Home The Apprentice TvBlog intervista Francesco Menegazzo: ho vinto The Apprentice e Gatti rosica (com’è giusto che sia)

TvBlog intervista Francesco Menegazzo: ho vinto The Apprentice e Gatti rosica (com’è giusto che sia)

Intervista a Francesco Menegazzo, il vincitore della prima edizione di The Apprentice Italia con Flavio Briatore

di grazias
pubblicato 24 Ottobre 2012 aggiornato 4 Settembre 2020 00:46

Da ieri sera il vincitore di The Apprentice ha un nome e un cognome: Francesco Menegazzo, il trader bancario di origini trevigiane. Durante le puntate non ha certo brillato per simpatia, ma, il ventinovenne è riuscito comunque a guadagnarsi quella del boss aggiudicandosi la vittoria contro il superfavorito Matteo Gatti. Abbiamo fatto due chiacchiere con Francesco. Qui di seguito trovate tutto quello che ci ha detto (ma una cosa ve la anticipo subito: non è poi così antipatico, sapete?):

Cominciamo con una domanda alla Gatti: Menegazzo preferisce che gli si dia del tu o del lei?

Del tu, assolutamente.

Bene, aspettati qualche domanda su Matteo Gatti. Ora però vorrei assolutamente sapere in cosa consiste il tuo lavoro per il boss Flavio Briatore:

Inizierò a gennaio ma ho già capito che sarà molto dura. Se ne sta parlando in questi giorni: l’ambito non è ancora definito con precisione, ma di certo il mio lavoro sarà al 50 % nel campo finanziario e al 50 % di ricerca sponsor, quello che ho sempre voluto fare.



In tutte le puntate sei sempre emerso come lo stratega della situazione: qual è il confine tra “giocare sporco” e astuzia negli affari? Pensi di averlo superato?

Il confine sta nell’agire sempre nel rispetto delle regole. Durante una prova ho superato questo confine: quando, nel bel mezzo della vendita di caffè in un supermercato, ho intercettato i clienti che avevano acquistato dal team rivale e li ho convinti a riportare indietro il prodotto, in favore di quello offerto dalla mia squadra. E’ un errore che ho pagato.


Beh, l’avrai anche pagato ma alla fine la vittoria l’hai ottenuta lo stesso. Pensi che avresti vinto comunque se ci fosse stata una modalità di televoto ad influenzare il parere del boss?

Assolutamente no. Io un po’ temevo Gatti per la simpatia che il boss aveva nei suoi confronti. Ma anche tutto il pubblico (te compresa, ma non sono un permaloso, non preoccuparti) era dalla sua parte. Io non ho fatto nulla per rendermi antipatico e non mi sono costruito il personaggio dello “spietato” per la tv. Ovviamente poi la televisione fa emergere solo alcuni aspetti caratteriali. Comunque sia una fan carinissima mi aveva twittato per dirmi “E’ un vero peccato che il televoto non sia contemplato dal format!”. Le ho risposto: “Ma sei scema??? Col televoto sarei uscito subito!”.

Sì, lo penso anche io. Ma la simpatia è una cosa soggettiva. Di certo a Matteo Gatti non stai molto simpatico. Ti riporto il suo stato di ieri sera al termine della finale: “Non sono incazzato, la meritocrazia in Italia non esiste!”. Come lo commentiamo?

Lo commenterei dicendo che se cento persone si candidano per un lavoro, tutte e cento pensano di essere le migliori per quel posto ma solo una di loro lo otterrà. Tutti gli altri, una volta mandati a casa, rosicheranno. E anche Matteo Gatti, ovviamente. Ma è giusto così: anche io rosicherei tantissimo se non fossi stato scelto dal boss.

Sempre nel suo stato di ieri “quel rosicone” di Gatti, scrive: “Piangere porta sempre i suoi frutti!” riferendosi al fatto che in semifinale hai parlato della morte di tuo padre. E’ una critica che ti fanno in molti, come l’hai presa?

Questa non è una critica, è pura volgarità. Come si può pensare che una persona decida di “marciare” su un lutto del genere? Se il boss mi ha scelto, non è certo per la questione del lutto che ha colpito la mia famiglia. Non avrebbe senso. In ogni caso, preferisco non commentare tali volgarità.

Un’ultimissima domanda per te, Francesco: Qual è la capitale del Giappone?

Tokyo, ovviamente!

Quindi Matteo Gatti sarebbe un rosicone? Chissà come la prenderà il venditore bresciano…anzi, io lo so perchè gli ho appena riferito della mia chiacchierata con Francesco Menegazzo. Intervista in pubblicazione. Curiosi?

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