Home Maurizio Costanzo Maurizio Costanzo Show diventa Quinta Colonna: il caso di Caivano trattato a suon di populismo forcaiolo

Maurizio Costanzo Show diventa Quinta Colonna: il caso di Caivano trattato a suon di populismo forcaiolo

La seconda puntata del talk dedicata in parte a Napoli, tra cronaca e populismo.

pubblicato 16 Maggio 2016 aggiornato 2 Settembre 2020 00:51

Tornato alla sua formula consueta, il Maurizio Costanzo Show nella sua seconda puntata ha accantonato l’Uno contro tutti per tornare al solito dibattito col parterre di ospiti vip.

Costanzo ha voluto cominciare la puntata partendo da un argomento di cronaca e cioè l’omicidio della piccola Fortuna Loffredo, la bimba di 6 anni abusata e gettata nel vuoto nel Parco Verde di Caivano. Sono stati ospitati dunque la famiglia della piccola e l’avvocato Angelo Pisani. Purtroppo proprio durante il talk su questo caso delicatissimo e gravissimo il talk show è scivolato in un vortice di populismo forcaiolo che ha ricordato un altro programma di Rete4, Quinta Colonna di Del Debbio.

E’ vero che una storia dell’orrore come quella di Caivano possa suscitare sentimenti di rabbia e, più in generale, di pancia, ma la aizzare il popolino con argomentazioni demagogiche non è il miglior modo per informare su una vicenda così complessa. Dopo il racconto dei genitori della piccola Chicca, ad aprire le “danze populistiche” è stato infatti proprio Maurizio Costanzo che – alla stregua di molti politici ‘aizzafolle’ – ha invocato la castrazione chimica per i pedofili:

Su questi argomenti perdo un po’ il lume della ragione e dico una cosa adesso che mi creerà antipatie e chiedo scusa. Io dinnanzi a questi episodi di pedofilia invoco il peggior castigo: la castrazione chimica perché non è tollerabile. Le Autorità del luogo facciano fino in fondo il loro mestiere e proteggano questi bambini.
Abbiamo il dovere di salvarli tutti.

Gli applausi scroscianti dello studio – facili da conquistare su argomenti così sensibili – e degli ospiti ha fatto capire sin da subito il dove stesse dirigendosi il dibattito. A rincarare la dose c’hanno pensato il ballerino Stefano De Martino: “Chi tocca un bambino non ha diritto di stare nel nostro stesso mondo” e soprattutto il cantante Gigi D’Alessio, che ha invocato il ripristino della pena di morte:

Più che la castrazione chimica, ci vorrebbe la pena di morte per i pedofili. Sì, perché devono morire.

Consci che le opinioni sono da rispettare tutte così come la libertà di esprimerle e consapevoli che non tutti possano conoscere/condividere le garanzie e i diritti inviolabili riconosciuti dal nostro sistema giuridico, ma con una tale dose di retorica, populismo e demagogia si fa un buon servizio d’informazione? A ciò si aggiunge un altro momento quantomeno ‘strano’ ed inspiegabile: ad un certo punto il cantante napoletano ha fatto una domanda alla madre della piccola – ossia come abbia fatto a non accorgersi di nulla e degli abusi – e dopo pochi secondi di risposta della donna c’è stato un taglio netto, molto brusco, quasi una censura, ed è svanito l’audio (proprio come la scorsa settimana durante la lite Corona – Cecchi Paone). Probabilmente e comprensibilmente si è voluto evitare di far ascoltare dettagli troppo intimi e delicati della vicenda (che riguardano pur sempre una bambina di soli 6 anni), ma allora perché consegnarci la sequenza “domanda – accenno di risposta – censura/muto – facce attonite e sconvolte degli ospiti” (in particolare Salvatore Esposito con le mani al volto e Gigi&Ross)? Perché usare tagli nel montaggio così vistosi ed eclatanti? Elementi che danno ragione a tutti coloro che non avevano alcuna nostalgia della lunga assenza del Maurizio Costanzo Show dal piccolo schermo.

Fortunatamente la seconda parte del programma ha preso una piega diversa, tornando anche a far sorridere e a intrattenere (come nella tradizione del talk, soprattutto in queste stagioni di prima serata) con i racconti di Iva Zanicchi(che si è cimentata anche in un’ardita dichiarazione d’amore agèe a Raoul Bova), gli sketch di Gigi&Ross, le canzoni di Gigi D’Alessio e, soprattutto, l’intervista alla grandissima Franca Valeri. Ci si augura sia questa la strada da intraprendere nelle prossime puntate “tradizionali” o che si ritorni all’Uno contro tutti che, nonostante i limiti, grazie all’alto potenziale di ‘telerissa’ mantiene un appeal televisivo maggiore.

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Maurizio Costanzo