Home Fiction Once upon a time, Grimm e Cenerentola: la fiaba è di successo in tv. Sintomo di fuga dalla…reality?

Once upon a time, Grimm e Cenerentola: la fiaba è di successo in tv. Sintomo di fuga dalla…reality?

Il pubblico italiano ed americano ha apprezzato tre produzioni che si rifanno alle fiabe: è ora di scappare dalla…reality?

pubblicato 2 Novembre 2011 aggiornato 5 Settembre 2020 02:17


Le fiabe in tv hanno spopolato nella settimana appena passata, sia in Italia che all’estero. Per una serie di coincidenze, infatti, abbiamo assistito nel giro di pochi giorni a ben tre produzioni che hanno rivisto e riadattato a contesti diversi da quelli di provenienza, personaggi e storie delle fiabe più popolari, ovvero “Cenerentola”, “Once upon a time” e “Grimm”. Ed il risultato ha sorpreso, oltre che evidenziare quanto i gusti del pubblico siano orientati verso determinate richieste.

Once upon a time

Once upon a time

Il 23 ottobre sulla Abc ha debuttato “Once upon a time”, la nuova serie scritta da due autori di “Lost” e con Jennifer Morrison nei panni di una salvatrice inconsapevole di tutti i personaggi del mondo delle fiabe, catapultati senza memoria del loro passato nel mondo moderno, caotico e senza speranza. Un’idea intrigante ma anche azzardata, visti i tempi che corrono anche in America: puntare su uno show con solo una trama verticale orizzontale e senza casi di puntata è stato un rischio, che però è stato premiato dagli americani.

La prima puntata è stata vista da 12,9 milioni di telespettatori, con un rating nella fascia 18-49 del 4.0. Risultati che neanche la Abc si aspettava, considerata anche la collocazione domenicale poco certa, in cui neanche più i misteri di “Desperate Housewives” catturano grandi numeri. La seconda puntata, domenica scorsa, ha confermato il successo, con 11,7 milioni di persone ed un rating del 3.9.

Grimm

Grimm

Venerdì è toccato alla Nbc lanciare la sua serie fiabesca, il crime “Grimm”. Scritto da David Greenwalt, autore di “Buffy”, la serie ripropone alcuni spunti tratti dalla serie con la Cacciatrice, raccontando della scoperta di un detective di essere l’ultimo della dinastia dei Grimm, i due fratelli autori di numerose fiabe (il cui contesto, al contrario da quello che le varie versioni successive ci hanno presentato, era molto dark), che in realtà non avrebbero fatto altro che scrivere un “inventario” delle creature mostruose che vivono nel nostro mondo. All’ultimo Grimm, quindi, il compito dare loro la caccia.

In questo caso, trama orizzontale e trama verticale si fondono, cercando un punto di incontro che possa non confondere quella parte di spettatori che potrebbe perdersi qualche episodio. A maggior ragione, la scelta di sfruttare le due linee narrative è necessaria per gli ascolti in una serata critica come quella del venerdì sera. Nonostante sia andata in onda una sola puntata, i numeri sono confortanti, soprattutto se si considera la concorrenza in onda. Nella stessa serata in cui si è giocata la finale delle World Series, che ha registrato 25,4 milioni di telespettatori, “Grimm” è stato visto da 6,4 milioni di persone (2.1 rat.).

Cenerentola

Cenerentola

Tornando in Italia, domenica e lunedì Raiuno ha trasmesso “Cenerentola”, film-tv tratto dalla celebre fiaba e per l’occasione contestualizzato nella Roma degli anni ’50, sfuggendo così ad ingenti sforzi di budget nel ricreare le atmosfere con cui la storia si è fatta conoscere. Una fiction su cui ci siamo già espressi e che, convincendo soprattutto il pubblico più grande per via della mancata presenza di elementi favolistici, ha stregato il pubblico, con 6,3 milioni di telespettatori (26,18% di share) nella prima parte e 6,9 milioni (27,94%) nella seconda, stracciando la concorrenza di “Distretto di polizia 11” prima (2,8 milioni, 12,35%) e del “Grande Fratello” poi (3,5 milioni, 17,28%).

La fuga dalla… reality

Cosa c’è alla base di questi successi? Innanzitutto, la voglia di evadere. Gli spettatori, sia italiani che quelli oltreoceano, sembrano aver voluto premiare delle novità che, per una volta, non puntassero sull’ansia di un mistero o sul dramma di un fatto di cronaca romanzato. A vincere è stata la fantasia, o meglio, il desiderio di fuggire da una realtà troppo carica di tensioni e problemi almeno per un paio di sere a settimana.

Il successo di queste tre produzioni, però, si deve anche alla volontà di riattualizzare il genere della fiaba senza snaturarlo nè senza allontanarsi troppo dai gusti del pubblico. Azzeccata, insomma, la fusione tra i due “mondi”, quello fiabesco e quello reale, che ha permesso una maggiore immedesimazione nelle storie da parte degli spettatori. Anche nelle produzioni straniere, però, l’attenzione è stata rivolta sopratutto al pubblico adulto, per via delle storie narrate. L’intenzione è quella di puntare sulla nostalgia dell’infanzia dei più grandi, dimenticandosi dei piccoli di oggi (il clima dark di “Grimm” e le situazioni in cui sono calati i personaggi di “Once upon a time” ne sono una prova).

E poi, c’è l’Italia. La “Cenerentola” di Raiuno avrà anche perso la scarpetta, ma ha trovato un pubblico vastissimo. La passione per questa storia era già stata testimoniata l’anno scorso, con la messa in onda della Cenerentola Disney, che catturò 7 milioni di telespettatori contro i 4 de “I Cesaroni”. Ora, invece, la fuga dalla realtà è diventata fuga dal reality . Una voglia di evasione non solo dalla crisi e dalla “mancanza di credibilità”, ma anche da urla, liti e storie pilotate che sembrano ormai essere scadute. E se il pubblico sta iniziando a preferire di nuovo le fiabe alle frottole, forse è il momento di prenderne atto.