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Sparatoria al Tribunale di Milano, The Good Wife in un episodio aveva raccontato una scena simile

In un episodio di The Good Wife della quinta stagione, viene mostrata una situazione simile a quella successa ieri al Tribunale di Milano, con un personaggio della serie tv che riesce con un arma a sparare in Aula. Un modo per far uscire di scena un personaggio della show, ma che diventa inquietantemente simile a ciò che è successo in Italia

pubblicato 10 Aprile 2015 aggiornato 2 Settembre 2020 16:26

La realtà supera la fantasia: si sente spesso questa frase, in diverse situazioni. Che si tratti di tecnologia, come l’ultima frontiera di Skype, che con la nuova modalità Translator permette di parlare nella propria lingua via chat con una persona di un altro Paese facendo fare il lavoro di traduzione all’applicazione, o di casi di cronaca che ricordano tristemente episodi scritti per intrattenimento e che, quando poi accadono situazioni simili nella realtà, mostrano un nuovo lato.

E’ successo ieri, con la sparatoria avvenuta in Tribunale a Milano, dove Claudio Giardiello, riuscendo a portarsi in Aula una pistola, ha sparato tredici colpi di pistola, uccidendo il Giudice Fernando Ciampi, l’avvocato Lorenzo Alberto Claris Appiani e l’imputato Giorgio Erba, in Aula perchè anche lui coinvolto nel processo per bancarotta fraudolenta con Giardiello.

Le dinamiche di ciò che è accaduto si stanno ricostruendo in queste ore, e mentre si contesta l’assenza di un sistema di sicurezza che avrebbe potuto evitare un episodio simile, c’è chi ricorda una puntata di una serie tv andata in onda il mese scorso la cui trama ricorda inquietantemente ciò che è successo ieri.

Parliamo di The Good Wife, il legal drama della Cbs in onda da noi su Raidue. Il quindicesimo episodio della quinta stagione, dal titolo “Colpo di scena” ed andato in onda in Italia il 20 marzo, mostra una scena che, con le dovute differenze, ricorda ciò che è successo ieri.

Uno dei personaggi principali della serie, Will (Josh Charles) è in Aula per difendere Jeffrey Grant (Hunter Parrish), ingiustamente accusato di omicidio dopo essere stato fermato per guida in stato d’ebbrezza. In carcere, l’uomo soffre la reclusione, ma rifiuta di essere trasferito in isolamento. Durante il processo, l’investigatrice Kalinda (Archie Panjabi) scopre nuove prove che scagionano l’imputato, ma Will viene a conoscenza di prove contro di lui, motivo per cui chiede l’isolamento dell’uomo. Grant, in una scena che non viene mostrata, riesce a prendere una pistola da una delle guardie, e spara, uccidendo Will, ferendo il pubblico ministero Finn Polmar (Matthew Goode) e cercando di suicidarsi, prima di essere fermato.

Dinamiche diverse, certamente, rispetto a quanto successo ieri, ma già l’anno scorso una serie tv aveva affrontato il tema della sicurezza nei Tribunali raccontando la paura di un imputato che, temendo per il proprio verdetto, decide di porre fine alle sue ansie. Un modo, per gli autori, di inserire nella trama l’uscita di scena di Charles, che aveva deciso di abbandonare lo show, con un colpo di scena che ha stupito il pubblico.

Nella realtà, nessun colpo di scena o esigenze narrative, nessun bisogno di stupire o far parlare, ma solo la disperazione che prende il sopravvento e che replica, in parte, qualcosa che la tv aveva già mostrato. Non si può dire, ovviamente, che la tv in questo caso ha qualcosa da insegnare, o che ha previsto qualcosa. C’è, però, l’inquietudine provocata da un episodio di finzione che diventa cronaca nera e che mostra, ancora una volta, che “la realtà a volte supera la fantasia”.