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I fantasmi di Portopalo, fiction Rai1: conferenza stampa con Beppe Fiorello

I fantasmi di Portopalo: la presentazione della miniserie di Rai1

pubblicato 16 Febbraio 2017 aggiornato 9 Novembre 2020 15:44

  • 12.55

    Inizia la conferenza.

  • 12.56

    Sono presenti in sala anche Carlotta Sami, portavoce UNHCR, che ha patrocinato la fiction, il portavoce della Guardia Costiera, Barbagallo, assessore della Regione Sicilia e Salvo Lupo, il vero pescatore della storia, interpretato da Beppe Fiorello.

  • 13.01

    Il direttore di Rai Fiction Andreatta: “Questa miniserie rientra a pieno titolo nelle storie civili importanti che Rai Fiction e Rai1 hanno deciso di raccontare. Sono storie di spessore, raccontano di eroi, di persone che hanno fatto una scelta etica nella vita. Sono figure istituzionali come Boris Giuliano, sono persone come Roberto Mancini che hanno portato il loro compito fino alla fine. Storie come quelle di un cittadino, di una persona comune, come Salvo Lupo”.

  • 13.03

    Andreatta: “Questa storia racconta la responsabilità individuale: dare giustizia ai morti. È un coraggio profondo, è il coraggio di Antigone”.

  • 13.04

    Andreatta definisce “grande regalo” la popolarità di Fiorello, che permetterà di raccontare questa storia: “È un attore che ha scelto di interpretare storie sempre più difficili e complicate”.

  • 13.05

    Andreatta: “Beppe ha scelto di regalare la propria popolarità per farsi veicolo di storie difficili”.

  • 13.05

    Andreatta spiega che un altro tema di cui parla la fiction è la giovinezza, perché i migranti sono giovani. E ricorda che la storia è vera e che il comandante del cargo e i trafficanti sono stati condannati.

  • 13.06

    Andreatta: “La regia di Angelini è secca, non indugia sul patetismo né sulla commozione. Ma è toccante e profonda”.

  • 13.07

    Il produttore Sessa: “Da diversi anni con Beppe abbiamo iniziato un percorso di lavoro per far conoscere grandi storie di gente comune. Siamo partiti da Maddaloni a Scampia, quindi Franco Di Mare, poi Mancini nella terra de fuochi”.

  • 13.08

    Sessa racconta che Fiorello si presentò sul set della fiction su Mancini con il libro dedicato proprio alla vicenda di Portopalo.

  • 13.09

    Sessa spiega che Fiorello e Lupo (il pescatore protagonista) si conoscono perché l’attore l’estate va in vacanza proprio a Portopalo.

  • 13.09

    Fiorello firma anche soggetto e sceneggiatura.

  • 13.10

    Fiorello: “Ho scoperto il libro di Bellu, ne sono rimasto affascinato per alcuni elementi: il naufragio, la tragedia, il fatto che sia stata la madre di tutti i naufragi. Mi ha affascinato anche il naufragio dell’anima. Volevo raccontare questa storia per chiarire delle cose. L’eroe è stato solo Salvo Lupo, è vero, ma quella degli altri pescatori siciliani non fu omertà, ma paura. Paura di gestire una situazione troppo grande. Le istituzioni non dettero una mano”.

  • 13.13

    Fiorello: “Non era facile raccontare la storia di un naufragio, perché qui non si salva nessuno, non c’è un salvataggio. Raccontiamo l’impegno civile dei cittadini, quanto è importante dire sempre la verità”.

  • 13.14

    Fiorello spiega che la genesi è durata molti anni perché “non ci convinceva” del tutto: “L’argomento non è facile da strumentalizzare in un momento così”.

  • 13.15

    Fiorello: “Sono contro la gestione dell’immigrazione fatta di muri. Ma qualcuno mi dirà ‘allora portateli a casa tua, visto che sei ricco e famoso’. Non c’è una soluzione politica. L’immigrazione non è un problema, se gestito bene. Certo, se li lasciamo stipati in delle palestre allora diventano braccio armato per spaccio e violenza”.

  • 13.17

    Carlotta Sami, portavoce UNHCR, che ha patrocinato la fiction: “È una storia che ci permette in maniera perfetta di trasmettere un messaggio umano, che va oltre le accuse di intellettualismo”.

  • 13.20

    Battiston, che interpreta il giornalista che indaga sulla vicenda: “Beppe è stato trascinante, ha condiviso una urgenza con tutti. È vero, non prendo parte spesso a progetti televisivi. Questa era una bella storia da raccontare. È un brutta storia, ma necessaria. La tv deve raccontare storie che aiutino la gente a riflettere. Questo film parla del punto di vista della gente”.

