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Mi manda Raitre, Elsa Di Gati: “Più vicini ai consumatori, per inchiodare la controparte”

Elsa Di Gati, la nuova conduttrice di Mi Manda Raitre, anticipa le novità della trasmissione, e rivela che andare in onda tutti i giorni sarà più utile

pubblicato 1 Settembre 2013 aggiornato 3 Settembre 2020 15:05

La vera rivoluzione della nuova edizione di “Mi manda Raitre”, in onda su Raitre a partire dal 23 settembre tutti i giorni dalle 10, non è tanto la nuova collocazione giornaliera, quanto l’arrivo al comando della storica trasmissione della rete di una donna, ovvero Elsa Di Gati.

La Di Gati, ormai esperta del daytime di Raitre (che presidia dal 2002 prima con “Cominciamo bene”, poi con “Apprescindere” e “Codice a barre”), va infatti a prendere un ruolo, quello del conduttore della nota trasmissione che difende i consumatori, da sempre affidato a uomini. Prima di lei ci sono stati Antonio Lubrano, Luigi Necco, Piero Marrazzo, Andrea Vianello ed Edoardo Camurri.

Proprio Vianello, che ha lasciato la conduzione del programma nel 2010 e dall’anno scorso direttore di rete, ha deciso di affidare la conduzione alla Di Gati. Da qui, la “rivoluzione” del programma che, però, secondo la conduttrice non dovrebbe suscitare così tanto scalpore, come dice in un’intervista a “La Repubblica”:

“Tutto questo scalpore sul fatto che sono la prima donna alla conduzione di Mi manda RaiTre incuriosisce anche me… Non è strano? Forse viene spontaneo immaginare il conduttore di un programma a difesa del cittadino come un bodyguard. Ma la difesa è fatta di argomentazioni; e il garbo della parola, forse, è una dote più femminile che maschile. Quando si iniziò a fare il mio nome, la notizia che rimbalzava sulle agenzie era che fossi una donna. Tutti a chiedermi come conciliassi il giornalismo con la maternità. Rispondevo che faccio come fanno tutte le madri e le donne: con dei sacrifici. Poi ho controllato e verificato che in vent’anni di programmazione nessuno aveva mai avuto l’idea di mettere alla conduzione una donna: il vero rivoluzionario è stato il direttore di rete Vianello, che me lo ha proposto”.

Il fatto che a volere rimettere in palisesto “Mi Manda Raitre” sia stato uno dei conduttori del programma, secondo la Di Gati, è segno di fiducia nei suoi confronti, oltre che verso la trasmissione:

“Non è un caso: conoscendo bene la rete e il programma, ha scelto come riformularlo. Anche per la conduzione: mi ha detto ‘sei un volto della rete, gli spettatori ti conoscono, e quello del mattino è il tuo pubblico’. Questa fiducia è una soddisfazione”.

“Mi Manda Raitre”, ovviamente, subirà delle modifiche, cercando però di avere il linguaggio semplice che ha sempre avuto e di essere ancora una volta al servizio di chi è stato truffato:

“Sarà come rifare l’arredamento di casa: il pezzo antico forte e bello rimane anche nel rinnovamento; così nella trasmissione resta l’incontro/scontro tra parte e controparte in conflitto per un contratto telefonico, un’utenza energetica. L’utilità del programma è questa, è il marchio: un cittadino che tribola da anni per un contenzioso con un gestore può risolvere il problema in mezz’ora. L’aspetto più nuovo sono una giornalista in studio che tiene uno spazio informativo e un ‘disturbatore’, un osservatore che sta molto attento alla controparte verificandone o smentendone le affermazioni. Ci saranno anche delle incursioni esterne tra i cittadini, che ci racconteranno le loro storie”.

Per ora, l’idea di rendere il programma quotidiano sembra vincente, a giudicare dalla quantità di richieste ricevute da quando è stato annunciato il ritorno della trasmissione:

“C’è molta voglia di essere ascoltati: da quando abbiamo annunciato il rilancio abbiamo ricevuto 2.500 mail, più 600-700 lettere scritte a mano, specie da persone anziane. Incrocio le dita perché so che sarà una fatica, ma è incoraggiante: quasi tutti scrivono ‘grazie di essere tornati’. Emerge un quadro di disperazione, non è solo la crisi. Ma possiamo sperare: per questo dico viva la quotidianità. Perché il quotidiano ci permette di seguire più da vicino il pubblico”.

Per la Di Gati andare in onda di mattina, dopo la prima serata, non è una retrocessione, anzi: “Mi Manda Raitre” avrà a che fare ancora di più con il pubblico che è in cerca di informazioni (e che già segue il collaudato “Agorà”):

“Sarà un grande esperimento e un vantaggio: la fascia mattutina abbraccia un pubblico molto diverso da quello serale, peraltro ampliato dal successo di Agorà. Per un programma di servizio come Mi manda RaiTre è il pubblico giusto: le categorie più deboli seguono la tv del mattino. Casalinghe, pensionati, disoccupati: è chi sta in casa al mattino ad aver più bisogno di essere protette.”

Più attenzione al consumatore e meno all’imprenditore? Può darsi, ma per la Di Gati anche dietro ad un grande imprenditore c’è una grande donna, che probabilmente la mattina sta a casa:

“No, un manager non ci seguirebbe, ma magari sua moglie sì: e sono le casalinghe i veri capitani della casa, quelle che sostengono la famiglia. Non lo trovo discriminante, anzi: nel prime time si affrontavano 4 casi per volta, in questa nuova veste ne affrontiamo 5 a puntata. La striscia quotidiana ci permette di tornare su un caso affrontato nei giorni precedenti e stare sempre sul pezzo: diventando una ‘telenovela’ a difesa del cittadino abbiamo la possibilità di inchiodare la controparte, standole addosso giorno per giorno”.

Insomma: “Mi Manda Raitre” torna più forte che mai, deciso a far sentire la propria voce ed a non mollare la prese di fronte ai casi che coinvolgono molte persone in cerca di supporto. “Pur non avendo il compito di cambiare il Paese, so di poter fare qualcosa per migliorare la situazione.”, conclude la conduttrice. “È il vero servizio pubblico, lo è sempre stato”.