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Natural Born Comedians: i nuovi volti della stand-up comedy lanciati da Comedy Central

Il nuovo programma sulla stand-up comedy in onda su Comedy Central.

pubblicato 30 Giugno 2015 aggiornato 2 Settembre 2020 13:15

E’ davvero apprezzabile il lavoro di supporto che Comedy Central sta facendo a favore di una diffusione sempre più ampia della stand-up comedy. Questa scelta fa sì che Comedy Central, canale 124 di Sky, da un punto di vista qualitativo, sia il canale che offre l’offerta più soddisfacente per quanto riguarda la comicità e la satira.

Il 2015 si sta rivelando veramente un anno fortunato per i cultori della stand-up comedy e per tutti gli spettatori che si vogliono avvicinare per la prima volta a questo tipo di comicità.

Per quanto riguarda casa nostra, Comedy Central ha iniziato l’anno con la seconda edizione di Stand Up Comedy, il programma che ha visto la partecipazione del gruppo Satiriasi composto da Giorgio Montanini, Filippo Giardina, Francesco De Carlo, Saverio Raimondo, Pietro Sparacino, Velia Lalli e Mauro Fratini.

Aprile 2015, invece, è stato Il Mese dello Stand Up, un’iniziativa che ha coinvolto tutti i canali mondiali di Comedy Central con una programmazione speciale dedicata ai migliori spettacoli di comici italiani e internazionali.

Ora è il turno di Natural Born Comedians, una sorta di talent show (una definizione, forse, un po’ troppo pop) dedicato ai volti più freschi della stand-up comedy italiana.

Natural Born Comedians ha debuttato lunedì scorso, 22 giugno 2015, alle ore 23 con due puntate dalla durata di circa mezzora. In ogni puntata, in onda ogni lunedì, Natural Born Comedians ci fa conoscere quattro nuovi talenti della stand-up comedy e della comicità in generale.

Questi sono i comici che abbiamo visto nelle prime due puntate:

Luca Ravenna: Luca è un comico milanese che vive a Roma nel quartiere romano del melting pot per eccellenza, l’Esquilino; nel suo primo monologo, Luca ha quindi affrontato l’argomento delicato degli extracomunitari, semplicemente raccontando la realtà vera senza arrampicarsi sui luoghi comuni;

Francesco Frascà: Francesco è un comedian paradossale fin dall’inizio, con quel suo abbigliamento da “cummenda” che poco si addice con gli argomenti di cui ha trattato: lavoro, precarietà e disoccupazione; nel suo primo monologo, parlando di sicurezza, Francesco ha parlato di… ascensori, a dimostrare che basta poco per essere originali;

Martina Catuzzi: formazione teatrale alle spalle, Martina mischia un linguaggio esplicito ad un’immagine pulita e gradevole; anche lei, come Velia Lalli, rigetta il femminismo, preferendo offrire il punto di vista femminile che è un’altra cosa: “Se avessi un pene, gli metterei i vestitini!”;

Nicolò Falcone: comedian dall’aria disincantata, si candida come “rompicog*lioni” per antonomasia, parlando anche lui di argomenti noti come il lavoro, gli operatori call center e i Testimoni di Geova, senza fermarsi al primo commento da bar, uno dei motivi per i quali sempre più spettatori si stanno rivolgendo alla stand-up comedy;

Daniele Tinti: il più convincente tra quelli visti al primo monologo; Daniele ha coraggio, visto che ha esordito parlando del Papa e dei santi, paragonando San Francesco al cacciatore di Cappuccetto Rosso; è ovvio che, seguendo questa strada, non vedrà mai una telecamera di un programma Rai, per questo motivo è un comico da tenere maggiormente sott’occhio;

Stefano Rapone: Stefano ha proposto un sottogenere difficile, la metacomicità, presentandosi come un comico depresso, vittimista e nichilista con il solo fine di impietosire il pubblico e ottenere un “pom*ino di compassione”; per palati fini;

Renato Minutolo: Renato ha offerto punti di vista antiretorici per quanto riguarda argomenti sempre attuali come, ad esempio, matrimoni e adozioni per le coppie gay: “Una coppia gay non può adottare un bambino ma deve!”; come sottolineato anche prima, basta davvero poco per distinguersi;

Daniele Fabbri: volto noto nell’ambiente della stand-up comedy italiana, Daniele è pronto per contesti più importanti e il suo primo monologo, riguardante rapporti interpersonali tra etero e gay e disturbi ossessivi-compulsivi, è risultato tra i più maturi.

Michela Giraud: Michela ha offerto la comicità più accessibile, ricca di riferimenti pop anche televisivi; già vista a Colorado (con il freno a mano tirato, però), sul palco di Natural Born Comedians, è nettamente più a suo agio (“Volevo essere una megafregna!” “Uno si rompe il ca*zo ad essere l’amica simpatica!”);

Daniele Lanzillotta: dal suo primo monologo, si può intuire una grande attenzione ai testi e la volontà di trattare temi legati all’attualità con più profondità. Daniele, probabilmente, manca di una caratteristica distintiva ma i margini di crescita artistica ci sono;

Stefano Gorno: tra i più coraggiosi anche se forse ha messo troppa carne sul fuoco; Stefano, già visto a Zelig Off con gli Gnomiz, si presenta con un monologo satirico su ateismo, pedofilia, seminario, con battute anche su Stephen Hawking, sull’omosessualità e sulle citazioni sui social network. Altri comici avrebbero timore a parlare anche di uno solo di questi argomenti;

Gabriele Antinori: anche Gabriele risulta tra i comici meno “traumatici” per il pubblico che si avvicina per la prima volta alla stand-up comedy; a prima vista, appare come un comico classico, pronto ad ironizzare sulla propria sfiga con le ragazze, ma in realtà non si adagia sugli stereotipi, cercando anche battute “complicate”, come nel caso dell’ironia (non offensiva) sui disabili.