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Watchmen su Sky Atlantic, la recensione: un’altra prova d’autore di Lindelof

Su Sky Atlantic arriva Watchmen, serie tv tratta dalla graphic novel di Alan Moore e Dave Gibbons e scritta da Damon Lindelof, che propone una serie raffinata, attuale ma con uno sguardo alla fonte letteraria d’origine

pubblicato 20 Ottobre 2019 aggiornato 3 Febbraio 2021 13:28

Tra attualità e finzione, letteratura ed etica, giallo e black humor, e gli immancabili -per la nostra era- supereroi. E’ davvero difficile inserire il Watchmen di Damon Lindelof dentro una specifica categoria, tanto è il materiale proposto nel corso degli episodi di questa nuova rivisitazione della celeberrima graphic novel firmata da Alan Moore e Dave Gibbons.

Sarà anche questo uno dei motivi per cui il suo Watchmen non può non passare inosservato. In onda dalla notte tra il 20 e 21 ottobre 2019 su Sky Atlantic in versione originale, riproposto poi ogni lunedì alle 21:15 con i sottotitoli e dal 28 ottobre doppiato, Lindelof propone al pubblico un’esperienza unica nel suo genere, forte dei suoi precedenti lavori televisivi.

C’erano una volta i Watchmen

L’autore di Lost e The Leftovers non ha semplicemente portato in tv un adattamento della graphic novel, cosa già accaduta al cinema dieci anni fa al cinema con Zack Snyder. Lindelof prende il materiale di Moore e Gibbons e lo utilizza come base di partenza per un nuovo racconto.

Siamo così ai giorni nostri, in un’America, però, alternativa, in cui gli Stati Uniti hanno vinto la Guerra del Vietnam e Robert Redford (sì, proprio l’attore) è Presidente degli Stati Uniti. Ma, soprattutto, tre anni prima le Forze dell’ordine sono state vittime di un duro attacco messo a segno dei suprematisti bianchi del Settimo Cavalleria, un gruppo di persone che si celano dietro delle maschere che ricordano quella di Rorschach.

La “Notte Bianca”, così fu rinominata, costrinse i Poliziotti a dover lavorare indossando delle maschere gialle, o comunque a non rivelare la propria identità, per la sicurezza loro e dei familiari. Ed i Watchmen? La serie è ambientata anni dopo la conclusione della graphic novel: non solo resta l’idea del vigilantismo inteso come attività illegale, ma Lindelof mette qua e là qualche omaggio, con riferimenti, ad esempio, a Dr. Manhahttan e la presenza di alcune figure che i fan della storia precedente riconosceranno.

In un clima di terrore e di tensioni agisce una nuova vigilante, Sister Night, dietro cui si cela l’ex poliziotta di Tulsa Angela Abar (Regina King). A seguito di una sparatoria, lei ed il Capo della Polizia Judd Crawford (Don Johnson) investigheranno nel timore che il Settimo Cavalleria possa essere tornato in azione. A Tulsa arriva anche l’agente dell’Fbi Laurie Blake (Jean Smart), donna dal passato glorioso ed ora al lavoro sul caso di un macabro omicidio.

La lezione di The Leftovers per Lindelof

Prima di dedicarsi a Watchmen, Damon Lindelof per la Hbo aveva lavorato a The Leftovers. Anche in quel caso, uno show la cui fonte originaria era un’opera letteraria ma che dopo una prima stagione non del tutto convincente si era decisamente ripreso con la seconda e terza stagione, con episodi estremamente toccanti e scritti magistralmente.

Con Watchmen, Lindelof sembra aver imparato la lezione: il problema della prima stagione di The Leftovers era stato un attaccamento eccessivo al libro. Esaurito il suo contenuto, l’auto ha potuto volare in alto raccontando una storia secondo le sue condizioni. Lo stessa sembra aver fatto per Watchmen: lo sceneggiatore aggira il rischio di delusione da parte dei fan più accaniti della graphic novel ed evita di rifare quanto Moore e Gibbons già avevano fatto su carta.

Il suo Watchmen, piuttosto, è un’espansione di quel mondo, da cui non si discosta per alcune tematiche ma che su altri fronti si prende tutte le libertà legittime per costruire un racconto inedito. Il risultato funziona, eccome: Watchmen è una gioia per gli occhi e per l’intelletto, è un racconto costruito su più piani che offre al pubblico differenti punti di vista e che lo costringe, nella migliore delle tradizioni moderne della serialità cult, a seguire ogni episodio con la stessa attenzione per poter ricomporre il puzzle utile per avere un quadro completo di personaggi ed azioni.

Quell’inquietudine che si fa tempo presente

Ma Watchmen, tolti i riferimenti alla fonte originale, le sceneggiature e le musiche curate da Trent Reznor ed Atticus Ross, ha anche dell’altro da offrire. Pur essendo ambientato in un’America alternativa, Lindelof ha lasciato che la storia fosse il più aderente possibile ai tempi moderni ed alle inquietudini che essi si portano dietro.

C’è tanta paura, in Watchmen: paura per il diverso, per gli estremismi, per l’ignoto. Una sensazione di spaesamento che, così come la storia si compone episodio dopo episodio, si va a comporre nell’arco della stagione in cerca di una risoluzione. Non c’è buonismo, ma c’è un black humor che ci mette di fronte ad un’era buia, senza controllo, in cui se neanche dei vigilanti ci si può fidare, allora serve davvero cambiare le cose.

Watchmen, streaming

E’ possibile vedere Watchmen in streaming su Sky Go e sull’app per smart tv, tablet e smartphone, oppure su NOW TV.

Sky Atlantic