è la stessa sensazione che ho provato io quando sono arrivato a Fiumicino.