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Radio2 Social Club sbarca su Rai 2, Andrea Perroni a Blogo: “Una tv da ascoltare, una radio da vedere”

Il conduttore, che fa coppia fissa con Luca Barbarossa, presenta a Blogo la versione televisiva del live show di Rai Radio 2, in onda su Rai 2 da lunedì 16 settembre

pubblicato 14 Settembre 2019 aggiornato 30 Agosto 2020 14:14

È uno dei live show più ascoltati della radiofonia italiana, pronto ora a sbarcare anche in televisione. Si tratta di Radio2 Social Club, che in occasione della ripartenza della stagione televisiva autunnale, incontra lo schermo e diventa il programma del buongiorno di Rai2. Infatti, dal lunedì al venerdì, Radio2 Social Club continuerà ad andare in onda su Rai Radio2 alle 10.35, mentre su Rai2 lo show sarà trasmesso dalle 8.45. Squadra che vince non si cambia, nemmeno se ci si sposta in video: a guidare la band di Stefano Cenci e la voce di Frances Alina Ascione, i due mattatori di sempre, Luca Barbarossa e Andrea Perroni. A poche ore dall’esordio, Blogo ha intervistato il comico romano per conoscere i dettagli del nuovo esperimento radiovisivo e le sue ambizioni professionali.

Da molti anni in onda in radio, ora l’arrivo in televisione: cambierà qualcosa nell’adattamento per il piccolo schermo, soprattuto dal punto di vista della produzione e delle scelte?

Cambiare sarebbe snaturalizzare il programma. Il tentativo che si vuole fare è di portare la radio in tv, nel rispetto del programma e delle sue dinamiche, conservando anche quelle sporcature naturali tipiche ella radio. Se non fosse stato così, non avrebbe mantenuto “Radio” nel titolo. In un club può accadere di tutto, non c’è alcuna chiusura a nessun tipo di espressione artistica. Siamo aperti a qualunque tipo sperimentazione ed incontro, come abbiamo dimostrato negli anni: abbiamo “lanciato” per primi artisti come LP, Joan Thiele e continueremo a farlo. Ma da noi sono passati anche mostri sacri come James Taylor, Francesco De Gregori e Lucio Dalla. 

L’esperienza televisiva la inaugurano Fiorella Mannoia e Irene Grandi, invece.

Apriamo con due amiche del club. A differenza di quanto avviene spesso in televisione, spesso schiava degli ascolti e di dinamiche complesse, in radio può accadere di tutto. Paradossalmente, sono entrato in contatto con più artisti in questi anni di radio di quanti ne avrei potuti incontrare in vent’anni di televisione, dove tutto è più rapido. Il rapporto di stima reciproca che lega me, Virginia Raffaele e Renzo Arbore poteva nascere solo a Social Club. Quando un ospite comincia ad essere frequentatore assiduo di una trasmissione, nasce qualcosa di più. Si costruiscono rapporti genuini. De Gregori non ha bisogno nemmeno di bussare, entra dalla porta principale e fa come a casa sua.

È nata da te e Luca Barbarossa l’idea della versione tv della trasmissione?

Abbiamo sempre sognato che qualcuno portasse Social Club in televisione, ma non lo abbiamo mai chiesto a nessuno. È stata una bella intuizione del direttore di Rai2 Carlo Freccero. Sono legato a lui, sia dal punto di vista umano – è stato mio docente universitario ai tempi del DAMS -, sia perché ricambio la stima che ha dimostrato nei miei confronti. Un grande uomo di televisione, che se ha un’idea, la porta avanti, indipendentemente da quanto potrà rimanere in carica. La stessa cosa è accaduta con la direttrice di Rai Radio 2, Paola Marchesini, che con grande fatica è riuscita a dare alla radio una propria identità, seguendo le orme di chi l’ha preceduta, come Flavio Mucciante: Radio2 Social Club è nato con lui. Farebbe bene alla televisione se ci fosse una continuità nei direttivi, per permettere alle idee e progetti di svilupparsi e stabilizzarsi.

E l’idea alla base di Radio2 Social Club in tv è di dar vita a “una tv da ascoltare, una radio da vedere”. A quale pubbico puntate?

