Alessio Orsingher e Luca Sappino a TvBlog: “Una coppia televisiva? Ci piace condividere questo percorso e ci fidiamo delle scelte dell’azienda”

Oggi, alle 17:00, su La7, parte la nuova edizione di C’era una volta il Novecento. “La prima novità è l’uso dell’intelligenza artificiale” ci racconta Luca Sappino. “La utilizzeremo per ritagliarci un momento di riflessione sulla storia fatta con i se, ma anche sulle fake news e sull’utilizzo oggi delle immagini” spiega, infatti, il giornalista. Alessio Orsingher introduce poi un’altra novità in vista di questa nuova edizione: “Ci serviremo degli archivi del Corriere della Sera per recuperare degli articoli. Questo ci permetterà non solo di vedere come alcune notizie erano raccontate nell’epoca in cui accadevano, ma anche di offrire spunti di riflessione agli ospiti, che, in alcuni casi, potrebbero essere stati gli autori stessi del pezzo”. Questo avverrà, ad esempio, in una delle prime puntate con Giovanni Bianconi, che intervistò l’unico attentatore superstite dell’attentato all’aeroporto di Fiumicino. Verrà ricordato inoltre Andrea Purgatori, rileggendo le sue cronache sul rapimento di Aldo Moro.

Per questa nuova edizione è previsto più tempo in studio per la trasmissione. “Per il più delle puntate puntiamo ad avere due documentari brevi o un documentario di lunghezza media accompagnati da un piccolo contributo riassuntivo di un determinato fatto storico, che pensiamo di utilizzare come un almanacco, partendo da una data o da un periodo, da proporre all’ospite all’inizio. Ci sarà più possibilità d’interazione nel corso della puntata, poi, grazie alla presenza di due ospiti e non più di uno solo” ci spiega, infatti, Orsingher. “Vogliamo essere un rotocalco di storia il pomeriggio” sintetizza Luca Sappino. Fra gli ospiti della prima settimana – sempre in collegamento, via Skype o tramite “zainetto” – è prevista la presenza di Massimo D’Alema, Walter Veltroni, Dacia Maraini, Amalia Ercoli Finzi e Marco Paolini. Novità anche per quanto riguarda la regia, dove arriva Luca Arseni, e per il reparto autorale, dove si aggiunge Carla Mellidi.

C’era una volta il Novecento nasce lo scorso febbraio, a stagione in corso. Che genesi ha avuto? Quando siete stati coinvolti, avete subito sposato il progetto?

Alessio Orsingher: “L’idea è nata dal direttore Salerno e dalla vicedirettrice Arnaboldi per valorizzare documentari già acquistati e altri in procinto di esserlo. Ci hanno convocato insieme e a noi l’idea è piaciuta subito, perché era un modo diverso di mettersi in gioco non solo sull’hard news, ma anche sull’approfondimento. Ne abbiamo parlato con Tiziana Panella e con la capo progetto di Tagadà, Gabriella D’Angelo, e il progetto ha preso forma”.

Luca Sappino: “Quello che ci ha subito interessato è che a differenza dei talk sull’attualità qui c’è un tempo di riflessione diverso, che condividiamo con un ospite-oracolo. Abbiamo puntato sempre ad avere, infatti, un solo ospite competente, a cui affidare le chiavi di lettura di un determinato fatto o di una determinata circostanza storica.

C’era una volta il Novecento si contraddistingue anche per l’apertura a temi più pop, dal costume allo spettacolo, passando per lo sport. Come vi siete trovati in questa dimensione?

Luca Sappino: “Io ho una grande fortuna: lavorare con Alessio Orsingher, che, ad esempio, sa tutto di reali. Diciamo che nell’alleggerimento mi sento sicuro anche perché ho Alessio vicino”.

Alessio Orsingher: “Il fatto di confrontarsi con temi diversi rispetto a quelli che trovano spazio a Tagadà è stato proprio uno dei motivi che mi ha spinto ad accettare. Per me è un valore aggiunto. Ci sono indubbiamente dei temi come i reali nei quali ho più confidenza io, mentre, per esempio, Luca ha un interesse particolare per gli anni di piombo. In quei temi ci aiutiamo a vicenda”.

Nella scorsa stagione la settimana più importante per voi è stata probabilmente quella che ha preceduto l’incoronazione di re Carlo. Non solo avete fatto il record di ascolti con un documentario su Lady Diana, ma siete andati anche in onda, in diretta, al termine della cerimonia di incoronazione. Come avete accolto quest’ultima possibilità che vi è stata data?

Luca Sappino: “Il caso dell’incoronazione di re Carlo è uno di quei casi in cui la storia incontra l’attualità e la cronaca. Poter seguire l’incoronazione in diretta è stato qualcosa di molto interessante. In quel giorno è stata fondamentale la collaborazione con il Tg La7, oltre che la presenza generosissima dei nostri ospiti”.

Alessio Orsingher: “Da un punto di vista tecnico, è stato per me interessante gestire i vari flussi di immagini internazionali che arrivavano. La presenza di esperti, come Luisa Ciuni, è stata poi fondamentale perché lei, ad esempio, ci ha permesso di cogliere un dettaglio, che conteneva una notizia. Di fronte all’impegno che dedichi per quindici anni su temi come la politica e l’economia, la passione può infatti bastare solo fino ad un certo punto”.

