Drugs Live, Channel 4 prova l’ecstasy in diretta tv
In Gran Bretagna un gruppo di volontari ha assunto ecstasy in diretta tv per testare gli effetti dell’MDMA sul cervello umano. Questo il succo di Drugs Live – The Ecstasy Trial, un esperimento scientifico che ha scatenato grandi polemiche.
Mentre in Italia si armeggiava con le fasi finali di “Veline”, la Gran Bretagna faceva i conti con Drugs Live – The Ecstasy Trial, trasmissione di matrice scientifica, in onda mercoledì 26 e giovedì 27 settembre scorso su Channel 4, che ha testato in tv gli effetti dell’ecstasy.
Siete basiti? Beh, l’idea del programma è ‘semplice’. In Gran Bretagna si consumano quasi mezzo milione di pillole di ecstasy all’anno, ma non se ne conoscono nel dettaglio gli effetti dell’ecstasy sul cervello umano e men che meno ne hanno idea i telespettatori, tra cui qualche consumatore abituale dovrà pur trovarsi. E così perché non sperimentare gli effetti dell’MDMA in tv somministrando a un gruppo di volontari una bella pasticchetta ‘per vedere l’effetto che fa’?
Sembrerebbe un modo shock per dissuadere il pubblico dal consumo, un ‘extreme reality’ a sfondo sociale. In realtà a essere ‘estremo’ è l’approccio scientifico: l’obiettivo, infatti, è quello di parlare dell’MDMA senza pregiudizi, cercando piuttosto di dimostrare al mondo che l’ecstasy può essere un farmaco (e il doppio valore di ‘drug’, che in inglese indica sia ‘droga’ che ‘farmaco’ moltiplica l’effetto di senso) facendo prevalere l’oggettività del dato misurabile senza cedere al politically correct. Un approccio laico che per molti si è tradotto in un’apologia dell’ecstasy e che ha scatenato un vero e proprio putiferio, rivitalizzando, se ce ne fosse bisogno, il dibattito sulla spregiudicatezza della tv.
Ingredienti: 25 volontari di provenienza ed estrazione diverse, tra cui l’attore Keith Allen, lo scrittore Lionel Shriver, un vicario, un ex deputato e un ex-soldato delle SAS, corpo d’elite dell’esercito britannico; una pasticca di MDMA di 83mm a testa; una macchina per la risonanza magnetica; uno maggiori studiosi dell’ecstasy, ovvero il professor David Nutt, psicofarmacologo dell’Imperial College di Londra e a capo di un progetto di ricerca sull’uso dell’MDMA in medicina; last, but not least, una diretta tv con due serate a disposizione per raccontare alla Gran Bretagna l’ecstasy ‘fuori dalle discoteche’.
Il risultato è Drugs Live, presentato da Channel 4 come un innovativo ‘studio scientifico’ composto di due puntate di un’ora, in due serate consecutive, condotte da Jon Snow (beh, mettici pure uno che si chiama ‘neve’…) e destinate a restare nella storia della tv. Nella prima spazio alla somministrazione dell’ecstasy con verifica degli effetti sul cervello e sugli stati mentali/fisici, anche attraverso risonanza magnetica, commentati in diretta con la testimonianza dei volontari; nella seconda approfondimento sull’uso dell’MDMA nel trattamento di patologie neuro-psichiatriche. Nel rispetto della ‘par condicio’ e soprattutto per pararsi da ulteriori critiche, era presente in studio anche un esponente della ‘corrente’ più oltranzista del ‘no alle droghe, senza se e senza ma’, per manifestare il proprio scetticismo sulle ricerche svolte e sui risultati del professor Nutt, personaggio, peraltro, già noto in Patria per aver dichiarato, suppergiù, che l’ecstasy è meno pericoloso di una cavalcata, dichiarazione che gli è costata il posto di consulente governativo per la lotta alle droghe.
Va da sé che l’esperimento tv non è che l’abstract di una ricerca ben più approfondita del prof. Nutt e della sua équipe, che testa da tempo il modo in cui l’MDMA stimola il cervello e il suo possibile uso in medicina e che non si è lasciato sfuggire l’occasione di presentare in tv il suo lavoro (qui un approfondimento), tentando inoltre di mettere in luce i possibili benefici dell’uso del principio chimico nel trattamento della Sindrome da Stress Post-Traumatico, patologia che colpisce il più delle volte i reduci di guerra e che ormai sta diventando un problema sociale nei paesi che hanno da anni truppe nelle zone calde del pianeta, come la Gran Bretagna.
Ma al pubblico britannico la somministrazione ‘in diretta tv’ di ecstasy non è proprio piaciuta, tantomeno i risultati illustrati dal prof. Nutt. Alla fine della prima puntata, peraltro, solo l’ex membro dell’esercito pare abbia manifestato segni di malessere, mentre gli altri 24 volontari avrebbero riportato stati di benessere. Un risultato che ha indignato ancor di più il pubblico, lesto a ‘gridare’ allo scandalo per l’improprio spot al consumo di droghe su Twitter e Facebook.
Certo, programmi del genere sono delicati e ‘potenzialmente’ pericolosi, visto che si richiedono massicce dosi di spirito critico, di lucidità mentale e di equilibrio psichico, sia da parte di chi li realizza che di chi li segue, sintesi non semplicissima da ottenere in tv. E alla classica domanda ‘Ma in Italia vedremo mai una cosa del genere?’, beh, mi viene da rispolverare uno, se non l’unico, ‘esperimento (para)scientifico in diretta’ avvenuto sulle nostre reti. Era la stagione 1985/86 e a Domenica In l’indimenticabile Mino Damato passeggiò sui carboni ardenti, attizzando polemiche infinite.
Di droga davanti alle telecamere in Italia ne gira ben poca: a memoria ci sovviene giusto un’intemperanza di Marco Pannella che regalò hashish in diretta tv ad Alda D’Eusanio nel corso di una puntata di Italia in Diretta, anno 1995. Inutile dire che scattarono interrogazioni parlamentari.