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TvBlog dietro le quinte di Adriana, Tino & Me. Quando l’Antoniano Non è la Rai – Intervista sul set

In esclusiva il backstage della nuova stagione dello show di DeaJunior e un’intervista a (Tata) Adriana Cantisani

pubblicato 25 Aprile 2013 aggiornato 3 Settembre 2020 18:56

Adriana, Tino & Me: foto dal backstage della seconda stagione

Immaginate di fare ricreazione nel tempio dello Zecchino d’oro, per poi scoprire che è stato colonizzato da attrazioni avveniristiche e produzioni di nuova generazione. E’ un po’ questo che diventano gli studi dell’Antoniano di Bologna, quando non risuonano le voci bianche del Piccolo Coro Mariele Ventre (che pure prova ininterrottamente tutti i giorni).

TvBlog sul set di Adriana, Tino & Me

Qualche giorno fa ho assistito alle registrazioni del programma Adriana, Tino & Me, che appunto si gira all’Antoniano (come potrete vedere dalle foto, la scenografia dello Zecchino si intravede sullo sfondo, anche se non è la Rai, ma Sky).

La seconda stagione dello show prescolare, con protagonisti come sempre Adriana Cantisani (già Sos Tata) e il pupazzo Tino, debutta sul canale DeA Junior (Sky, 623) lunedì 29 aprile. Quattro gli appuntamenti previsti per scandire la giornata dei bimbi e delle loro mamme: alle 7.00 il risveglio, alle 10.30 e 14.25 la preparazione del pranzo, alle 16.20 il gioco e alle 20.45 la fiaba della buonanotte.

Ne avevo già visto qualche pillola dal vivo, rimanendo colpito dal vivace montaggio in postproduzione: il reparto De Agostini ha ricostruito l’immaginario virtuale di una casa sull’albero, per poi allestire tre location vere e proprie: la cucina, un salottino e la cameretta.

A rendere vivo il mix tra fantasia e realtà – alla base di Adriana, Tino & Me – è l’accoppiata tra la Tata di Fox Life, con tutto il suo background di edutainment, e un pupazzo verde nuovo di zecca, Tino.

Tino, chi è, da dove viene e chi lo anima

Questo animaletto peloso, che in gergo si chiama puppet, non è stato realizzato dietro l’angolo, ma viene direttamente dalla fabbrica del cult internazionale Sesame Street. Insomma, è stato creato da Jim Henson, papà dei Muppets.

Ho saputo che la prima stagione è leggermente slittata proprio perché la “star”, Tino, non era ancora pronta al massimo dei suoi effetti speciali. Non appena entrato in studio mi è venuto un brivido: ho trovato Tino inanimato sulla scrivania mentre era “sotto i ferri”. Nel senso che stava perdendo qualche pezzo e lo stavano ricucendo. Visto che di Tino ce n’è uno solo, bisogna preservarne l’integrità (oltre al fatto che non può uscire per ora dall’Antoniano).

Ma chi è la voce e l’anima di Tino? Il suo nome è Francesco Mei, ha poco più di trent’anni e di mestiere fa il doppiatore. Nella sua carriera ha, però, già avuto altre esperienze con la tv dei ragazzi: dopo aver studiato al Dams, ha iniziato a collaborare con l’Antoniano per dare voce a uno dei pupazzi dei Fratelli Grimm.

Il lavoro di Francesco richiede nervi saldi e molta pazienza: praticamente muove e doppia Tino in contemporanea, restandosene tutto accartocciato in posti strategici per non comparire nelle inquadrature.

A stargli dietro con altrettanta tenacia è il regista Domenico Ciolfi, un vero e proprio maniaco del dettaglio. Lavora dietro a un monitor diviso in quattro camere e si porta a casa piccoli ciak che verranno poi cuciti in post-produzione.

All’inizio della giornata Tino ha girato da solo il blocco dell’allegrometro nella cameretta (ci sono giornate in cui la produzione “lavora solo con Tino”), poi – con l’arrivo sul set di Adriana Cantisani – ci si è spostati in cucina per le loro scene comuni.

