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Vizi e Virtù – Conversazione con Francesco, in onda da stasera su Nove: le dichiarazioni di Don Marco Pozza

La conferenza stampa di presentazione di Vizi e Virtù – Conversazione con Francesco, in onda su Nove, da stasera fino a Pasqua.

20 Marzo 2021 18:35

Da stasera, sabato 20 marzo 2021, per un totale di tre serate evento (le altre due serate andranno in onda il 27 marzo e domenica 4 aprile, giorno di Pasqua), sul canale Nove, in prima serata (alle ore 21:25), andrà in onda Vizi e Virtù – Conversazione con Francesco, un “viaggio alla scoperta di vizi e virtù, luci ed ombre dell’esistenza umana”, con Papa Francesco e con Don Marco Pozza, cappellano del carcere Due Palazzi di Padova.

La serie evento è composta da un totale di 7 episodi dedicati al confronto tra vizi e virtù, come rappresentati da Giotto nella Cappella degli Scrovegni di Padova. Il dialogo tra Papa Francesco e Don Pozza avrà come filo conduttore proprio il delicato rapporto che intercorre tra i 7 vizi (Ira, Disperazione, Incostanza, Gelosia, Infedeltà, Ingiustizia, Stoltezza) e le 7 virtù (Prudenza, Giustizia, Fortezza, Temperanza, Fede, Speranza e Carità).

Le storie vere di persone che hanno vissuto la propria vita in bilico tra vizi e virtù saranno il fulcro di Vizi e Virtù – Conversazione con Francesco. Nella narrazione, interverranno anche sei personaggi famosi: Carlo Verdone, Mara Venier, J-Ax, Sinisa Mihajlovic, Silvia Avallone e Elisa Di Francisca.

Laura Carafoli, responsabile gruppo Discovery Italia, durante la conferenza stampa di presentazione della serie, ha parlato con orgoglio ed entusiasmo di questo progetto, che ha riscosso interesse anche a livello internazionale:

Siamo in un periodo storicamente difficile ma che ha visto Discovery continuare a produrre decine e decine di programmi. È un’emozione parlarvi di questa serie, una serie che nasce soprattutto grazie a Don Marco Pozza e Don Dario Viganò. Questa serie ha delle eccezionalità in sé. È la prima serie con protagonista il Santo Padre, è una serie factual, non è una serie scritta. Vedremo il Santo Padre parlarci, in maniera diretta, del senso dell’esistenza, attraverso i vizi e le virtù. Avremo il Santo Padre sul Nove per tre serate evento, due al sabato e l’ultima nella domenica di Pasqua. Da un punto di vista registico, tutto ha inizio dalla Cappella degli Scrovegni di Giotto. Poi, abbiamo 6 personaggi famosi che si sono messi a nudo, al servizio di questo racconto. Il cuore di questa serie, però, sono le storie comuni, storie che incarnano i vizi e le virtù, oggi. Il progetto ha suscitato entusiasmo anche a livello internazionale. Il 22 aprile andrà in onda in tutto il mondo uno speciale tratto da questa serie. È motivo di orgoglio per noi italiani e per Officina della Comunicazione. Perché abbiamo scelto il sabato sera? La controprogrammazione è sempre molto complessa. Trovare la spazio migliore è un lavoro certosino. Lo spazio del sabato sera è lo spazio del Nove Racconta che ha dato risultati incredibili. Abbiamo già segnato un solco in quella serata.

Don Marco Pozza, invece, ha svelato che l’idea della serie è nata all’interno del carcere dove presta servizio:

