Home Notizie Hannibal, Bryan Fuller contro le scene di violenza sessuale in tv (ma difende Game of Thrones)

Hannibal, Bryan Fuller contro le scene di violenza sessuale in tv (ma difende Game of Thrones)

Il creatore di Hannibal Bryan Fuller spiega come mai non voglia all’interno della sua serie tv scene di violenza nei confronti delle donne, ma spiega anche che gli autori di Game of Thrones, in una scena contestata nelle settimane scorse, avevano ragione

pubblicato 1 Giugno 2015 aggiornato 2 Settembre 2020 14:16

La terza stagione di Hannibal, in onda sulla Nbc a partire da giovedì prossimo, introdurrà il personaggio del serial killer Red Dragon, interpretato da Richard Armitage. Un personaggio tratto dai romanzi di Thomas Harris da cui, a sua volta, è tratta la serie tv, e che ha messo in difficoltà il creatore dello show Bryan Fuller. Nei libri, infatti, l’assassino commette anche degli stupri nei confronti dei cadaveri di alcune donne. L’autore, però, si è imposto un’autocensura nei confronti di scene di violenza sessuale, dal momento che le considera eccessivamente presenti in tv.

Fuller, intervistato da Entertainment Weekly, ha spiegato come mai preferisca evitare di raccontare una storyline come questa nel telefilm:

“E’ uno degli elementi dello show che volevo davvero evitare. Sono ovunque in televisione, e c’è una serie tv (Law and order: unità speciale, ndr) sugli stupri. E’ stato difficile avvicinarsi alla storyline di Red Dragon, perchè i crimini che Francis Dolarhyde commette [nei romanzi] includono gli orribili stupri di cadaveri. Nel preparare la storyline di Red Dragon, mantenerla veritiera rispetto al romanzo ma non enfatizzare l’aspetto lucrativo della violenza sulle donne è diventata una sfida. E’ stata una sfida nel senso di mantenere la nostra promessa [di non raccontare stupri] al nostro pubblico -che è prevalentemente femminile- ed anche essere al servizio del romanzo. Non enfatizzare le donne violentate e rendere più evidenti i crimini contro la famiglia della vittima è diventata una materia complicata. Non volevamo glorificarlo -beh, non ‘glorificarlo’, perchè non credo che nessuno dei procedurali stia davvero ‘glorificando’ lo stupro. Ma è esplorato così frequentemente che raramente è credibile”.

Per Fuller, quindi, la violenza sessuale in televisione è un tema che viene sfruttato soprattutto per comodità:

“Ci sono degli esempi frequenti di stupri raccontati a scopo lucrativo, come un frutto che si raccoglie facilmente per stupire il pubblico. La ragione per cui lo stupro sia spesso utilizzato è perchè è una cosa orribile che accade. E’ qualcosa da cui non si può trarre intrattenimento per uno spettatore -ed io sono il primo spettatore di Hannibal. Il mio ruolo, in quanto showrunner, è voler guardare ciò che ho scritto. E se qualcosa sembra non necessario, lo evito. ‘Un personaggio viene violentato’ è una storia molto facile per un drama. E viene raccontato con una serie di situazioni che sono drammaticamente ed emotivamente elevate. Credo che non sia un’idea necessaria per la maggior parte dei procedurali. Ci si riduce ad usare abbreviazioni, e non credo che ce ne siano per quella violazione -è un tradimento incredibilmente personale ed intimo di qualcosa che dovrebbe essere positivo e salutare. Ed è frequentemente esplorato così sottilmente che non hai il tempo all’interno di un episodio di una serie tv di raccontare come sia essere la vittima di uno stupro. Continua ad apparire nei procedurali senza esplorare ciò che è successo. Tutti gli elementi strutturali di come raccontiamo un procedurale restringe il campo di efficacia nel raccontare come sia quel fatto. E lo dico essendo qualcuno che trae intrattenimento dal cannibalismo -c’è un’ironia nel cannibalismo che trovo orrenda e fantastica. Posso assolutamente parlare di cannibalismo e divertirmi. Ma lo stupro? Non così tanto”.

Questo non vuole dire, però, che il serial killer non commetterà violenze sessuali, semplicemente non andranno in onda:

“Dovrete leggere tra le righe. Li commette, è la ciliegina su una torta di mxxxa di crimini commessi contro una famiglia”.

Hannibal, d’altra parte, affronta tematiche altrettanto forti, che permettono di non dover trattare il tema delle violenze sessuali nel “ventaglio” dei crimini mostrati al pubblico:

“Prendo molto sul serio la questione di evitare questo evento raccontando cosa sia successo ai personaggi. E forse si potrebbe sbagliare. Se potessi metterci del mio, avrei esplorato questa violenza in maniera meticolosa lungo la serie. Ma ci sono altri elementi che sembrano fornire più intrattenimento per un membro del pubblico piuttosto che quello”.

La questione è emersa dopo il sesto episodio della quinta stagione di Game of Thrones, in cui –attenzione agli spoiler– il personaggio di Sansa (Sophie Turner), dopo essere stata costretta a sposare Ramsay Bolton (Iwan Rheon), viene violentata da quest’ultimo davanti a Theon Greyjoy (Alfie Allen). In molti hanno criticato la scena ed il fatto che la ragazza non reagisse, ma Fuller difende la decisione narrativa:

“Credo che sia stata trattata in maniera deliziosa, in fin dei conti. Si sarebbe potuta fare sulla tv generalista quella scena. In Game of Thrones, si sta raccontando un tempo in cui le violenze sono comuni. Ed in quel mondo le donne non hanno l’atteggiamento per poter resistere. Per quanto riguarda Sansa Stark, e quella scena in particolare, conosciamo Ramsay Bolton come un orribile trasgressore di tutto ciò che è umano -ciò che ha fatto a Theon Greyjoy fa parte della sua crudeltà. Quindi sembra organico a quel mondo -non solo cosa è successo a Sansa, ma anche [il tentativo di stupro di] Gilly (Hannah Murray). E’ come se fossimo in un mondo selvaggio, ed è il modo in cui hanno deciso di raccontare quella storia. Capisco perchè hanno preso le decisioni che hanno preso in ciò che hanno raccontato, quindi non posso criticarli per aver utilizzato quello strumento. Nel caso di Sansa Stark, è come se stessero pensando alle conseguenze che avrà, a qualche terribile lezione che deve imparare sul patriarcato che la circonda – come Ditocorto (Aidan Gillen) sapendo cosa potrebbe accadere la potrebbe forzare a cercare una drastica vendetta [contro i Bolton] che potrebbe avvantaggiarlo. Se fossi stato lo sceneggiatore di Game of Thrones avrei preso la stessa decisione? Non ne ho idea. Ma per quanto riguarda il momento in cui mi approccio ad una storia in Hannibal e vedo ciò che non mi piace nelle altre serie, è più facile per me dire che non voglio quell’aspetto nello show che sto realizzando”.