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Concorso Amici 7: appello per Marco Carta

Prosegue il concorso su Amici di Maria De Filippi, un viatico verso la finalissima con i migliori appelli dei lettori a vantaggio dei propri candidati alla vittoria. Il nostro intento era quello di non rischiare di farci condizionare da inevitabili preferenze personali, dando a ogni finalista l’opportunità di essere supportato dai propri estimatori. Eppure, la

13 Aprile 2008 10:17

marco carta Prosegue il concorso su Amici di Maria De Filippi, un viatico verso la finalissima con i migliori appelli dei lettori a vantaggio dei propri candidati alla vittoria. Il nostro intento era quello di non rischiare di farci condizionare da inevitabili preferenze personali, dando a ogni finalista l’opportunità di essere supportato dai propri estimatori. Eppure, la scelta mia e di Debora di dividerci equamente i finalisti non è casuale e potrebbe “celare” un nostro implicito schieramento, quantomeno per la nostra ideale finale a due. Dopo Roberta Bonanno, cantante della squadra Bianca, questa volta è il turno di Marco Carta, cantante della squadra Blu.

Prima di lasciarvi agli appelli, vi ricordo che sono frutto di opinioni personali e che pertanto hanno a priori il diritto di essere rispettati, anche quando non condivisi. Potete, inoltre, votare fino a mercoledì il sondaggio sul vincitore di Amici 7.

Gli appelli per Marco Carta

di Cloe
L’ arringa dovrebbe essere il mio mestiere fra qualche anno, studio per diventare avvocato. Per adesso mi limiterò a qualche piccola considerazione.
Mettiamoci nell’ottica di chi (come me) non è addetto ai lavori di chi ascolta la radio mentre va all’università di chi si mette le cuffie in metropolitana, gente comune insomma nulla a che vedere con chi con la musica ci lavora e se ne intende di note, di stecche di acuti sbagliati. Chiunque ascolta un mp3 nel proprio ipod sa bene che la molla che spinge a comprare un cd è che la voce incisa su quel brano sia quella tra tante che risalta, una voce riconoscibile magari “sporca”, non perfettamente intonata, magari atipica magari non perfetta però deve essere la voce e non una voce tra una miriade di voci anonime magari perfette ma che non trasmettono quel certo brivido in più; partendo da questo presupposto mi sento di portare avanti al causa di Marco Carta .
Fin dall’inizio nonostante quell’ inglese un pò così, quella memoria labile, quella faccia da chi è capitato lì e ancora deve rendersene conto è stato uno dei pochi che mi ha fatto alzare il volume sul 5 durante questa edizione di Amici.
Non ho 15 anni non sono una di quelle fan che si strappano i capelli urlando di fronte al nuovo idolo televisivo, vedo la tv con il contagocce (non per snobismo ma solo per troppi impegni a orari impossibili) ma con un minimo di realismo penso che se un cantante deve avere un futuro deve essere quello che anche nei passaggi in tv (di 3 minuti) deve portare il telespettatore a incuriosirsi. Io lo ammetto, mi sono incuriosita, perché su quella voce leggermente soul, rauca, quasi sofferta mi sono detta è particolare, non è comune, non è convenzionale non è un semplice esercizio di bel canto e del resto è pieno il mondo di persone con la voce chiara e limpida che prendono la nota giusta che sono intonati che però il viale del successo non l hanno trovato e non lo troveranno mai.
Con un parallelismo forse azzardato vorrei ricordare che c’ è chi come Macy Gray la voce proprio convenzionale non la aveva, anzi c’ era chi la derideva (certo Marco non è deriso però duramente criticato e contestato quello sì). A lei veniva detto che la voce era strozzata che “se una parla così figuriamoci come canta”. Però quella voce rara, strana e riconoscibilissima l’ha resa quella che è ovvero una delle maggiori cantanti contemporanee .
Non so prevedere il futuro non so se il suo destino sarà come quello della cantante che ho citato però i due hanno una cosa in comune: una voce un po’ rauca , fuori dagli schemi, una voce che sa uscire dal coro di voci stereotipate che mi comunicano solo una fredda esecuzione. Io nella mia playlist quella voce la vorrei.

