Dallo scorso settembre è alla conduzione di Linea Verde, uno dei titoli storici di Rai 1. È Livio Beshir, conduttore e attore, che in molti conoscono per le sue interviste sui red carpet. Per anni, infatti, è stato sui red carpet italiani dei concorsi cinematografici per intervistare attori e registi dei film in concorso.
Il mondo della recitazione, sia a teatro che per il cinema e le serie tv, non l’ha ancora abbondato. Almeno per quest’anno, però, il suo principale impegno saranno le registrazioni di Linea Verde, che lo portano ogni settimana ad una trasferta diversa. “Anche per una questione caratteriale, tendo a fare una cosa alla volta e preferisco evitare di strafare: less in more” ci spiegherà, infatti, nel corso dell’intervista lo stesso Livio Beshir, che abbiamo raggiunto telefonicamente prima che partisse per una nuova settimana di registrazioni di Linea Verde, impegno che condivide insieme a Peppone Calabrese e Margherita Granbassi.
Come consideri questa opportunità che è arrivata nella tua carriera televisiva?
È una bella gratificazione professionale. La sto vivendo con grande entusiasmo e tanta gratitudine.
È arrivata in maniera inaspettata? Chi ti ha cercato?
Mi ha chiamato il direttore Angelo Mellone, con il quale ho fatto una serie di colloqui. In questi incontri abbiamo parlato di tutto, non solo di lavoro. Abbiamo discusso delle nostre passioni, della vita, delle problematiche di tanti giovani, del problema dell’inconsapevolezza, dell’approssimazione e del pressappochismo che caratterizzano spesso la nostra società. Abbiamo parlato di letteratura, di libri: tutto fuorché di lavoro. Questo mi ha fatto capire che dall’altra parte c’era una persona che stava ascoltando.
Avevi già lavorato con Angelo Mellone?
Nei passati anni avevamo lavorato insieme al Prix Italia. Io avevo condotto le cerimonie di premiazione in lingua inglese e, lavorando con lui, avevo toccato con mano, grazie alla sua passione e alla sua professionalità, la volontà della Rai di riportare in auge un premio così prestigioso.
Sui social diversi sono stati i “ma chi?” all’annuncio del tuo arrivo alla conduzione di Linea Verde. Ti dispiace che dopo più di dieci anni di lavoro in tv il tuo volto fatichi ancora ad essere riconosciuto?
Non è un qualcosa che ho considerato. Più che sulle singole percezioni mi baso sui dati di fatto. Sicuramente non ho la popolarità di Fiorello, però almeno chi fa televisione un po’ di mie cose le ha viste e i feedback che mi sono arrivati sono diversi dal “ma chi è questo?”.
Vedi già i primi effetti della notorietà che un programma come Linea Verde inevitabilmente porta con sé?
Linea Verde è un qualcosa di molto più grosso, a livello di audience, rispetto a tutto quello che ho fatto prima. Mi rendo conto che c’è molta più attenzione, data dall’importanza del programma, dalla collocazione in palinsesto e dai numerosi telespettatori che seguono la trasmissione. Questo ovviamente si sente anche nella vita quotidiana.
Un profilo poliedrico come il tuo cosa può portare di proprio in un programma dalla struttura consolidata come Linea Verde?
Sicuramente porto il mio carattere e le mie attitudini artistiche. Sono una persona nostalgica, curiosa, amante della storia. Credo poi di riuscire a comunicare registri verbali differenti, in base anche a quelli che sono i testi: dalle parti comiche con Peppone all’approfondimento storico, culturale e agroalimentare con i vari ospiti.
Che cosa ti sta invece insegnando un programma come Linea Verde?
Oggi, al di là del mio lavoro, la mia quotidianità è in linea con un progetto come Linea Verde. Io sono nato in campagna, in provincia, e oggi sono tornato a viverci, facendo una scelta di vita, di felicità, non di quantità. Linea Verde è arrivata nel momento giusto della mia vita perché mi permette di toccare con mano quelle realtà che di fatto caratterizzano la mia quotidianità: rappresenta una continuità con il mio stile di vita.
Cosa c’è ora nel tuo orizzonte professionale, allargando lo sguardo al di là della sola televisione?
Linea Verde è la mio priorità in questo momento. Anche per una questione caratteriale, tendo a fare una cosa alla volta e preferisco evitare di strafare: less is more. Mi avevano ad esempio proposto la seconda stagione di Call my agent, ma non ho potuto accettare, così come ho dovuto rinunciare al Prix Italia quest’anno. Nella prossima stagione riprenderò solo nel fine settimana Persone Naturali e Strafottenti di Peppino Patroni Griffi, uno spettacolo che porto in giro per l’Italia da cinque anni con Marisa Laurito e per il quale l’anno scorso ho vinto il Black Movie Award. È uno spettacolo rodato, che non richiede più di qualche giorno di prova e che per questo non compromette i miei impegni con le registrazioni. Poi continuo ad essere impegnato con i Golden Globe, per i quali sono votante internazionale. Quest’anno però non andrò ad Hollywood perché sarò sicuramente in una stupenda località italiana a raccontare le sue bellezze per Linea Verde.
Questo “prima di tutto Linea Verde” si può leggere come un anteporre in questo momento la tua carriera televisiva rispetto a quella nel mondo della recitazione?
Sono sia un attore che un conduttore televisivo. Non ho mai pensato che una di queste due professioni debba escludere l’altra. Sicuramente in questo momento della mia vita questo progetto – che è bellissimo – è quello che mi dà particolari emozioni e gratificazioni e mi auguro di continuarlo il più a lungo possibile. La televisione è ciò che ad oggi mi ha dato più popolarità e quindi sto investendo e voglio continuare ad investire su questa.