Per la seconda volta Frank Matano è alla conduzione di Prova Prova Sa Sa. Le nuove quattro puntate, accompagnate da una quinta extra, sono disponibili dallo scorso giovedì su Prime Video. I comici che quest’anno hanno preso parte al programma sono Maccio Capatonda, Maria Di Biase, Aurora Leone, Francesco Mandelli, Lucia Ocone, Francesco Pannofino, Marta Filippi e Francesco Arienzo.
Il percorso televisivo di Frank Matano, fatto nell’ultimo periodo principalmente da progetti legati alle piattaforme OTT, affonda le radici nella tv generalista. Tutto per lui partì però da Le Iene, dove arrivò nel 2009 come inviato.
Che ricordi associ alla tua prima vita televisiva da Iena?
Le Iene sono state la mia università: è un posto che ti permette di imparare più cose. Il primo giorno in redazione è stato come andare a piedi in autostrada. In realtà io in quegli anni non ho prodotto migliaia di servizi come si può pensare. Ho sempre trovato difficile fare quel lavoro, anche se Le Iene sono state per me una palestra fondamentale.
Come andò il primo incontro con Davide Parenti?
Me lo fece conoscere Giovanni Benincasa. Davide mi iniziò a fare domande, ma io non avevo mai conosciuto una persona come lui. Mi fece notare che gli scherzi telefonici erano un’idea più vecchia del mondo, ma allo stesso gli stavo simpatico e lì ci siamo subiti acchiappati. Mi fece andare a Milano, con la promessa che lì avrei imparato il mestiere.
Che rapporto mantieni con lui oggi, a distanza anni?
Io lo sento come un membro della mia famiglia e penso che questo sia reciproco. Sono molto amico dei suoi figli e gli voglio proprio tanto, tanto bene. Per lui sono a disposizione sempre: è stato davvero molto generoso con me.
Nel 2015 intraprendi un altro percorso televisivo che si sarebbe rivelato poi quello – al momento – più longevo nella tua carriera, ovvero Italia’s Got Talent. Continui ancora a divertirti nel ruolo di giudice?
Sì. Intanto perché mi piace il gruppo di lavoro: sono persone meravigliose ed è stimolante lavorarci insieme. Poi perché il format secondo me continua ad essere imprevedibile. Io continuo a sentirmi molto a casa a Italia’s Got Talent.
Non hai avuto esitazioni nell’accettare di continuare a ricoprire il ruolo di giudice anche dopo il passaggio a Disney+? Il rischio poteva essere – come pare confermato dallo scarso interesse che ha suscitato – che il programma scomparisse agli occhi del grande pubblico generalista.
No, anzi il cambio di mezzo è stata uno degli aspetti che più mi ha stimolato. Mi piaceva sia il fatto che la durata delle puntate venisse ridotta sia che le puntate si potessero guardare in qualsiasi momento, sganciate dalla messa in onda lineare. Confrontarsi con una realtà come quella Disney è stato poi un altro aspetto stimolante. Questo cambiamento mi ha dato nuovo entusiasmo per affrontare ancora una volta l’avventura di Italia’s Got Talent.
Saresti pronto ad accettare quindi anche una nona edizione da giudice di Italia’s Got Talent?
Sì, direi di sì. È un posto che sento sempre molto vicino a me.
Per la prima edizione di Prova Prova Sa Sa avevi sottolineato il tuo ruolo nella scelta del cast, rivendicando anche la decisione di mantenere un cast fisso. In questa seconda edizione il cast è mobile e cambia nel corso dei vari appuntamenti. A cosa è dovuta questa scelta?
Il format originale nasce con un cast formato da più di quattro persone. Il problema più grande sta però nel trovare una squadra di comici che si metta in gioco improvvisando, soprattutto quando questi hanno lo spessore di Maccio (Capatonda, ndr). In questa seconda edizione, avendo già tre persone che lo avevano fatto insieme, abbiamo potuto aggiungere più facilmente altre persone per dare varietà e imprevedibilità al programma.
In che misura e in quali aspetti la prima edizione ha influenzato la creazione e lo sviluppo di questa seconda edizione?
Per me la prima e la seconda edizione di un programma si possono paragonare a un trasferimento in una casa. Per la prima edizione devi prestare attenzione a molti aspetti, mentre a partire dalla seconda ti puoi concentrare sui particolari. Quindi si possono perfezionare delle cose che nella prima edizione ancora bisognava capire come funzionassero. Ad esempio, ci siamo accorti che la prima stagione aveva un montaggio forse troppo ritmato. A Prova Prova c’è sicuramente però libertà di sperimentare cose che non si potrebbero fare da altre parti.
In tutto questo, il sodalizio con Prime Video proseguirà con il tuo ritorno alla co-conduzione di LOL 4? Non è ancora stata annunciata ufficialmente questa nuova edizione, ma pare essere in arrivo dato che questa estate con le registrazioni LOL Talent Show: Chi fa ridere è dentro si è cercato il decimo concorrente tramite un contest fra comici non ancora famosi.
No comment.
Hai in mente di proporre tue nuove idee a Prime Video, con cui ha sviluppato Prova Prova Sa Sa?
Mi piacerebbe fare nuovamente Prova Prova con più giorni di tempo per fare laboratorio con i comici. È un programma che permette di fare tante cose originali dentro. Mi piacerebbe anche portarlo nei teatri come live con il pubblico.
A Rolling Stone hai dichiarato di non sentirti all’altezza di Sanremo. Non ti sentiresti all’altezza neanche di affrontare uno show di prima serata su una tv generalista?
Non penso. Per preparare uno show in prima serata serve per me seguire il modello americano, dove si costruisce uno show di un’ora grazie ai numeri di pochi minuti fatti in serate e serate nei club. In questo momento non mi sentirei pronto perché non ho fatto quel lavoro che ritengo fondamentale per riuscire a fare uno spettacolo del genere. In futuro però ho l’ambizione di fare uno spettacolo teatrale che possa diventare una vera prova per un progetto televisivo.