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Nicolò De Devitiis: “Sogno di condurre un programma musicale”

Sei mesi prima di vedere mandato in onda il suo primo servizio: parte così nel 2014 la carriera di Nicolò De Devitiis a Le Iene

15 Novembre 2021 08:20

Inviato de Le Iene, ma non solo. Nicolò De Devitiis dal 2014 fa parte della squadra del programma capitanato da Davide Parenti, ma nel frattempo ha già avuto la possibilità di fare esperienze anche altrove, dal Wind Summer Festival del 2017 a Dance dance dance nel 2018.

Finito il liceo classico, ti iscrivi a Giurisprudenza, ma presto capisci che non è la tua strada e passi ad Economia, dove poi arrivi a fare anche la magistrale in Marketing. Come arriva la tv in tutto questo?

Il mondo dello spettacolo mi ha sempre affascinato, ma non l’ho mai preso in considerazione veramente perché credevo che fosse necessario, come dice la vulgata, avere delle conoscenze. Era un sogno nel cassetto, che ho sempre coltivato di nascosto, facendo corsi di recitazione e altre cose sempre in assoluta segretezza. Poi per gioco è nata ai tempi dell’università l’idea del “bike blogger” per rispondere alla moda che stava nascendo delle fashion blogger. Quando ho iniziato a vedere che funzionava, ho mandato una mail per presentare questo mio progetto a tutte le principali testate, arrivando ad ottenere spazio su Repubblica, ma anche sul Sole 24 ore. A quel tempo, oltre a studiare, lavoravo in un negozio di abbigliamento ed ero diventato il commesso di fiducia di Paolo Calabresi, che lavorava anche a Le Iene. Dopo il successo di questa mia iniziativa sui social, gli chiesi di propormi per il programma. 

E da lì poi è partito tutto. Cosa ti ha spinto a proporti a Davide Parenti e cosa secondo te lo ha convinto a sceglierti?

Quando Paolo mi ha dato il suo indirizzo, non sapevo neanche chi fosse Davide. Gli ho mandato una mail di quattro pagine e lui mi ha risposto con una sola parola: “Vediamoci”. Sono andato su a Milano e dopo avermi sentito parlare diversi minuti mi ha detto: “Dai, vediamo cosa sai fare”. Sono uscito di lì sapendo di dover realizzare un servizio da solo. Dopo sei mesi quel servizio non era ancora andato in onda perché aveva bisogno di essere rivisto. Io ero totalmente acerbo, non avevo mai preso in mano una telecamera. Avevo capito che quella poteva essere un’occasione irrepetibile, ma mi trovavo di fronte a un bivio: iniziare a lavorare per quello per cui avevo studiato o lasciarmi tutto alle spalle e buttarmi a capofitto in questa esperienza. Davide un giorno venne a Roma e mi propose di andare a Milano, cuore pulsante delle Iene. Andai a stare da lui e così finalmente esordii nel programma.

Le Iene vengono tanto discusse dall’esterno: com’è fare parte della squadra di questo programma in prima persona?

È un programma che puoi fare solo con cuore e passione: ogni servizio nasce da una nostra proposta e da una nostra intuizione. Con Le Iene io ho un costante rapporto di “odi et amo”, come in una relazione sentimentale: quando si litiga per una cosa è perché talvolta ci si tiene troppo.

Tu sui social veicoli un’immagine specchio di positività e ottimismo. Professionalmente che cosa ti fa arrabbiare?

In generale, sia nella vita che nel lavoro, non tollero l’ipocrisia. Sono uno che le cose le dice in faccia e dritte, senza giri di parole.

Sei molto attivo su Instagram, dove hai un buon seguito in termini di followers. Alla conduzione di X Factor, per il dopo Cattelan, è stato scelto un volto privo di profili social. I rumors prima dell’ufficializzazione di Tersigni davano te come possibile conduttore. Come hai preso questa decisione?

Sono stato molto lusingato di essere accostato a un programma come X Factor che da sempre seguo e apprezzo. Qualora arrivi il momento per arrivarci, spero di farmi trovare pronto.

Il versante conduzione quindi è qualcosa a cui sei interessato in prospettiva futura?

Assolutamente sì e per lo più mi piacerebbe condurre un programma musicale.

Saresti quindi a pronto anche a lasciare Le Iene?

Sarò sempre riconoscente a Le Iene e a Davide per la fiducia che mi ha dato sette anni fa. Ora ho ben chiaro dove voglio arrivare e quello che immagino come il mio percorso ideale, ma non ho fretta. Ho scelto di dire dei no e intanto voglio continuare a imparare, perché con questo lavoro lo si fa quotidianamente.