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Phoebe Waller-Bridge ed il suo “no” a Fleabag 3: ma perché le serie tv devono durare tanto?

L’autrice ed attrice è al lavoro su un nuovo misterioso progetto con Prime Video. Fleabag, come ha sempre sostenuto lei, non deve andare avanti

5 Marzo 2022 10:40

Se tu che stai leggendo hai divorato le due stagioni di Fleabag -per chi non le avesse ancora viste, sono su Prime Video: correte!-, sicuramente avrai fatto i salti di gioia nello scoprire che la sua autrice ed interprete Phoebe Waller-Bridge tornerà con un nuovo progetto misterioso.

La notizia è di pochi giorni fa: una serie di cui non si sa nulla e che rappresenta il primo passo nell’accordo siglato nel 2019 tra Waller-Bridge e Prime Video per la produzione di contenuti originali. Eppure, anche con questa notizia c’è ancora qualcuno che si chiede: ma perché non fanno Fleabag 3?

Ad ormai tre anni dalla messa in onda della seconda stagione della serie -quella che ha fatto esplodere il fenomeno Waller-Bridge, tanto da farle vincere quattro Emmy Awards e due Golden Globe– l’affetto del pubblico per questa comedy apparentemente normale non si è placato. Ma no, Fleabag 3 non si farà: la stessa attrice ed autrice ha detto più volte di essere convinta di aver fatto la scelta giusta quando ha deciso di far scendere il sipario sulla serie che le ha regalato così tanta popolarità.

E per quanto chi scrive sia un fan di Fleabag, la trova la scelta giusta. Lo star-system, vuoi per ovvie ragioni vuoi per abitudine, tende a spremere un’idea vincente fino all’osso o, meglio, fino a quando il pubblico non riconosce più la storia a cui si era appassionato. “Se un’idea funziona, perché fermarsi?” è quello che produttori e network si ripetono e che ci hanno fatto credere essere l’unica via possibile.

Invece l’alternativa c’è, e due anni fa è stata Phoebe Waller-Bridge a mostrarcela. Con non poco coraggio: interrompere una serie pluripremiata che, francamente, avrebbe potuto proseguire con una terza -e, perché no, quarta- stagione non è da tutti.

Fleabag, di fatto, non ha un finale vero e proprio: la sua autrice ha voluto raccontare una parte di vita di una giovane donna alla presa con un trauma, una famiglia disfunzionale e dei sentimenti che spaventano. Eppure, questa sua incompiutezza la rende compiuta: come quando frequenti una persona per parte della sua esistenza e poi, all’improvviso, non la senti più. Non te ne fai un cruccio e ne conservi il ricordo, un affettuoso ricordo.

Fleabag è così: breve ma intensamente divertente e profonda. E bene fa Waller-Bridge a rimanere sul suo punto, a guardare avanti ed a pensare a nuove storie e nuovi personaggi da rendere popolari anche se, magari, li incroceremo solo per poco tempo.