Home Notizie Mauro Masi conduttore? Intanto dà a Santoro del mezzo uomo

Mauro Masi conduttore? Intanto dà a Santoro del mezzo uomo

L’ex direttore generale Rai condurrà un programma di 4 puntate sull’economia

pubblicato 11 Giugno 2011 aggiornato 5 Settembre 2020 05:47

Mauro Masi starebbe per firmare un contratto come conduttore tv. L’ex direttore generale Rai “è pronto a prendersi una rivincita su suo nemico numero uno di questi anni: Michele Santoro“. Così si vocifera sulle colonne del quotidiano Libero, dove si annuncia che Masi, neo amministratore delegato della Consap (concessionaria dei servizi assicurativi pubblici), è in trattativa per un nuovo format della prossima stagione tv.

Non in Rai, ma a Class CNBC, canale Sky prodotto da Class Editori – gruppo editoriale fondato da Paolo Panerai – in unione con il primo canale tv economico americano e in partnership con Dow Jones, General Electric e Mediaset.

Masi potrebbe condurre una trasmissione di quattro puntate per affrontarvi le grandi questioni dell’economia, alla luce della sua specializzazione post-laurea giuridica in materia economica con due master in Italia e all’estero, presso il Fondo monetario internazionale, e la sua esperienza in Banca d’Italia, da cui è avvenuto il suo sdoganamento come dirigente.

Per l’ex direttore Rai sarebbe un riscatto in piena regola, dopo il mancato contributo al programma di Sgarbi che – prima della nomina di Lorenza Lei– aveva personalmente sostenuto. Per non parlare della sfida – seppur nelle retrovie – lanciata a Michele Santoro.

Proprio a quest’ultimo Masi si rivolge – con i toni polemici di sempre – in un’intervista al Giornale. Qui ribadisce di non essersi pentito della telefonata in diretta ad Annozero, rispondendo per la rime alle provocazioni del giornalista nei suoi confronti:

“Ho trattato certi ‘intoccabili’ per quello che veramente sono. Individui che utilizzano la battaglia politica per ottenere più potere e più soldi. Lo scorso anno si trattava per un accordo che prevedeva l’utilizzo di Santoro comunque in Rai in altra veste e con un patto di non concorrenza. Si era definito un accordo di durata pluriennale, fino al 2014, per 14 milioni di euro per l’acquisto di fiction e docufiction, più la buonuscita di legge per il conduttore. Il rispetto della dignità e del mio ruolo e della funzione mi hanno impedito di agire come avrei voluto. Anche con un franco dibattito da uomo a uomo. Ma capisco che in questo caso è difficile perché per parlare da uomo a uomo bisogna essere in due uomini”.