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Festival di Sanremo 2012 – Tutti i video delle canzoni

Penalizzate da una scaletta davvero insulsa per la tutela dei cantanti, ecco tutte le canzoni di Sanremo 2012.

15 Febbraio 2012 03:53

Provocatoriamente, si diceva che al Festival di Sanremo 2012 le canzoni non ci sono state, penalizzate da una scaletta che le ha messe in secondo piano, duramente criticata, per esempio, anche da Enrico Ruggeri, che ha scritto: «Sono imbarazzato come operatore dello spettacolo e dispiaciuto per i miei colleghi che stanno aspettando la fine di questo delirio. Sono le 23.20 e hanno cantato in 6: è una sconfitta per la discografia e per la musica».
Eppure, le canzoni ci sono state eccome: su Festival.blogosfere.it, le pagelle, molto positive, di Fabio Fiume. Qui potete rivedere tutti i video. A partire da quello di Dolcenera, «Ci vediamo a casa», prima canzone in scaletta. Chiariamo subito tre cose. Primo: la scandalosa sospensione del voto ha almeno un merito. Quello della necessità del secondo ascolto, ché vatti a fidare del primo, in un Festival che fa di tutto per nasconderle, le canzoni. Secondo: personalmente, attendo di sentire le versioni su disco: ci sono brani per cui la versione orchestrale non c’entra nulla. Terzo: la musica italiana rappresentata dal Festival lascia a casa, immotivatamente, una realtà musicale che meriterebbe il grande pubblico. E, no, anche se gli autori l’hanno scritto ovunque, non c’era niente di rock, nel Festival.

Ciò detto, riascolterei volentieri, senza orchestrona, Nanì (Carone-Dalla), per esempio. Che va a finire che è persino un buon pezzo. E mi piacerebbe sapere com’è davvero la canzone di Bersani. I Marlene Kuntz sono arrivati in un posto che non è il loro e non si capisce perché non abbiano fatto il loro (arrangiamento orchestrale incomprensibile): bocciati. Emma fa la pasionaria ma ha un pezzo furbetto e pretenzioso, post-sessantottino sul male di vivere d’oggi: effetto-Celentano. Dolcenera, altro testo proto-impegnato, passa inosservata (pensare che prometteva bene, ma qualcuno dica agli autori che, no, non sta conquistando l’Europa). Renga (che non è rock) cita i Coldplay e si esaltano tutti, ma a me non basta. Chiara Civello, be’, visto che è la grande scommessa della direzione artistica, proprio non si capisce perché non abbia tirato fuori un’altra canzone, dal 2010 ad oggi. La Fornaciari è il più Grande mistero: che ci fa lì? Finardi ha un testo, una canzone da altro contesto. Da risentire, come quella della Zilli, anche se la personalità non è il punto forte di Nina. I Matia Bazar si esibiscono a un’ora indegna, ma è meglio così. Arisa fa una svolta, ma non è rock, e lascia un po’ spiazzati. Certo, è intonata. Noemi ha una canzone a due marce, va riascoltata. Il complesso, per quel che mi riguarda, non raggiunge la sufficienza nemmeno a stento. Ah, poi c’è la coppia D’Alessio-Bertè. Secondo la Snai, rischiano di vincere il Festival. Il che ha davvero dell’incredibile.

Samuele Bersani – Un pallone

Noemi – Sono solo parole

Francesco Renga – La tua bellezza

Chiara Civello – Al posto del mondo

Irene Fornaciari – Grande mistero

Emma – Non è l’inferno

Marlene Kuntz – Canzone per un figlio

Eugenio Finardi – E tu lo chiami Dio

Loredana Bertè e Gigi D’Alessio – Respirare

Nina Zilli – Per sempre

Pierdavide Carone (e Lucio Dalla) – Nanì

Arisa – La notte

Matia Bazar

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