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Fratelli di Crozza, attacco frontale a Meloni e Letta in un debutto in cui c’è poco da ridere

Fratelli di Crozza torna con la nuova edizione nell’ultimo giorno di campagna elettorale tra le imitazioni Meloni, Letta, Parisi e Re Carlo.

23 Settembre 2022 23:00

La nuova edizione di Fratelli di Crozza debutta nell’ultimo giorno di campagna elettorale, un venerdì 23 settembre che segna non solo l’inizio dell’Autunno ma anche la fine di una delle pagine più tristi della storia politica recente. Di questo, di certo, si nutrirà la prima puntata di Fratelli di Crozza, in onda questa sera – venerdì 23 settembre, appunto, in prima serata su NOVE e in streaming su discovery+. Diciamo subito che il programma è prodotto da ITV Movie per Warner Bros. Discovery ed è firmato da Maurizio Crozza, Andrea Zalone, Francesco Freyrie, Vittorio Grattarola, Alessandro Robecchi, Alessandro Giugliano, Claudio Fois e Gaspare Grammatico, con la regia di Massimo Fusi, la scenografia di un signor professionista come Marco Calzavara e la fotografia di Daniele Savi.

Se da una parte la coda di campagna elettorale – e di questa in particolare – fornisce spunti a josa per il racconto satirico di Maurizio Crozza è anche vero che la par condicio, intesa in questo caso soprattutto come ‘necessità’ di rappresentare tutti i protagonisti di questi ultimi mesi, può creare qualche scompenso narrativo: troppa carne al fuoco per una sola puntata, insomma. Certo è che tra i nuovi protagonisti di stagione ci sono Giorgia Meloni ed Enrico Letta.

Fratelli di Crozza, anticipazioni prima puntata

Oltre a quella di Giorgia “Sono una madre” Meloni e di Enrico “Occhi di tigre” Letta, Maurizio Crozza ha preparato in poco meno di due settimane la parodia del fu Carlo, Principe del Galles ora Re Carlo III: l’attualità, in questo caso planetaria, chiama e Crozza risponde prendendo spunto dalle primissime uscite, e gaffes, ufficiali del nuovo sovrano in circostanze ufficiali. Il lancio della nuova parodia non poteva che essere legato alle disavventure con stilografiche e calamai che hanno rivelato il carattere del nuovo Re e della regina consorte Camilla. Per tornare a casa nostra, spazio al premio Nobel Giorgio Parisi, che insegna agli italiani come risparmiare il gas cuocendo la pasta.

 

Fratelli di Crozza, la recensione

Un teatro pieno di pubblico, rigorosamente mascherinato, accoglie Maurizio Crozza che segue il suo schema ben rodato costruendo un unico filo narrativo che parte dall’inetto Carlo III e passa per la mamma, la donna forte e stabile di cui anche noi avremmo bisogno. E si arriva così, piuttosto rapidamente, ai due personaggi politici della stagione, Giorgia Meloni ed Enrico Letta. Se le tv hanno sognato un confronto diretto tra la leader di Fratelli d’Italia e il segretario del PD, Crozza risolve il problema attaccando frontalmente entrambi sia nello spiegone che anticipa le parodie che nelle imitazioni stesse.

Della prima – la leader dei due volti, quello atlantista e quello nazionalista, quello rassicurante e quello ‘preoccupante’ – disegna non solo una parodia in cui richiama le origini della Garbatella, ma soprattutto ricorda le gesta politiche, dal voto per Ruby nipote di Mubarak ai 16 anni in Parlamento (è entrata nel 2006). Ma il successo della Meloni è solo una conseguenza: la causa sono, per Crozza, tutti i segretari del PD che si sono succeduti negli ultimi 20 anni e che “hanno lavorato indefessamente per portare la meloni dal 4% a Palazzo Chigi“.

Da qui, dunque, il passaggio a Enrico Letta è immediato: il continuo riferimento alla sua esperienza a Science Politique alla Sorbona di Parigi, citata a ogni pie’ sospinto nei suoi discorsi, quella ‘debolezza’ retorica nella campagna elettorale così lontana dagli “occhi di tigre” che dovevano fare paura alle Destre lo trasformano in un leader senza leadership. Crozza non gliele manda a dire, riassumendo che “ha lasciato i cogli*ni a Parigi, dove ha insegnato a Science Politique”.

Fratelli di Crozza

La Par Condicio fa sì che parli un po’ di tutti: cita Draghi, altra novità, parodiato mentre riceve premi che avrebbero dovuto ricevere altri, tipo Conte (appena citato), mostra il Di Maio volante sui pizzaioli di Napoli, recupera il Matteo ‘Jerry Lewis’ Renzi che è stato un suo cavallo di battaglia con una spolverata di Carlo Calenda e arriva a Silvio Berlusconi, di cui recupera la dichiarazione fatta a Porta a Porta su Putin che voleva “solo mettere al posto di Zelensky un governo di persone perbene“.

“Silvio, quanta fig@ ti ha dato Putin per farti dire queste putt@nate?”

sintetizza Crozza prima di dedicargli uno spazio all’insegna dello sbarco su Tik Tok. Mancano all’appello Salvini e Conte.

Sul fronte ‘civile’ – o meglio tra politico e ‘civile’ – ci si muove tra il ritorno del ministro Cingolani, di stretta attualità visti i rincari energetici, la nuova parodia del Premio Nobel Parisi eun Flavio Briatore dall’accento che incrocia cuneese e genovese. L’unica vera consolazione, l’unico vero sorriso ‘sans souci’ è con Re Carlo III, incapace di far tutto. Ma tutto tutto tutto…

Fratelli di Crozza

Il cuore di questo debutto è però tutto nella parte politica che offre una rassegna di ‘macchiette’ su cui però non c’è davvero niente da ridere. Il programma conserva questa struttura ormai sempre più orientata allo spiegone politico condito dalla parodia ‘comica’ e sempre meno alla satira ‘in quanto tale’, di quella che mette in luce le contraddizioni e le debolezze di un personaggio senza concedere molto al didascalico. Che invece tende ad abbondare.

In conclusione l’invito ad andare a votare e a “godersi in libertà questo weekend perché è l’ultimo… di settembre“.

E venerdì prossimo si riparte. In tutti i sensi.

 

Fratelli di CrozzaLa7