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Sotto copertura, miniserie Rai1: conferenza stampa

Sotto copertura, miniserie di Rai1: dichiarazioni di attori, regista e produttori

pubblicato 29 Ottobre 2015 aggiornato 9 Novembre 2020 16:35

  • 12.23

    Inizia la conferenza. Assente Montedoro, ci sono anche gli sceneggiatori Salvatore Basile e Francesco Arlanch.

  • 12.24

    La proiezione del film si è chiusa con l’esecuzione live della sigla da parte del rapper Lucariello.

  • 12.26

    Il direttore di Rai Fiction Andreatta: “Il formato della miniserie è diventato una eccezione per la Rai di oggi. È un formato, in questo, che sancisce la necessità di raccontare un evento che appartiene alla storia contemporanea. La posta in gioco della miniserie è la possibilità del cambiamento”.

  • 12.26

    Andreatta: “Abbiamo voluto dire che esiste la camorra, la mafia, ma esistono anche casalesi che hanno voglia di uscire da questa logica, persone perbene”.

  • 12.28

    Andreatta: “Sotto copertura cerca di evitare gli stereotipi. La storia parte da una vicenda reale ma diventa una trama avvincente. Abbiamo romanzato sul racconto. Il regista è stato passato da un registro all’altro – la caccia al super latitante e i sentimenti – con grande equilibrio”.

  • 12.28

    Andreatta: “Il bello di questa storia è che ha grandi chiaroscuri, i personaggi sono raccontati anche attraverso le loro debolezze”.

  • 12.30

    Andreatta: “C’è una storia d’amore, anche questa tratta dalla realtà, tra due giovani. Lei, Anna Corradi, alla fine rifiuta la criminalità e sceglie il sentimento. Il film si chiude con un elemento simbolico – dopo il cartello ‘Benvenuti a Casale’ dell’inizio, le campane della chiesa di don Peppino Diana che suonano”.

  • 12.30

    Matilde Bernabei: “Sono realmente emozionata, spero che la storia lasci un segno nei giovani. Abbiamo usato linguaggi che permettessero di allargare il film al pubblico dei giovani. Crediamo che questo lavoro sia un fatto avanti rispetto al rappresentare problematiche dure facendo vedere che possono esserci soluzioni”.

  • 12.34

    Matilde Bernabei: “Ci impegneremo per cercare di diffondere a livello internazionale il prodotto. Gomorra, ottima serie, ha avuto diffusione internazionale. Vorremmo andare nei Paesi in cui è stato venduto Gomorra. Qui affrontiamo il tema in modo diverso rispetto a Gomorra”.

  • 12.34

    Luca Bernabei: “Questa fiction è dedicata a due agenti di Polizia. La fiction inizia con un omicidio vero. Il 27 aprile 1993 a Napoli venivano uccisi Michele Del Giudice e Gennaro Autuori. Alla loro memoria dedichiamo la fiction”.

  • 12.36

    Luca Bernabei racconta l’incontro con Vittorio Pisani: “È un uomo riservato, per nulla esibizionista. È un duro, è un leader vero, gli agenti lo chiamano capo”.

  • 12.37

    Bernabei: “Pisani mi disse ‘i latitanti compiono atti criminosi, il mio dovere è privarli della libertà, ma non della dignità’. Aveva un forse senso della squadra, parlava con amore della sua squadra”.

  • 12.38

    Bernabei: “Vittorio Pisani faceva togliere i passamontagna ai suoi uomini, a questi eroi del quotidiano”.

  • 12.40

    Bernabei: “Vittorio non è qui oggi, perché è a Napoli per lavoro. Mette la vita professionale prima di tutto”.

  • 12.40

    Il regista Manfredonia: “I punti salienti del racconto sono tutti realmente accaduti. Anche alcuni dialoghi sono reali, per esempio quello al momento della cattura o della scena dei passamontagna. È una storia che suggerisce degli schemi narrativi molto chiari e precisi”.