  • 13.21

    Battiston: “Il film non è un antidoto alla paura, ma racconta che la paura è la reazione più facile di fronte a fenomeni come questi. Nel film si parla di ragazzi che potrebbero essere i nostri figli”

  • 13.23

    Roberta Caronia interpreta Maria, la vera moglie di Salvo Lupo. La signora è presente in sala. L’attrice: “Per me è strano interpretare persone vere, io faccio prevalentemente teatro”.

  • 13.26

    Caronia, che è siciliana: “La nostra è un terra di accoglienza. La storia racconta anche come in una famiglia può essere esplosivo il desiderio di dire ‘noi abbiamo visto, noi sappiamo’”.

  • 13.27

    Angelini spiega che nella prima puntata della fiction viene raccontato l’elemento umano: “Non sono un regista d’azione, quando mi hanno detto che ci sarebbe stato molto mare, ero preoccupato. Noi raccontiamo la storia come fosse in diretta; i primi a subire la storia sono i pescatori di Portopalo e noi raccontiamo le loro reazioni”.

  • 13.29

    Bellu, giornalista autore del libro da cui è liberamente tratta la fiction: “Trasposizione mi convince? Sì, c’è stato un momento in cui avevo deciso che non avrei mai visto la fiction; ero in apprensione, immaginavo che fossero inevitabili delle semplificazioni, le temevo; invece, l’essenza della storia è pienamente restituita”.

  • 13.31

    Bellu: “Questa è una operazione coraggiosa, perché il tema non è facile da divulgare”.

  • 13.33

    Bellu spiega che la fiction è una sorta di rifacimento per Salvo Lupo.

  • 13.35

    Bellu: “Su Battiston (che lo interpreta) non dico nulla, gliel’ho detto personalmente”.

  • 13.36

    Nella fiction si critica la Chiesa omertosa? Andreatta: “Non c’è nessuna critica alla Chiesa! Noi raccontiamo la storia di un parrocco che prende la posizione di difendere la comunità, tiene più all’ordine che al senso di giustizia che anima il protagonista”.

  • 13.38

    Perché i nomi dei personaggi sono stati cambiati? Sessa: “Beppe me lo chiede ogni volta. Lo facciamo per prudenza, in passato ci sono state persone che hanno sollevato problemi bloccando la messa in onda. Cambiare il nome è solo una precauzione, non toglie nulla alla forza e alla verità del racconto. Beppe non è di questo avviso”.

  • 13.38

    La comunità di Portopalo ha già visto il film? Fiorello: “Mi aspettavo che ci fosse curiosità essendo Portopalo un piccolo Paese. Invece nulla, non c’era neanche un portopalese sul set. Ci hanno portato rispetto.”

  • 13.41

    Fiorello: “Non si può dire che il mestiere di attore è faticoso, perché non è popolare dirlo. Invece, devo dire che questo è stato un lavoro molto complicato. Girare in mare non è facile”.

  • 13.42

    Fiorello racconta che quando è stata girata la scena del ritrovamento di pezzi umani in una rete nel mare un pescatore si è commosso.

  • 13.43

    Fiorello: “Cosa mi ha lasciato questo personaggio? L’idea di Un uomo che è stato costretto a lasciare il lavoro che amava”.

  • 13.45

    Fiorello: “Io sono felice che le mie fiction facciano ascolti, ma non è solo merito mio… e poi sono scaramantico”.

  • 13.46

    Fiorello: “Sanremo? Ma tu sei pazza? Davanti a centinaia di morti tu parli di Sanremo? Sì, lo farei, ma a patto che ad ogni serata al mio fianco ci sia la rappresentazione umana di personaggi della società civile che tentano di fare dell’Italia un Paese migliore. E questo Festival lo ha fatto”.

  • 13.47

    Finisce la conferenza.

Sta per iniziare nella sede Rai di Roma a Viale Mazzini la conferenza stampa di presentazione di I fantasmi di Portopalo, la fiction con Giuseppe Fiorello, Giuseppe Battiston, Roberta Caronia e Angela Curri in onda su Rai1 lunedì 20 e martedì 21 febbraio alle 21.10. Blogo seguirà l’incontro in liveblogging.

I fantasmi di Portopalo, una coproduzione Rai Fiction-Picomedia (Roberto Sessa), in collaborazione con Iblafilm, è liberamente tratto dall’omonimo libro di Giovanni Maria Bellu. La regia è di Alessandro Angelini.

La vicenda raccontata è quella del più grande naufragio della storia del Mediterraneo dalla fine della seconda guerra mondiale fino a quei giorni, avvenuta la notte di Natale del 1996, nel Canale di Sicilia. Nel tentativo di sbarcare in Italia, circa 300 clandestini di origine indiana, pakistana e tamil muoiono perché la carretta del mare sul quale erano imbarcati affonda improvvisamente.

La tragedia passa quasi sotto silenzio, fino al 1997 quando dalla Grecia arrivano le prime denunce.