Home Mara Venier Lamberto Sposini: “Mara a La Vita in Diretta mi ha lasciato perplesso”

Lamberto Sposini: “Mara a La Vita in Diretta mi ha lasciato perplesso”

A Lamberto Sposini si può dire tutto, che è diventato un presenzialista dei più onnipresenti e altezzosi, oltre che un giornalista in caduta libera di immagine. Ma, nonostante tutto, la sua conduzione de La Vita in diretta, pur annoiata e un po’ snob, si è sempre distinta per impeccabilità e professionalità. L’imminente terza stagione, dopo

pubblicato 15 Agosto 2010 aggiornato 5 Settembre 2020 13:34

A Lamberto Sposini si può dire tutto, che è diventato un presenzialista dei più onnipresenti e altezzosi, oltre che un giornalista in caduta libera di immagine. Ma, nonostante tutto, la sua conduzione de La Vita in diretta, pur annoiata e un po’ snob, si è sempre distinta per impeccabilità e professionalità. L’imminente terza stagione, dopo due anni di grande successo ai danni della concorrenza, si apre con una svolta: la co-conduzione con Mara Venier. Se persino il pubblico è rimasto scettico di fronte a questo ribaltone, Sposini per primo ammette su Vanity Fair che all’inizio non l’ha presa bene:

“A dire il vero, appena la Rai mi ha comunicato la scelta di affiancarmi una conduttrice donna, sono rimasto perplesso. La vita in diretta è sempre andata bene. Solo, ho vinto, e con largo margine, la concorrenza. Poi, mi hanno spiegato che è un arricchimento per dare più peso al programma. Ne ho preso atto e dividiamo la poltrona: io mi occuperò più della parte politica e sociale, delle emergenze e della nera. Mara più di quella leggera: la cronaca rosa, lo spettacolo. Per qualche tempo, abbiamo abitato nello stesso palazzo, a Campo dei Fiori. Mara era al piano di sopra, io di sotto. Buongiorno e buonasera. Mai un caffè insieme, una cena, una festa. Uscì però sui giornali una foto di me sotto il portone con sua figlia, Elisabetta Ferracini. La stavo salutando, titolarono Saranno Sposini. Fu il primo fascicolo che l’allora neogarante della privacy si ritrovò sulla scrivania”.

Sposini commenta anche il suo strano percorso, che l’ha visto passare dalla conduzione seria di un telegiornale alla televisione a tutto tondo. Negli ultimi anni, infatti, lo abbiamo ‘beccato’ ovunque, dalla giuria di Ballando con le stelle e Ciak, si canta al parterre di opinionisti fissi dell’Arena di Giletti:

“Non è lavoro di serie B, ci metto tutto l’impegno anche se agli occhi dei più fa poco prestigio. Un giorno dal niente mi telefona Fabrizio Del Noce, con cui avevo lavorato quando era corrispondente in America. Ci siamo visti: “Fai La vita in diretta”, mi dice. E io: “Perché no?”. Porto in onda il mio bagaglio da ex capo degli Speciali e inviato. E poi, certo, il Paese reale non è quello che s’interroga su Sposini annoiato. E’ quello che vedi ciabattare in infradito negli outlet di periferia o alle sagre. Bisogna entrarci dentro, per capirlo. Io credo di piacere alle donne della mia stessa estrazione, over 60 soprattutto. Sentono, credo, che sono figlio del popolo: mio padre era un operaio, mia madre una casalinga, i miei nonni contadini. E io ho un bisogno fisico di toccare la terra”.

Di recente si vociferava di un rinnovato connubio tra Sposini e Mentana, vista la nomina di quest’ultimo a direttore del Tg La 7. Il diretto interessato non smentisce:

“Abbiamo rischiato di ricomporre il tandem. La pensiamo allo stesso modo su come dovrebbe essere l’informazione in Italia. Per me, Enrico resta il numero uno. Ho avuto colloqui con la rete, poi sono state fatte scelte diverse”.

C’è spazio anche per qualche aneddoto sugli inizi di carriera. E su un episodio particolarmente “significativo”:

“Mai avuto il sacro fuoco. Ho iniziato a fare il giornalista perché avevo solo bisogno di lavorare. Paese Sera stava aprendo le sue cronache locali. Così, mi presentai alle sedi regionali. Poi gli incontri fanno metà dell’opera. Bisogna incappare nelle occasioni. Se no, puoi essere il più bravo, e rimani sott’acqua (…). Mangiare una coscia di pollo in diretta è stata una berlusconata ante litteram, restava solo quella cosa clamorosa da fare, per dimostrare che cantonata stavamo prendendo con l’influenza aviaria, di cui sarebbe dovute morire decine di migliaia di persone. A ripensarci, era buona. E credo che risollevò di un 1 per cento le vendite crollate dei polli”.

Insomma, Sposini nonostante tutto resta una persona seria.

Mara Venier