Nella nuova edizione ci sarà una maggior apertura verso queste tematiche? Nonostante conduciate un programma d’approfondimento, potrebbe aiutarvi il differenziarvi per contenuti dal resto dell’offerta di La7?

Luca Sappino: “C’era una volta il Novecento continuerà a nutrirsi d’attualità. Registriamo le puntate a ridosso della messa in onda proprio perché l’obiettivo è stare sull’attualità attraverso la storia. Qualora l’attualità richiedesse di cambiare veste al programma, saremmo pronti a farlo. L’anno scorso lo abbiamo fatto non solo per l’incoronazione di re Carlo, ma anche per il decimo anniversario dall’inizio del pontificato di Papa Francesco. In quell’occasione trasmettemmo un’intervista che il pontefice aveva rilasciato alla televisione svizzera italiana”.

Alessio Orsingher: “Non ci sarà un tema-guida, ma ci saranno tanti temi che vorremo far sviluppare e crescere come se fossero dei filoni”.

In occasione della conferenza stampa che si è tenuta per la presentazione dei palinsesti di La7, Urbano Cairo ha speso parole molto positive per voi due (“Orsingher e Sappino sono giovani, stanno facendo bene, hanno un buonissimo potenziale”). Come le avete accolte?

Alessio Orsingher: “Eravamo insieme quando abbiamo ricevuto la notizia di queste parole. Sono stato io che, andando a leggere la vostra diretta, ho scoperto che stavano parlando di noi nella conferenza. Ero abbastanza incredulo, ma molto contento”.

Luca Sappino: “Io ero meno incredulo perché comunque le parole lusinghiere di Cairo corrispondono all’atteggiamento che l’azienda ha avuto verso di noi e verso il programma. Sentiamo di essere accompagnati in questo percorso di crescita che stiamo facendo”.

Alla fine della scorsa stagione Alessio ha scritto in un post Instagram: “Abbiamo dimostrato che la squadra vince sul singolo, il “noi” sul video, i viaggi in macchina ad assemblare puntate e scalette sulle ambizioni personali”. Che cosa vi permette di lavorare in maniera così armoniosa?

Alessio Orsingher: “Non vorrei essere retorico, ma è molto semplice lavorare con una persona che vuole lavorare insieme a te e non vuole lavorare per sé. Le opportunità che ci sono state date le abbiamo viste come un modo per crescere entrambi. Lavorare insieme mi ha molto ricordato quando giocavo a pallavolo. Con Luca ho ritrovato il clima che si creava con i compagni di squadra”.

Luca Sappino: “Sintetizzo: ci stiamo simpatici”.

In questi mesi di lavoro, vi è capitato di non trovarvi d’accordo su qualcosa? Su cosa avete fatto più fatica a trovare un accordo o su cosa vi è capitato di discutere?

Alessio Orsingher: “C’è una cioccolateria dove siamo andati una volta a fare una delle nostre riunioncine, che non si è più rivista e non si sa perché (ndr, ride). No, scherzi a parte, non è mai capitato un momento di tensione”.

Luca Sappino: “Anche in vista di questa stagione, dove abbiamo fatto un importante sforzo autorale, abbiamo avuto sempre la stessa visione”.

Ormai potete essere considerati a tutti gli effetti una coppia televisiva. Conducete insieme C’era una volta il Novecento e vi ritrovate anche alla conduzione di Tagadà, quando Tiziana Panella è assente. Come vi comportereste di fronte a una proposta per la conduzione che riguardasse uno solo di voi?

Alessio Orsingher: “Dentro questa azienda ci piace molto fare questo percorso insieme. Se dovessero arrivare altre offerte, ciascuno le valuterà caso per caso”.

Luca Sappino: “Ci fidiamo entrambi – detto senza piaggeria – delle proposte che ci sono arrivate fino ad ora dall’azienda, dati anche gli ottimi riscontri. In questo noi siamo umili soldati. Ci siamo affidati alla decisione del direttore Salerno e della vicedirettrice Arnaboldi quando hanno deciso di farci condurre l’eccezionale appuntamento di Tagadà del sabato nei primi mesi della guerra in Ucraina, così come quando ci hanno chiesto di condurre le puntate del mese di giugno e prima ancora C’era una volta il Novecento. Ci fidiamo di una direzione di rete che sa quello che fa. E poi banalmente questa coppia continua ad esistere perché non abbiamo litigato”.

Dagospia nell’agosto 2022 riportò che il nome di Luca Sappino era stato valutato per la conduzione della versione estiva di In Onda. Ci fu in questo senso un discorso con la rete?

Luca Sappino: “Io non ho mai saputo altro che la coppia Telese-Aprile. Anche io lessi quell’indiscrezione, ma ho sempre saputo che l’idea era quella di puntare su un conduttore già molto rodato con In Onda e su una conduttrice che era già considerata in qualche modo un volto di rete”.

Che cosa ciascuno di voi si augura per questa stagione televisiva e in particolare per questa nuova edizione di C’era una volta il Novecento?

Luca Sappino: “Di arrivare in fondo alle 200 puntate”.

Alessio Orsingher: “Portare sempre buone storie con buoni ospiti e soprattutto divertirci perché è un impegno che richiede molto passione”.