Adriana, la Tata Clerici della tv prescolare

La Cantisani è un personaggio decisamente singolare, forse l’emblema della coach star credibile e, al tempo stesso, fortunata. Diventata famosa per il ruolo di Tata Adriana nel docu-reality di Fox Life, ha continuato a dividersi su più fronti, sia coltivando la sua occupazione principale (ha inventato un innovativo metodo di insegnamento dell’inglese ai più piccoli, English in fun) che diventando un volto della pree-school tv, rivolta ai bimbi dai 3 ai 5 anni e ai loro genitori.

Adriana è arrivata in cucina vestita coloratissima e con dei boccoli ricci portati indietro, evocando un incrocio tra Mary Poppins e Antonella Clerici. Ha quella genuinità casereccia delle regine della tv italiana, ma anche un’impronta didascalica internazionale e un primo piano molto materno.

Nella registrazione a cui ho assistito doveva girare le scene della piramide alimentare con Tino e ogni tanto è stata costretta a ripeterne qualcuna, perché per il regista dovevano rasentare la perfezione. Qui non siamo sulla generalista dove è buona la prima, ma ai livelli di cura del particolare di MasterChef. Persino se un quadretto appeso al muro della scenografia è storto, o se le uova non sono in bella vista, si rigira,

Adriana è perfettamente nella parte – quella di creare empatia sia con Tino che con il bambino a casa – ma qui le viene chiesto l’impossibile: fare un botta e risposta col pupazzo, parlare in camera in modo convincente e, soprattutto, muoversi correttamente, tutte e tre le cose contemporaneamente. Le hanno fatto rigirare delle scene solo perché non aveva fatto vedere bene la mozzarella, una volta tolta dal frigo. Ma lei, con sorriso e disponibilità, l’ha rigirata.

L’intervista di TvBlog ad Adriana Cantisani

In pausa pranzo abbiamo avuto modo di scambiare quattro chiacchiere (l’avevano già intervistata i colleghi di Bebeblog tempo fa). Dove? Alla mensa dei poveri dell’Antoniano, un’esperienza di cui mi sento di vantarmi più che di qualsiasi altro pranzo modaiolo post-conferenza. Perché all’Antoniano entri passando dal chiostro come nei conventi, poi percorri dei lunghi corridoi degni di un collegio, trovi anche allestito un mercatino di beneficenza e poi, appunto, c’è la mensa, il perfetto esempio di come il no profit incontri il profit (visto che i frati forniscono un’assistenza concreta sul territorio).

Tra pasta al pomodoro, formaggio morbido e insalatina vi propongo la mia intervista-chiacchierata, a una vip dei giorni nostri che la celebrità la prende a piccole dosi, continuando a fare una vita normale.

Ormai le vere star della tv siete diventati voi “coach”, che condividete in video la vostra esperienza. Che consiglio daresti a chi oggi vorrebbe diventare Adriana Cantisani?

“Sicuramente con la televisione si sono aperte delle porte che non mi aspettavo: collaborazioni con aziende, partecipazione ad eventi… Ora sto per pubblicare anche un nuovo libro. E’ strano per me dare dei consigli, perché non sono io che ho voluto diventare una coach tv, ma è questo tipo di tv che ha cercato me. Direi di limitarsi a fare cose di cui si è competenti. Io non sarei credibile a dirvi come mantenervi in forma, per questo è perfetto Marco Bianchi (lo chef-scienziato di Fox Life, ndr). Direi che devi mantenere la verità di chi sei”.

Come hai iniziato, allora, a fare televisione?

“Mi hanno contattato quelli di Magnolia per fare Sos Tata. Cercavano una persona dal profilo internazionale, non tanto per la conoscenza dell’inglese, ma per un’esperienza educativa diversa con il mondo dell’infanzia.Dopo aver trovato il mio nome su Google, passando dal sito del mio English is fun, hanno chiamato alla sede della scuola di Milano chiedendo di me. Ha preso il contatto mio marito, il primo a convincermi a fare il provino. Io non pensavo di essere adatta alla tv, invece mi hanno subito fatto indossare la divisa e chiesto di non tagliarmi i capelli. Mio marito ha capito subito che mi avevano presa, dopo avermi aspettato per più di quattro ore”.

