Home Notizie La tv maschilista, la denuncia ed il silenzio nutrito di idee

La tv maschilista, la denuncia ed il silenzio nutrito di idee

Da un post di Georgia Luzi la denuncia di un certo tipo di ambiente nella tv di oggi, anzi di sempre

di Hit
pubblicato 4 Luglio 2020 aggiornato 21 Gennaio 2021 19:22

Ieri come oggi, avere coraggio significa per una donna pensare e scegliere con la propria testa, anche attraverso un silenzio nutrito di idee.

Così diceva la grande scrittrice Dacia Maraini ed un’altra grande donna del nostro paese, Rita Levi Montalcini, una che di strada ne ha fatta davvero tanta aggiungeva :

Le donne hanno sempre dovuto lottare doppiamente. Hanno sempre dovuto portare due pesi, quello privato e quello sociale. Le donne sono la colonna vertebrale delle società.

Che le donne debbano correre il doppio rispetto agli uomini è cosa risaputa, come chiosava la grande scienziata premio Nobel ed orgoglio del nostro paese. Spesso le realtà lavorative quotidiane fotografano questa cosa in maniera più o meno nitida e la difficoltà di rendere l’immagine quanto più chiara possibile è dovuta ad una situazione, non solo italiana, figlia di secoli e secoli di incrostazioni sociali. Anche il mondo della televisione -ovviamente- non può essere immune da tale situazione anzi, per tanti motivi, spesso ne amplifica le magagne. Dal movimento “Me Too” in poi, anzi diremmo dalla notte dei tempi, tutto questo è ben chiaro a tutti.

La paura, il bisogno e la necessità di lavorare, la voglia di esserci di non dare tutto in mano a chi si comporta in maniera prevaricatrice, sovente porta al silenzio, quello accennato da Dacia Maraini. E’ la via più breve, forse la più indolore per cercare di lottare, cercando di scambiare uno schiaffo come un colpo di vento che ti fa girare lo sguardo dall’altra parte. E’ una forma di reazione anche quella, è un modo di lottare che porta però, dopo tante lotte, ad una stanchezza comprensibile e forse ineluttabile.

Le donne devono fare qualunque cosa due volte meglio degli uomini per essere giudicate brave la metà. Per fortuna non è difficile.

Diceva Charlotte Whitton e quanto è difficile darle torto, pur con tutte le eccezioni del caso, perchè mai niente è totalmente nero e mai niente è totalmente bianco. Tornando al mondo del lavoro e della televisione si inserisce un messaggio di Georgia Luzi, conduttrice televisiva che ha legato la sua immagine ad alcuni programmi di Rai1, partendo da Unomattina, fino a Storie vere e ai Raccomandati.

La Luzi che ormai da tempo non appare sulla tv generalista (l’abbiamo vista l’ultima volta nel programma di Fox life “Quattro mamme”) ha vergato un messaggio sul suo profilo Instagram in cui parla proprio di questo tema :

C’è chi sceglie il silenzio.
E chi decide di esporsi.
E ad entrambi va il mio rispetto.
Nella mia vita lavorativa ci sono stati periodi in cui ho accettato e subìto parole (e non solo) che forse avrei dovuto combattere ancor più energicamente di quanto abbia fatto. Anche se 1 metro e 60 di “bionditudine” non avrebbe spaventato nessuno. In quel momento…ho scelto di non “denunciare” almeno pubblicamente (ho continuato a lottare ogni giorno in silenzio, la testa non l’ho mai piegata). Sapevo a cosa sarei andata incontro e ho avuta paura. Paura di perdere il lavoro,di non essere creduta, di essere donna in un mondo di uomini. Perchè alle donne che scelgono di dire di “no” vengono fatte le pulci, ne vengono contestati i tempi e i modi (“come mai hai scelto di parlarne adesso e non prima?” “Ma non lo sai che i panni sporchi si lavano in casa???”) e così da vittime passiamo a carnefici. Queste persone sono le stesse che giustificano la propria condotta (meschina) con il “troppo amore” che mettono nelle cose che fanno. Il troppo amore…(un po’ come quelli che ti picchiano perché ti amano troppo). Quindi, quelli educati e perbene per far capire quanto ci tengono al proprio lavoro, devono insultare qualcuno. Quindi, vale tutto?! Eh no. Minacce, urla, parolacce non valgono. Arroganza, presunzione, violenza verbale,non valgono. E allora mi viene in mente quando un “collega” mi lanciò una sedia.
E solo per aver espresso il mio parere. Fortunatamente il “caro collega” aveva sì un ego spropositato, ma anche una mira scarsissima. Mi ribellai… e nel tempo ho pagato le conseguenze anche di quello.
Ancora oggi dà fastidio e fa paura che una donna abbia una testa pensante, abbia un’opinione e le sia data anche la libertà di poterla esprimere. Non permettete a nessuno di dirvi cosa potete o non potete dire, abbiate coraggio e siate gentili. Il loro “potere” è nulla di fronte alla vostra fierezza.
E invece delle lacrime di coccodrillo, basterebbe portare rispetto. Perché siamo tutti UGUALI.
P.s. ora direte che sto a rosicà in quanto attualmente non sto lavorando ad un programma; lo aggiungerò alla lista dei motivi per cui rimanere in silenzio.

Il discorso quindi è molto più ampio e attiene a quanto la donna nel lavoro e quindi anche in televisione (ambiente non propriamente femminile tranne rarissime eccezioni) possa avere voce in capitolo. Tanti sono i casi di questo tenore usciti attraverso la lente d’ingrandimento dei social, su alcuni dei quali hanno risposto anche consiglieri Rai con la consueta richiesta di denuncia e così torniamo all’inizio di questo post.

Chiudo con una frase della grande Mina, che si volle riferire ad un noto detto popolare :

Sto fatto che dietro un grande uomo c’è sempre una grande donna mi sembra una gran cretinata. E’ la solita storia che puzza di mancia, di gratifica natalizia, di carità, di bel gesto nei confronti di noi donne, esseri inferiori. Io mi sono rotta leggermente le palle. E dietro una grande donna c’è sempre chi o cosa? Solo se stessa, temo.

Ma sempre Mina diceva anche questo degli uomini :

Coraggio…