Home Nove Arisa a La Confessione vince il Festival dei luoghi comuni su Pride e gay sensibili

Arisa a La Confessione vince il Festival dei luoghi comuni su Pride e gay sensibili

La cantante vincitrice di Sanremo 2014 inanella una serie di inesattezze sulla comunità LGTQIA+, invitandola a dialogare con la premier Giorgia Meloni.

27 Maggio 2023 16:02

Sta facendo molto rumore un’intervista che Arisa ha rilasciato venerdì 26 maggio a La Confessione, il programma di seconda serata con la conduzione di Peter Gomez in onda su Nove. La cantante, da sempre al fianco delle minoranze, ha mandato su tutte le furie l’intera comunità LGBTQIA+ per alcune sue affermazioni.

L’INIZIO ZOPPICANTE: QUELLA DOMANDA SUL SIGNIFICATO DI “LGBTQ+”

Nel corso dell’intervista, Gomez ha dapprima chiesto all’interprete se conoscesse il significato della sigla LGBTQ+:

La risposta di Rosalba Pippa non è stata proprio da paladina dei diritti:

Eh, penso lesbiche, gay, ‘t’ non lo so (Gomez suggerisce “bisessuali, trans”). Ma io penso che sia tutti. Pansessuali … Penso che in questa sigla si possa racchiudere un po’ tutto. Sono un’icona per loro ma io in realtà capisco questa cosa ma fino a un certo punto perché quando faccio qualcosa la faccio per tutti. Per me i diritti sono di tutti, per me diciamo, non lo so …”.

Il giornalista ha poi chiesto all’artista se fosse favorevole a matrimoni e adozioni gay. “Sì, molto“, ha risposto l’intervistata.

Non è dello stesso parere per quanto riguarda la maternità surrogata:

“No, perché secondo me sarebbe … Prima di tutto è antifemminista, cioè nel senso per me è una cosa che va proprio contro le donne, questa cosa qui perché … Non lo so. […]. Poi parlare di cose così importanti. Guardi, io non sono abituata. Io ho paura che diventi un commercio. E poi un bambino non si può avere come un paio di scarpe. E poi ci sono nei Paesi del mondo dei contratti in cui c’è scritto che se il bambino non è sano non viene consegnato”. 

Parere rispettabile, per carità, ma è la domanda ad essere capziosa, in quanto la gestazione per altri è una modalità a cui fanno ricorso nella stragrande maggioranza dei casi le coppie eterosessuali. Cristiano Ronaldo e Nicole Kidman per esempio hanno avuto dei figli tramite gpa e nessuno ha avuto da ridire nulla quando sono venuti ospiti a Sanremo, nemmeno Adinolfi. Che ha protestato per lo stesso motivo quando invece all’Ariston si sono materializzati Ricky Martin ed Elton John.

Il caso però si è scatenato sull’endoserment alla premier Giorgia Meloni. Gomez le chiede se le piaccia e qui Arisa si lancia in una lunga dissertazione:

“Sì. Questa cosa mi verrà contro. Perché una volta ho fatto un discorso per Le Iene dove iniziavo questo discorso dicendo che Giorgia Meloni mi piaceva e tutti i miei amici mi hanno sconsigliato di fare questo discorso perché tutti quanti mi avrebbero additato secondo i miei amici come fascista”.

A questo punto è  Gomez a farle notare il paradosso:

“Sa cos’è? Che secondo me in democrazia è legittimo che piaccia chiunque si presenti in Parlamento o governi o sia all’opposizione. Il punto della contraddizione che probabilmente si potrebbe sollevare è quello rispetto ai diritti LGBTQ+, nel senso che le posizioni di Giorgia Meloni, per usare un eufemismo, non sono troppo aperte“.

La cantante passa quindi ad analizzare la figura della premier, criticando la comunità LGBTQIA+:

“Non sono aperte, però lei secondo me si comporta come una mamma molto severa. Molto severa e molto spaventata. E poi una mamma che non è solo madre di un figlio, ma ne ha tre, ne ha quattro. Allora bisogna che lei faccia delle cose che vadano bene per tutti e quattro i figli e a volte sembra a uno dei quattro che agisca in maniera poco … ah (si interrompe, ndr). Però secondo me ci vuole tempo e anche da parte nostra un cambio di atteggiamento non sempre in lotta ma in dialogo“.

Si tratta di una dichiarazione molto controversa da parte di una cantante che ha presenziato a diversi Pride. Per la cronaca, da diversi mesi il governo Meloni ha attuato una serie di misure contro le famiglie arcobaleno, invitando per esempio il sindaco di Milano ad annullare le trascrizioni dei figli delle coppie omogenitoriali. Diversi figli di genitori arcobaleno si sono ritrovati sui documenti con una sola mamma o un solo papà, e non solo a Milano, a volte con formula retroattiva. Per quanto concerne il dialogo, dieci sindaci hanno cercato di incontrare la ministra della Famiglia Eugenia Roccella (che aveva avuto sul tema un battibecco con Lucia Annunziata in tv) ma quest’ultima ha negato ogni tipo di contatto.

L’ANACRONISTICO INVITO AD AMPLIARE LA RAPPRESENTANZA LGBTQIA+ SUI MEDIA: “NON SOLO MACCHIETTE”

Il peggio però deve ancora arrivare, con una serie di luoghi comuni proprio sulla manifestazione del Pride:

“In dimostrazione, infatti adesso faremo il Pride a Roma il 10 (giugno, ndr) e poi faremo anche il Pride a Milano il 24, credo. Io vorrei cercare di ampliare un po’ la rappresentanza che abbiamo anche per quanto riguarda i media della comunità LGBT, perché la comunità LGBT non è fatta solo di macchiette, di cose oscene plateali, di plug-in, di cose così, ma è fatta di gente normalissima. Noi dobbiamo smettere di spaventare, dobbiamo anzi dimostrare che siamo gente wow, che la gente che fa un percorso, che fa una scelta difficile, sviluppa una sensibilità maggiore, di un grande dono per la comunità. E vorrei che la gente avesse la pazienza di spiegare le cose, perché lei (la Meloni, ndr) è veramente una tipa che ci può portare ad alti livelli perché ha molta cazzimma. A noi ci serve qualcuno che abbia cazzimma e sia dalla nostra parte. Però le cose devono avvenire gradualmente”.

 

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