Non ci siamo mai messi limite di pubblico. La grande qualità dell’intrattenimento è di riuscire a parlare a tutti. Rosario Fiorello ha sempre fatto così, non è mai andato a cercare linguaggi specifici. Non serve. La nostra è una radio per tutti, per chi ama la musica, l’intrattenimento, lo scherzo. Non ci prendiamo mai sul serio, e l’ospite lo sa. Con Ultimo ho duettato cantando le frasi del foglietto illustrativo dell’Oki, Nella puntata registrata che andrà in onda lunedì, abbiamo fatto partecipare Fiorella Mannoia a una challenge: cantare canzoni straniere, traducendole in italiano alla lettera. Let it be è diventata Lascia sta’.

A proposito di puntate registrate, in televisione andranno in onda gli show trasmessi in radio il giorno prima. Andare in video in differita, coi podcast già caricati su RaiPlay Radio, non vi azzoppa?

La televisione entra in aiuto di chi vuole vedere che cosa succede in radio, come viene realizzato un programma, l’espressione di un artista e le imperfezioni che sono proprie del mezzo: i fogli tenuti in mano, gli appunti presi estemporanei, le improvvisazioni. Non è detto poi che, anche nell’epoca dei supermegasocial, ci siano quelli che in radio ci seguono con attenzione, come se sentissero delle intercettazioni. C’è chi ascolta di sfuggita e magari vuole vedere il video, l’intesa concreta tra gli artisti chi si esibiscono. I filmati aiutano inoltre a diffondere i contenuti sul web. Per il pubblico televisivo verrà fatto un lavoro di editing. Radio e tv rimarranno comunque due realtà ben distinte, non si snaturalizzeranno: è la televisione che bussa la porta della radio, che a sua volta le apre e le fa accendere le telecamere. Probabilmente la televisione si prenderà anche delle licenze per mandare dei contributi originali, ma niente spoiler!

Non è una novità la radiovisione. Grandi network privati hanno raccolto la sfida con successo negli anni passati, come RTL 102.5 e Radio Deejay.

Tutte quante realtà davanti alle quali mi tolgo il cappello. Hanno fatto un’ascesa incredibile negli anni, mantenendo una linea editoriale ben definita grazie al lavoro di una direzione che ha saputo portare avanti un disegno preciso. Penso alla grande attitudine di Linus, la sua conoscenza della materia. C’è da dire, però, che noi siamo servizio pubblico, non dobbiamo dimenticarlo.

Televisivamente parlando, la coppia Perroni-Barbarossa nemmeno è nuova: vi abbiamo visto durante Ecco Sanremo Giovani lo scorso anno. Com’è andata l’esperienza? Riproporreste la coppia fuori dal Social Club?

Io e Luca siamo una coppia molto rodata e rispettiamo i nostri ruoli. Abbiamo capito chi deve fare cosa nel tempo. Entrambi abbiamo carriere a prescindere dalla radio, ma è inevitabile che partiremmo agevolati se ci fossero delle proposte di collaborazione. Al tempo stesso, non ci sarebbe invidia reciproca se dovessero concretizzarsi progetti singoli per me e per lui. È un’unione che sta crescendo sempre di più, umanamente e professionalmente. C’è grande stima tra di noi, anche quandos punta qualche difficoltà di normale amministrazione, utile per aggiustare il colpo. Dose e Presta de Il ruggito del coniglio ci insegnano veramente tanto, sono il fiore all’occhiello della radiofonia italiana. Hanno creato un colosso, una roba da insegnare nelle università.

Parlavi di proposte singole. Ne sono arrivate nel tempo, anche dopo l’esperienza di Fan Caraoke del 2018?

Le proposte e i progetti non sono mai mancati, ma quando i progetti non sono giusti, meglio lasciare stare. Un’attesa intelligente, unita allo studio di ciò che interessa al pubblico, è una strada per me giusta da percorrere. Sono felice di godere della stima di tante persone e questo vale più di avere un programma tutto mio. Sto crescendo come uomo di spettacolo anche nei live, così da avere la possibilità di scegliere cosa fare meglio. Certo è che se una cosa non la so fare, non la faccio. E la radio mi sta aiutando a capire quale strada devo intraprendere. Fan Caraoke? Non è uscito come avrei voluto, ma ci passo sopra. Se volessero rifarlo, sarei felice.