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La pista, Flavio Insinna a TvBlog: “Cerchiamo passioni, non il più bravo a fare la piroetta” (VIDEO)

Le parole del conduttore del nuovo programma di Rai1: “Dico che non è un talent perché qui non cerchiamo il più bravo a fare la piroetta. Cerchiamo delle motivazioni, delle passioni. Talento puro ce n’è da vendere, tra questi 100 ballerini (80 titolari e 20 rincalzi), ma vincerà la voglia”

pubblicato 25 Marzo 2014 aggiornato 3 Settembre 2020 06:27

Alla fine della conferenza stampa di presentazione de La pista, il nuovo show del venerdì sera di Rai1, TvBlog ha avvicinato Flavio Insinna, che sarà alla guida di quello che – ha tenuto a dirlo davanti ai giornalisti – non sarà un talent show. Tra i giurati c’è anche Gigi Proietti, oltre a Rita Pavone e Claudia Gerini, suo maestro e padre artistico.

Partiamo dalle tue parole: La pista non è un talent show…

È una gara, che è diverso. È una gara tra squadre. Noi siamo un Paese che vive di individualismi, particolarismi, mentre qui sono in squadre. Arrivano in dieci, si esibiscono in dieci e se ne andranno in dieci. Qualcosa cambierà nella loro vita. Dico che non è un talent perché qui non cerchiamo il più bravo a fare la piroetta. Cerchiamo delle motivazioni, delle passioni. Talento puro ce n’è da vendere, tra questi 100 ballerini (80 titolari e 20 rincalzi), ma vincerà la voglia. Chi avrà più voglia di stare in squadra e lontano da casa. A 18-19 anni… alcuni non trovavano gli studi, si perdevano in metropolitana. Per dirti il clima puro in cui si muove questo programma. Vincerà la voglia, la passione. Anche la rabbia, di raccontare, esibirsi e dimostrare a chi non ha creduto in te. Proietti a scuola ci diceva ‘forse questo è un mestiere che vi lascia infelici, però, se ci credete, dovete farlo. Io ve lo insegno, ma non posso garantirvi il successo’. I ragazzi da venerdì riveleranno il loro talento su quella pista.

A settembre scorso ti chiesi come mai Gigi Proietti facesse poca tv. Tu mi dicesti che forse da attore di teatro dice sì solo alle proposte che lo convincono a primo impatto. Domanda: come lo hai convinto?

La cosa bella è che non l’ho convinto io personalmente. Gigi è una persona così intelligente, dal pensiero così sottile, un intellettuale, un uomo di livello superiore… si convince da solo. Mi fa piacere, ancora non ci credo, che possa essere rimasto affascinato dalla nostra proposta. Credo lui abbia sentito il sapore della sua scuola, cioè la possibilità di avere davanti ragazzi a cui donare la sua saggezza e talento. Lo guardano con il massimo del rispetto. Insomma, credo che sia rimasto suggestionato dall’atmosfera della scuola, che lui ha amato tantissimo.

Hai detto più volte che ne La pista si respira purezza. È una critica, magari velata, nei confronti dei talent show?

No, se devo dire una cosa non vado in tv a dirla, ma la dico in faccia. Per purezza intendo che i ragazzi non vedono l’ora di ballare; se l’audizione fosse stata per ballare in teatro loro l’avrebbero fatta comunque. Muoiono, bruciano per il ballo, non vogliono stare in tv tanto per stare. Non vogliono farsi vedere, ma far vedere quello che sanno fare. C’è Antonino da noi, viene da Amici. Viva il talent, se dà la possibilità a chi ha talento di esprimersi. Non mi interessa fare polemica, anche quando mi hanno attaccato ho tirato dritto. Rivendico l’amore folle che i ragazzi hanno per la danza.

L’unica critica preventiva che si può avanzare a La pista è che alcuni vip possono apparire ‘riciclati’ avendo già partecipato ad altri programmi di questo genere. Il pubblico potrebbe avvertire un po’ questa sensazione?

Il pubblico è sovrano, chi viene dal teatro lo sa. Anche di me potrebbero dire ‘cavolo, questo fa Affari tuoi e dopo la pubblicità presenta La pista?’. Io parlo per me. È una sfida per tutti, ma non mi sono posto questo problema.

In conferenza stampa hai detto che se non andrete in diretta è anche un po’ per colpa tua. Cosa intendevi dire?

Il meccanismo è delicato, tante esibizioni, coreografie, strutture da mettere in scena. È un po’ complicato. Partiamo coi piedi di piombo, poi magari ci sciogliamo. Per dirti, abbiamo fatto una prova e un macchinario non ha funzionato. È uno studio pazzesco, gigante. Siamo rimasti anche metà al buio nelle prove. In diretta, che fai? Allora, iniziamo così, poi se va bene… È vero che ogni sera faccio Affari tuoi, ma è una cosa in cui ho imparato a mettere le mani. Su una prima serata di Rai1… è una carineria di Endemol e Rai per proteggermi. Però non è una diminutio, anche perché è una differita. Il nostro spirito è farlo come fosse in diretta. Poi sarà cucito e sistemato, ma la percezione è quella di una differita, cioè di un programma fatto in diretta e trasmesso un po’ più in là per un misto di sicurezza, scaramanzia, protezione e per l’incerto skipper, che sono io.