Ti sarai subito rivolta a Tata Lucia, la veterana, per qualche consiglio…

“In realtà il pubblico pensa che noi lavoriamo insieme come un team, invece siamo tre professioniste diverse, anzi ora dovrei usare il maschile perché c’è anche il Tato, che si incontrano solo per girare le scene iniziali. Più che Tata Lucia, mi è stata di grande supporto Tata Francesca, forse perché siamo coetanee e da subito i nostri mariti si sono conosciuti”.

Come riesci a conciliare quest’impegno televisivo – sei Tata dalla quarta edizione – con le altre cose che fai?

“Nel caso di Sos Tata sono costretta ad assentarmi, pur per brevi periodi, perché giriamo in varie città d’Italia. Tra l’altro avevamo sempre girato in estate, mentre l’ultima serie l’abbiamo fatta in autunno. Per la prima volta i bambini andavano a scuola, anziché stare a casa per le vacanze, e abbiamo visto quanto i compiti mandino in tilt i genitori”.

Nel caso di Adriana, Tino e me, invece, fai casa e bottega, equilibrio perfetto…

“Sì, perché per puro caso De Agostini gira all’Antoniano di Bologna e io vivo a Bologna da quando mi sono trasferita in Italia (mio nonno era originario di Potenza, ma sono nata in Uruguay e ho studiato in California). Quindi, finite le registrazioni, posso tornare a casa dai miei figli, Alessandro di 18 anni e Tommaso di 14”.

Com’è lavorare in un programma per bambini così poco italiano? Per farlo ti sei ispirata anche tu alla tv americana?

“Sì e no. Sicuramente, per quanta tv trash esiste in America, c’erano ottimi programmi per bambini a cui rifarsi. Anche se Tino è figlio dei Muppets, noi non siamo la replica di Sesame Street. Adriana, Tino & me è un programma in cui si sono sposate perfettamente la mia visione e quella dell’I Do-tainment De Agostini, ovvero fornire ai genitori degli strumenti non solo educativi, ma anche pratici, per “fare insieme” ai propri figli. E poi con Francesco Mei lavoriamo anche 12 ore al giorno senza accorgercene, perché ci divertiamo insieme a farlo”.

Che feedback hai dalle famiglie su questo programma?

“Ora i bambini, agli eventi, non solo mi chiamano Tata, ma mi chiedono dove sia Tino. Ma Tino non posso ancora portarlo in giro con me… per ora!”.

Hai altri progetti tv per il prossimo futuro?

“Sì, mi vedrete cucinare con il mio amico Spyros in una puntata della nuova edizione di Help Kitchen, in cui mi alternerò con gli altri volti De Agostini. A me è sempre piaciuto spentolare e sono una che non butta via niente. Mio padre è stato un ristoratore, ma io non avrei potuto mai seguire le sue orme, volevo viaggiare e non restare vincolata a un posto”

Quindi sei una fan dei cooking show?

“A dire il vero gli addetti ai lavori mi prendono sempre in giro perché non ho mai tempo per guardare la tv. Ho conosciuto per la prima volta Spyros a una cena a Modena con un’autrice Magnolia, trovando in lui una persona deliziosa, ma non l’avevo seguito prima in tv. Da allora, però, ammetto di essere diventata una fan di MasterChef. Quest’anno Tiziana mi è piaciuta molto e ho trovato ingiusto l’accanimento nei suoi confronti”.

A questo punto io e Adriana ci siamo congedati perché lei, nel pomeriggio, aveva altre scene maniacali da girare, oltre a realizzare l’intervista per Sky Inside. Intanto all’Antoniano, che ha anche un cinema, iniziavano le code del primo spettacolo. Mai visti tanti mondi così diversi contaminarsi insieme. Se la Rai se lo fosse tenuto tutto per sé…

DeAJunior