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Zangrillo contro la Gruber: “Non mi invita mai. Se andassi a Otto e mezzo avrei davanti un plotone di esecuzione”

A L’Aria che tira Alberto Zangrillo attacca Lilli Gruber: “Non accadrà mai, ma se dovessi andare a Otto e mezzo avrei davanti un plotone di esecuzione”

31 Maggio 2021 16:09

Alberto Zangrillo va all’attacco di un volto di La7 e lo fa…su La7. Destinataria delle critiche del primario, ospite lunedì mattina a L’Aria che tira, è Lilli Gruber, colpevole di non avergli mai aperto le porte di Otto e mezzo: “Non accadrà mai, ma se dovessi andare dalla dottoressa Gruber una sera, avrei davanti un plotone di esecuzione. Invece vengo da lei perché la considero leggermente più buona e meno animosa nei miei confronti”.

Myrta Merlino ha immediatamente preso le parti della collega di rete (“è una professionista, vedrà che le farà le domande corrette”), non riuscendo però a placare l’irritazione di Zangrillo: “Non è vero, prima di tutto perché non sono mai stato invitato, secondo perché qualcuno è sempre stato imbeccato. Quante volte la domanda è stata posta a qualcuno dicendo ‘ma allora a Zangrillo che dice che il virus è clinicamente morto, lei cosa risponde?’. Piantiamola, facciamo i seri. Io non sono né di destra, né di sinistra, sono un medico”.

Esattamente un anno fa a Mezz’ora in più, proprio Zangrillo affermò che il virus a livello clinico non esisteva più. Una presa di posizione che scatenò roventi polemiche. “Ho fotografato la realtà, non mi rimangio una virgola, la mia frase è stata oggetto di miserabili speculazioni da parte di tristi personaggi in quotidiana e affannosa ricerca di ribalta mediatica. Ho dato a mangiare loro per un anno“.

Immancabile infine la stoccata a Massimo Galli, con il quale Zangrillo si è scontrato più volte: “Io non ce l’ho con nessuno, voglio soltanto essere lasciato in pace e se dico che non vado in televisione riesco a stare via dalla televisione per 6-7 mesi. Faccio un mestiere in cui curo i malati, soprattutto i malati gravi. Anche quei malati che vengono dall’ospedale Sacco di Milano, che sarebbero altrimenti deceduti”.