  • 12.43

    Il regista: “Il primo fotogramma del film, in cui una macchina da presa inquadra una via che porta ad un paese, nel quale ci immergiamo. Come fa il commissario Romano che si cala dentro il contesto. Casal di Principe pian piano è diventato un personaggio del film, l’esigenza di girare lì non è estetica ma narrativa. Casal di Principe era narrativamente giusto, è anche un po’ fuori dal tempo”.

  • 12.46

    Lo sceneggiatore Basile: “È una indagine di Polizia, ma sono i sentimenti a determinare le svolte dell’indagine. Non potevamo raccontare le vite private dei poliziotti, per questioni di privacy, sarebbe stata una violenza. Quindi abbiamo romanzato le loro vite. Eravamo molto preoccupati di questa cosa. Dopo aver scritto la prima versione di sceneggiatura l’abbiamo mandata a Pisani, eravamo timorosi. Lui mi guardò e mi disse: ‘Ma guarda che questi siamo noi!”. È stato un momento molto emozionante”.

  • 12.49

    Lo sceneggiatore Arlanch: “Nella maggior parte dei film di mafia c’è di fondo la visione per cui chi vive nella mafia ha un destino ineluttabile. In questo film invece ci sono uomini che si trovano di fronte ad una scelta”.

  • 12.50

    Arlanch: “È un film che dà speranza e fiducia”.

  • 12.51

    Gioè: “Pisani l’ho incontrato, ci siamo capiti, è un uomo del Sud. Ho capito la tenacia con cui ha dovuto lottare in un territorio considerato spesso dai governi un territorio di Serie B”. Presenti in sala anche alcuni poliziotti.

  • 12.52

    Gioè: “Attraverso gli occhi di Pisani ho scoperto quanto la sua determinazione sia parte integrante della sua vita”.

  • 12.53

    Gioè: “In questo film ci siamo ancorati alla sceneggiatura, più che alla ricostruzione storica”.

  • 12.54

    Bernabei: “Il distributore di Gomorra ha visto Sotto Copertura ed è rimasto colpitissimo. C’è richiesta di questo tipo di prodotto, ma qui è interessante che ci sia una risposta positiva nel parlare di camorra. Tutti i servizi pubblici europei, proprio perché c’è stato Gomorra, possono avere un prodotto che in qualche modo dà risposte complete”.

  • 12.58

    Il vice direttore Rai Fiction Nardella: “Il linguaggio di questa miniserie è internazionale”.

  • 13.01

    Andreatta: “La scelta da parte nostra di raccontare questa storia non è influenzata da altri prodotti”. Il riferimento è a Gomorra.

  • 13.02

    Andreatta: “Abbiamo fotografato che al Sud ci sono molte persone che non aderiscono alle logiche mafiose”.

  • 13.03

    Il processo a Pisani è raccontato nella fiction? Bernabei: “Speriamo di raccontarlo in un’altra fiction, quello sulla cattura di Zagaria. Pisani è stato assolto in primo e secondo grado”.

  • 13.05

    Caprino: “Per interpretare Iovine mi sono basato su quel poco che c’è di video su di lui, essendo stato latitante per 15 anni. Mi sono basato sul video dell’arresto. Ma non volevo fare l’imitazione di Iovine, anche perché era impossibile”.

  • 13.07

    Domanda di Blogo: “Per quale motivo è stato sostituito Alessandro Preziosi?” Bernabei: “Quando si inizia a lavorare su progetti si parla con chi hai vicino; la prima idea era stata su Alessandro perché è di Napoli. E poi aveva appena fatto don Diana”.

  • 13.10

    La cattura di Iovine avvenuta grazie alla figura di Anna Corradi, Basile spiega: “È avvenuto davvero così, è un fatto storico”.

  • 13.11

    Manfredonia specifica che fu proprio Pisani a puntare sugli affetti dei criminali: “Vittorio ha sconfitto questi uomini puntando sulle loro debolezze”.