La serie è nata all’interno del carcere di Padova dove presto il mio servizio. Lì, ho visto la rappresentazione fedele della Cappella degli Scrovegni di Giotto. Vedendola riprodotta in carcere e vedendola riflessa nelle storie delle persone presenti in carcere, sono giunto ad una riflessione. Nessun uomo è tutto vizio o tutta virtù, in ogni uomo e in ogni donna, ci sono l’arcangelo e la bestia che fanno a pugni come in un’arena. Con Papa Francesco, abbiamo perlustrato l’animo delle storie di tante persone. Ho sempre ammirato il Nove Racconta del canale Nove. Questo connubio è nato grazie a Don Dario Viganò. Per me, è un onore che sia lui il regista e sono orgoglioso che si riconosca il suo tocco all’interno di questa serie. Avevo dubbi sul fatto che questa sfida potesse arrivare alla fine, soprattutto a causa della pandemia, ma abbiamo portato a casa il prodotto migliore possibile. C’è il filo conduttore del carcere, per ovvi motivi, perché è la terra dove lavoro. Questa è una conversazione e nella conversazione, c’è l’intimità: il tu a Papa Francesco è il tu della confidenza. Da questo progetto, è nato anche un libro. Ringraziamo Papa Francesco per la fiducia totale. È un lavoro che ha anche un tocco filmico e cinematografico e un taglio anche giovane.

Di seguito, trovate le dichiarazioni dei produttori. Iniziamo con Elisabetta Sola di Officina della Comunicazione:

Il progetto di Don Marco Pozza era chiaro. Venivamo da un’esperienza con Nove molto bella e ci siamo presi questa responsabilità e questo onore. È stato un progetto complesso e modulare. Il nocciolo centrale è la conversazione con Papa Francesco su vizi e virtù come rappresentati da Giotto. Avrebbe potuto essere già così, un progetto a sé stante. Poi, però, c’è l’elemento delle storie, che Don Marco e la nostra redazione sono andati a scovare, con criteri tecnici ma anche dettati dal cuore. Sono storie che valeva la pena raccontare. Sfido chiunque a non trovare qualcosa di sé in queste storie. I vip non si sono definiti vip all’interno di questa produzione. Abbiamo voluto evitare l’effetto “grillo parlante”. Sono personalità forti, perché sono eccellenze nei loro rispettivi ambiti, ma sono arrivati da noi, imbarazzati, generosi, disponibili, nel raccontare tanto di loro. Carlo Verdone, ad esempio, ha portato l’elemento di intimità che attraversa, poi, tutta questa produzione. Il linguaggio registico di Don Dario è andato a raccogliere un linguaggio di narrazione nuovo e particolare. All’interno delle storie, c’è molto materiale di repertorio. I protagonisti hanno aperto i loro diari e i loro album fotografici, i loro frammenti di ricordi e di intimità.

Di seguito, trovate le dichiarazioni di Nicola Salvi, sempre di Officina della Comunicazione:

Questa esperienza produttiva è stata un’esperienza comunitaria, di fratellanza. Si è creata veramente una grande comunità di persone che si sono messe al servizio, mettendo a disposizione la loro vita. Abbiamo vissuto questa comunità, ricevendo tanto in termini di ospitalità. È importante dirlo perché è un elemento che arriverà al pubblico. La produzione di questo lavoro è stata suddivisa in blocchi. C’è un momento fondamentale che è l’intervista al Santo Padre. Abbiamo, poi, il blocco della Cappella degli Scrovegni dove si è cercato di unire gli elementi necessari a Don Marco per la sua narrazione e gli elementi per raccontare questa immensa opera d’arte. E poi c’è un assetto più “leggero”, riguardante le storie.

Il regista di Vizi e Virtù – Conversazione con Francesco, infine, è Don Dario Viganò che, nel suo intervento, ha svelato i motivi dietro alcune scelte tecniche:

C’è un punto di partenza e un punto di arrivo che è la conversazione tra Papa Francesco e Don Marco Pozzi dove, all’interno, ci sono altri filoni narrativi. Le storie delle persone sono state catturate nelle loro case. La loro storia è stata raccontata in un contesto familiare, del quotidiano. Siamo entrati con rispetto e profondità dentro queste storie. Le storie sono state raccontate con due camere: una camera fissa frontale e una camera laterale e mossa. Sono due punti di vista che restituiscono il conscio e l’inconscio. La camera fissa rappresenta la lucidità, la seconda camera permette di far emergere ciò che esce dal cuore. I vip, invece, sono stati ripresi frontalmente in un luogo-non luogo. Abbiamo voluto i vip “nudi”, il luogo non era così importante, in questo caso. Poi, c’è il viaggio di Don Marco che unisce i diversi piani narrativi.