Home La7 La tv che gli italiani vorrebbero non è la tv che gli italiani domandano. Dov’è il trucco?

La tv che gli italiani vorrebbero non è la tv che gli italiani domandano. Dov’è il trucco?

Ogni volta che qualche associazione no profit tira fuori un sondaggio relativo a quello che i telespettatori vorrebbero e non vorrebbero dall’offerta televisiva, puntualmente viene fuori un campione che sembra appartenere a un altro pianeta, se non ad un altro Sistema Solare. I reality show per esempio. I reality show sono come la Juventus. O

pubblicato 7 Gennaio 2010 aggiornato 5 Settembre 2020 19:42

Ogni volta che qualche associazione no profit tira fuori un sondaggio relativo a quello che i telespettatori vorrebbero e non vorrebbero dall’offerta televisiva, puntualmente viene fuori un campione che sembra appartenere a un altro pianeta, se non ad un altro Sistema Solare. I reality show per esempio. I reality show sono come la Juventus. O Berlusconi. Nessuno li può soffrire, però tutti li guardano (o li tifano, o li votano). Delle due l’una: o gli intervistati si divertono a mischiare le carte in tavola, oppure le rivelazioni dell’auditel sono gonfiate ad uso e consumo degli inserzionisti. L’ultima è dell’associazione Comunicazione Perbene (qui il gruppo su Facebook) che asserisce come l’attuale tv non piaccia alla maggior parte dei telespettatori. Il sito di Comunicazione Perbene ha chiesto ai suoi utenti di inviare una mail contenente le proposte per la televisione del 2010. Sono arrivate 1470 partecipazioni dal 20 dicembre al 4 gennaio e i risultati emersi sono stati, come al solito, del tutto opposti alla realtà dei fatti.

Bocciatissimi, appunto, i reality show: per il 65% dei partecipanti questi sarebbero proprio da cancellare dai palinsesti. Poco graditi anche i giochi a premi che sono soliti regalare alte cifre in denaro (57%). La gente sembra non poterne più delle telerisse (il 71%, numero enorme, si dice insofferente), salvo poi andare a premiare proprio quelle trasmissioni che fanno della violenza verbale, dove non fisica, il punto di forza. Misteri dell’incoerenza catodica. In generale, i telespettatori sembrano bocciare quei programmi che “propongono come modelli vincenti la mediocrità e l’ignoranza (49%), nei quali per vincere basta il non saper fare nulla (38%) e in generale dove si ha l’esaltazione e la celebrazione di chi è prepotente verso chi non la pensa allo stesso modo (35%)”. Esattamente quelle trasmissioni, cioè, che vincono con puntualità plebiscitiaria la gara dell’auditel…

Passiamo ora a quello che la gente vorrebbe dalla televisione futura.

Il 78% gradirebbe un maggiore investimento nella produzione di varietà. Semmai condotti da nomi quali Fiorello (69%), Raffaella Carrà (36%) e Adriano Celentano (29%). Un bel numero (52%) lo si vede associato al nome di Roberto Benigni, semmai alla conduzione di un one man show, come già capitato di recente sulla Rai. I documentari? Arrivano al 68% delle preferenze: su tale fronte guidano ovviamente la classifica Piero Angela e il figlio Alberto (rispettivamente con il 72% e per il 63%), seguiti da Tessa Gelisio (59%), Valerio Massimo Manfredi di La7 (44%) e Mario Tozzi (38%).

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