Home Serie Tv The Big Bang Theory, un finale senza botto, e per questo perfetto

The Big Bang Theory, un finale senza botto, e per questo perfetto

Il finale di The Big Bang Theory riserva qualche sorpresa, qualche lacrima e tante risate, mantenendo intatto lo spirito della serie tv e dei suoi personaggi

pubblicato 18 Maggio 2019 aggiornato 30 Agosto 2020 19:47

-Attenzione: questo post contiene spoiler sul finale di serie di The Big Bang Theory-

La vera sorpresa del finale di The Big Bang Theory? Che, di fatto, nessuna “vera sorpesa” c’è stata. Lasciateci spiegare meglio: nel doppio episodio che ha chiuso, dopo 12 stagioni e 279 episodi, la sit-com multicamera più longeva della tv americana, colpi di scena ce ne sono stati, ma nessuno di questi è andato a rompere quello schema che Chuck Lorre ha costruito e mantenuto in piedi per tutti questi anni.

Cos’è successo nel finale di The Big Bang Theory?

Il doppio episodio regala ai personaggi numerose ovazioni da parte del pubblico. La prima arriva per Sheldon (Jim Parsons) ed Amy (Mayim Bialik) che, dopo una notte insonne, ricevono la telefonata che annuncia che hanno vinto il Premio Nobel per la Fisica. La seconda, invece, è tutta per Leonard (Johnny Galecki) che, poco dopo, approfitta dell’incredulità dell’amico per tirargli un sonoro schiaffo.

Mentre tutto il gruppo si prepara a partire per la Svezia, Amy rimane delusa da come appare sulla stampa che è accorsa in massa ad intervistare lei e Sheldon ed, aiutata da Raj (Kunal Nayyar), cambia look: capelli più corti, rossetto, una gonna… Un cambiamento che non piace a Sheldon, in crisi perché si rende conto che vincere il Nobel lo costringerà a subire numerosi cambiamenti nella sua vita.

A fargli capire che il cambiamento è “una costante dell’universo” è Penny (Kaley Cuoco), a cui va l’onore di essere il primo personaggio ad uscire dall’ascensore, finalmente riparato (una delle scene che ha ricevuto la maggiore approvazione del pubblico durante la registrazione).

La seconda parte del finale, invece, è ambientata due mesi dopo: fervono i preparativi per la partenza, quando scopriamo che Penny è incinta. In aereo si reca spesso in bagno, facendo pensare a Sheldon che sia malata e che possa contagiarlo. Alla notizia della gravidanza, Sheldon rimane abbastanza freddo, cosa che delude Leonard. Howard (Simon Helberg) e Bernadette (Melissa Rauch), invece, sentono la mancanza dei figli e pensano di tornare a casa prima della premiazione. Il comportamento di Sheldon induce sia loro che Leonard a volersene andare, ma il gruppo decide di restare per sostenere Amy.

Così, durante la consegna del Nobel, a cui Raj partecipa accompagnato nientemeno che da Sarah Michelle Gellar (guest-star a sorpresa della puntata), Sheldon decide di fare ammenda con un discorso in cui ammette che la propria vita spesso è stata incentrata su di lui ma che non sarebbe dove si trova ora se non fosse stato non solo per la sua famiglia e sua moglie, ma anche per la sua “seconda famiglia”. Chiede così ai suoi amici di alzarsi in piedi, chiamandoli uno per volta, e ringraziandoli sinceramente per il loro sostegno. L’episodio si conclude con il gruppo che, così come nella parte finale della sigla, si ritrova nell’appartamento di Leonard e Penny a mangiare, sulle note di una versione acustica del brano dei Barenaked Ladies.

Un big bang di emozioni

Nessuna sorpresa finale, nessun annuncio clamoroso (eccezione fatta per la gravidanza di Penny, che è stata rivelata quasi tra le righe), nessun cliffhanger: il finale di The Big Bang Theory va contro ogni tentazione di lasciare porte aperte e questioni in sospeso per tormentare il pubblico sul futuro dei suoi personaggi. A fine serie li vediamo dove li avevamo lasciati, a mangiare insieme e chiacchierare, senza sostanziali cambiamenti (Nobel a parte, ovviamente) nelle loro vite.

E’ come se The Big Bang Theory fosse finito, ma in realtà continuasse: così è, sicuramente, grazie alle repliche degli episodi, ma lo è grazie anche alla scelta di scrivere un finale che non cercasse l’effetto “boom” a tutti i costi ma che, piuttosto, preservasse l’innocenza dei protagonisti all’interno del loro mondo. Cambiamenti ce ne sono stati, ma questo non vuol dire rivoluzione. Nessun personaggio si è trasferito dall’altra parte del mondo, nessuno ha cambiato lavoro, nessuno ha dovuto dire addio.

Una serie tv da record come The Big Bang Theory avrebbe potuto veramente osare di tutto e stupire con effetti speciali. La scelta è stata invece differente: cambiare sì, ma non stravolgere, far compiere importanti passi ai personaggi senza che si vedessero travolti dagli eventi e, soprattutto, circondati dalle persone che amano. Come nella vita di tutti i giorni. Anche la scena della consegna del Nobel diventa una scena quasi ordinaria, dove a prevalere sono le parole di Sheldon, le battute, la ricerca del misto tra emozione ed ironia.

Un misto di commozione e di risate (quest’ultime da non sottovalutare, per una sit-com in onda da 12 anni) che hanno preso per mano il pubblico per ringraziarlo e dargli la sensazione che i sette amici di Pasadena, in fondo, sono sempre lì. Tutto così semplice, eppure tutto così funzionale, ironico ed efficace. E dire che tutto era iniziato con un Big Bang.