di Simona
Marco Carta, ovvero più il trattore di mio nonno della Ferrari di Schumacher ma come dice il detto chi va piano va sano e va lontano…
Si perché se c’è una cosa che non si può dire di questo ragazzo è che sia un tipo veloce e lanciato ai cento all’ora; fatto un passettino avanti se ne fanno una decina indietro…e non è la nuova versione del Ballo del Pinguino ma il percorso fatto dentro la scuola di Amici da Marco.
Al che verrebbe spontaneo chiedersi…perché Marco dovrebbe vincere?
Studente modello, allievo prediletto dai professori, ragazzo prodigio?
Niente di tutto ciò, anzi, vi assicuro che Luca Jurman prima di diventare il suo insegnante si rifaceva la pelata ogni settimana, dopo aver conosciuto lui si stressa talmente tanto persino i bulbi piliferi che ormai non ne ha più bisogno!
Ma allora…dagli appennini alle ande un grido si spande…PERCHE’ PROPRIO MARCO CARTA?
Perché ho fatto una scommessa con tutti i miei amici e non posso assolutamente perderla?
Sarebbe già un’ottima ragione, ve lo posso assicurare, perché io perdo sempre!
Ma passando a motivazioni più serie penso che Marco meriti di vincere perché è l’unico che in questa edizione di Amici è stato sia allievo che personaggio e, pur se con il freno a mano tirato, ha compiuto un percorso che lo ha portato a liberarsi di uno scomodo bagaglio di convinzioni completamente sbagliate (mai che questi si perdano agli aeroporti eh!) e a diventare una persona più consapevole dei propri pregi e dei propri difetti.
Nel bene e nel male è stato lui il vero protagonista di questo Amici 7; grazie al Carta-allievo e ai suoi evidenti miglioramenti abbiamo potuto apprezzare il lato scolastico di questo programma mentre il Carta-personaggio ha fatto divertire e ha riempito le giornate di chi segue questo programma soprattutto su Sky.
Dico poi nel bene e nel male, ma per quel che mi riguarda è sempre un male relativo perché anche le volte in cui ha cannato (e il mio fegato se le ricorda tutte, come no, esattamente come i bulbi piliferi di Jurman!) è sempre riuscito a far dimenticare tutto con un sorriso; perché se questo ragazzo ha una grande dote è proprio quella della solarità, dell’allegria e del riuscire a vedere e a far vedere il buono in tutte le situazioni.
E quanto mi piacerebbe che mi insegnasse il trucchetto, così magari il lunedì mattina la smetterei di svegliarmi con l’umore di un caimano con il mal di denti…
Penso che Marco dovrebbe vincere anche e soprattutto perché è la persona di cui ricorderò le esibizioni con più piacere e magari, fra un po’ di tempo, anche con un pizzico di nostalgia; senza voler togliere nulla agli altri non penso che mi rimarrà impressa La pappa con il pomodoro o New York New York, credo invece che il vibrato di Marco e la sua voce roca come il vento di Sardegna mi resteranno impresse per un bel pezzo…
Vorrei infine che Marco vincesse perché mi sono davvero affezionata a questo ragazzo e al suo carattere così imperfetto, come la sua voce, affascinante per quanto ancora da smussare; la sua risata pazza, la sua voce inconfondibile, le sue mille manie ormai mi fanno compagnia quasi tutti i giorni, posso dire di avere imparato a conoscerlo un po’ e so che la vittoria di questo programma sarebbe per lui una grande soddisfazione e un’iniezione di sicurezza per affrontare con scarpe un po’ più comode la strada tutta in salita che da domani gli si presenterà davanti.
E, visto che scarpe comode per lui finora ce ne sono state ben poche, credo che si meriti proprio questa soddisfazione.

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