  • 13.12

    Arlanch: “Per gli agenti la storia d’amore tra Anna e un bravo ragazzo che nulla c’entrava con la camorra è stato un ostacolo in realtà. Quasi speravano che facesse la scelta non giusta, altrimenti avrebbero dovuto ricominciare le indagini”.

  • 13.14

    Il regista: “Il covo dove viveva Iovine non è stato ancora trovato, non si sa neanche se esiste”.

  • 13.19

    Bernabei: “Pisani non l’ho mai sentito lamentarsi del processo. I dirigenti della Polizia sono uomini di un’altra caratura, sono servitori dello Stato, ragionano in maniera diversa”.

  • 13.23

    Parlano anche gli altri attori che compongono la squadra mobile. Folletto: “Il mio personaggio Carlo Caputo vuole entrare nella squadra per motivi che poi si capiscono. È disposto a qualunque cosa per entrare nella squadra”.

  • 13.23

    Raffaella Rea: “Sono Rosanna, do l’apporto femminile al lavoro di squadra. Nella prima puntata affronta la perdita dell’uomo che ama. Con Romano ha un rapporto stretto. Pecca forse di durezza, di poca comprensione nei confronti della giovane Anna”.

  • 13.27

    Iaia Forte interpreta la procuratrice: “Ho un rapporto conflittuale con il commissario Romano. Gli mette dei freni”. Poi aggiunge: “Io faccio poca tv, ma ho avuto il piacere di lavorare con attori strepitosi e su una ottima sceneggiatura. È stata un’esperienza positiva”.

  • 13.27

    Dalila Pasquariello interpreta Anna: “Non è una donna debole, è furba e forte. Non aveva paura di Iovine, lei è profondamente radica a Casale. Quando incontra Emilio capisce che c’è altro oltre a quello che vive quotidianamente”.

  • 13.28

    Filippo Scicchitano è Emilio: “Il bene e il male? La fiction racconta entrambi in modo onesto, senza avere santini. Emilio è un bravo ragazzo, però il fatto che non sia implicato con la camorra non vuol dire essere per forza un bravo ragazzo”.

  • 13.30

    Iovine guardando la fiction in tv in galera si vergognerà di se stesso? Bernabei: “Per come è costruita la miniserie Iovine non si sentirà per niente un fico né un eroe. Non c’è nessun santino, ma si vede chiaramente che Iovine sta con quelli che fanno il male. Secondo me si sentirà una schifezza guardandosi in tv”.

  • 13.33

    Andreatta: “Non abbiamo mitizzato Iovine, abbiamo provato a rendere anche le miserie della sua scelta”.

  • 13.33

    Il rapper Lucariello, che ha realizzato anche la sigla di Gomorra: “Lancio un messaggio per dire che la camorra è nella stanza dei bottoni. Le radio passano solo il rap dolce, la canzone d’amore. Con il mio testo racconto la violenza e quello che c’è dall’altra parte”.

  • 13.36

    Finisce la conferenza.

Tra pochi minuti avrà inizio la conferenza stampa di presentazione di Sotto copertura, la miniserie in onda su Rai1 lunedì 2 e martedì 3 novembre alle ore 21.10. Blogo la seguirà in tempo reale.

Presenti gli attori che compongono il cast: Claudio Gioé (che interpreta il vicequestore Michele Romano), Guido Caprino (il boss Antonio Iovine), Filippo Scicchitano, Dalila Pasquariello (Anna), Simone Montedoro, Raffaella Rea, Iaia Forte e Antonio Gerardi. C’è anche il rapper Lucariello (Luca Caiazzo), autore ed interprete del brano “Miettice ‘a faccia”, sigla finale della miniserie (musica di Paolo Buonvino).

Si tratta di una produzione Rai Fiction-Lux Vide, prodotta da Matilde e Luca Bernabei. La regia è di Giulio Manfredonia

Sotto copertura è una fiction ispirata a una storia vera: a cinque anni di distanza, il racconto della cattura del boss del clan dei casalesi, Antonio Iovine, ad opera della Squadra Mobile di Napoli.