Home Ballarò Ballarò fa la voce più grossa con Massimo Giletti. Prove tecniche di co-conduzione?

Ballarò fa la voce più grossa con Massimo Giletti. Prove tecniche di co-conduzione?

Massimo Giletti ha fatto da spalla a Massimo Giannini, non mandandole a dire ai politici (in studio e non), nella puntata di Ballarò di martedì 20 gennaio 2015

pubblicato 21 Gennaio 2015 aggiornato 2 Settembre 2020 19:33

Il Ballarò di Giannini vuole parlare alla pancia del pubblico più di “quello” di Floris? Facendo zapping sui due programmi ieri sera (la diretta tanto di Ballarò, tanto di Dimartedì è stata egregiamente svolta su PolisBlog), la sensazione è che Giannini abbia avuto un rinforzo “televisivo”.

A dare manforte a un come sempre pacato Massimo Giannini, ieri sera, c’era un altro Massimo della tv, ben più riottoso e abituato a cavalcare polemiche. La sensazione è che il piglio nazionalpopolare del conduttore dell’Arena abbia dato da subito ossigeno al dibattito, catalizzando l’interesse più di quanto proposto dalla concorrenza in contemporanea.

Giletti è, infatti, intervenuto in maniera decisa a favore della battaglia contro i vitalizi:

“Gente che sta facendo ricorsi perché abbiamo chiesto una riduzione del 10%.La pensione non può essere da ricchi per gente che ha già vissuto bene. Ecco perché la gente non crede più nella politica. Quando si tira fuori la storia dei diritti acquisiti… gli esodati che cavolo di diritti acquisiti avevano? E allora è così che la politica perde di credibilità e l’istituzione non funziona. Se sei una persona seria accetti, non chiedi il ricorso, stai dalla parte del Paese”.

Poi il volto di Rai1 – stranamente prestato a Rai3 – è caricato anche dell’arduo compito del contraddittorio, quello al Ministro Maurizio Lupi presente in studio:

“Caro Ministro Lupi. dobbiamo dare risposte perché queste persone non hanno più fiducia. O si danno risposte concrete o si perde la parte sana del Paese”.

Un’uscita, quella di Giletti, molto in stile Paolo Del Debbio, che ieri sera sembrava una prova tecnica da aspirante alla conduzione. Che potrebbe magari trasformarsi in una co-conduzione occulta (già ieri sera, in certi momenti, poco ci è mancato).

Giovanni Floris, intanto, apriva in maniera “alternativa”, con un faccia a faccia con Marine Le Pen, la leader del Fronte Nazionale. E questo ha indebolito molto la prima parte di DiMartedì, visto che la traduzione simultanea toglieva ritmo allo stesso Floris. Che il pubblico sia scappato per questo?

Gli animi si sono accesi in un secondo momento nel confronto in studio – pur altrettanto “in differita” – tra la Le Pen e D’Alema, che si è beccato del comunista, ma l’effetto finale era quello della solita bega tra vecchi politici, che nei talk ha fatto il suo tempo.

Così DiMartedì si è fermato al 4.04% e a 929.000 spettatori, soccombendo in una serata difficile, totalmente monopolizzata dai sette milioni e mezzo di Beppe Fiorello (che ora avrà più di un motivo per tirarsela nelle interviste). Una serata in cui anche Ballarò ne ha risentito, ma quantomeno staccando il rivale con 1.442.000 spettatori e il 5.92%.

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