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Roma violenta? E’ colpa anche di Romanzo Criminale

E’ anche colpa di Romanzo Criminale. Questa una delle osservazioni contenute nell’analisi socio-politica del sindaco di Roma Gianni Alemanno a proposito dell’ondata di violenza fra ragazzini armati di coltello nella capitale. Ma prima di commentare, leggiamo insieme le dichiarazioni del sindaco: L’avevo detto fin dall’inizio che alcune operazioni culturali come la serie tv Romanzo criminale

4 Maggio 2009 15:09


E’ anche colpa di Romanzo Criminale. Questa una delle osservazioni contenute nell’analisi socio-politica del sindaco di Roma Gianni Alemanno a proposito dell’ondata di violenza fra ragazzini armati di coltello nella capitale. Ma prima di commentare, leggiamo insieme le dichiarazioni del sindaco:

L’avevo detto fin dall’inizio che alcune operazioni culturali come la serie tv Romanzo criminale o altre simili non aiutano, hanno lanciato delle mode, degli atteggiamenti e dei modi di fare sbagliati. I giovani, invece non vanno lasciati da soli, faremo tutto il possibile per stare nelle periferie.

L’emulazione, dunque, secondo Alemanno, sarebbe, se non una causa, quantomeno un’aggravante della situazione. La cosa, francamente, ci fa un po’ sorridere. Quantomeno perché propone un punto di vista della realtà che potremmo definire abbastanza distorto. Narrazioni di battaglie, di guerre, di lotte armate, di scontri fra buoni e cattivi fanno parte, da sempre, del patrimonio culturale dell’umanità tutta – scusate se la prendo alla lontana, ma è fondamentale per fare un po’ di chiarezza -, persino testi sacri a noi cari come la Bibbia contengono una buona dose di efferatezze e violenze (lo si sa, ad averla letta, ovviamente). E la televisione è un mezzo narrativo. Pop finché si vuole, di flusso finché si vuole, ma comunque narrativo.

Allora, a giudizio del sottoscritto, il discorso di Alemanno ha dei seri problemi di logica e di coerenza interna. Non si può sostenere che un’operazione di ottima fiction alimenti la violenza, perché questo vorrebbe dire negare l’essenza stessa dell’intrattenimento. Non si può sostenere che una serie tv introduca modi di fare sbagliati: se fosse vero, se questo possa essere vero in qualche modo lontanissimo e a me oscuro, significherebbe solamente che è il substrato sociale a essere già fortemente problematico. E nel mio immaginario, il dovere di un sindaco è quello di occuparsi del substrato sociale.