Home Notizie La tempesta, il ciclo Purchè finisca bene si conclude in salita, con una storia leggera, non banale e ben recitata

La tempesta, il ciclo Purchè finisca bene si conclude in salita, con una storia leggera, non banale e ben recitata

La tempesta è un film-tv che riesce a divertire con una storia in un contesto realistico, affrontando vari temi con un buon cast ed una storia che va oltre il buonismo di altri film-tv

pubblicato 28 Aprile 2014 aggiornato 3 Settembre 2020 05:06

“La tempesta” permette al ciclo “Purchè finisca bene” di chiudere su una nota positiva: il film-tv di Fabrizio Costa si allontana dalla banalità dei precedenti film-tv di Raiuno che, volendo mostrare situazioni ironiche a tutti i costi, si ritrovavano ad avere problemi con la giusta dose di commedia da fondere al contesto attuale di un’Italia alle prese con le difficoltà economiche.

La fiction è forse la meno realistica tra quelle proposte: il protagonista Paolo (un bravo Giovanni Scifoni) si deve occupare di Natoli (Leonardo della Bianca), bambino bielorusso da poco adottato dal fratello scomparso durante uno tsunami mentre era ai tropici. Ad aiutarlo, Manuela (Nicole Grimaudo), operaia dell’azienda di proprietà del fratello di Paolo, che ora deve occuparsi anche dei conti della società e della necessità di fare dei tagli tra i dipendenti.

“La tempesta”, così, riesce a trattare diversi argomenti: la difficoltà dell’integrazione di un bambino straniero tra i suoi coetanei, la necessità di un ragazzo che non ha mai voluto crescere di assumersi delle responsabilità, la visione di due stili di vita che contrastano ma che rappresentano due modi diversi di pensare.

Non si tratta di una fiction che ci rivela nulla di nuovo, ma sicuramente, grazie ad un cast azzeccato (tra cui anche Nino Frassica), riesce a tenere sveglio il pubblico, che finalmente può vedere una storia facile ma al tempo stesso non banale o scontata. A permettere il buon esito di questo film-tv c’è sicuramente la volontà, più che nelle altre fiction del ciclo “Purchè finisca bene”, di andare seriamente oltre le storie canoniche della fiction italiana: non ci sono battute imbarazzanti nè forzature di regia, ma il coraggio di declinare il tema della crisi, con un product placement presente e non fastidioso, ma senza perdere il sorriso.

Così, con “La tempesta” il ciclo di film-tv dedicati al Nord Italia finisce davvero bene: se i primi quattro film-tv potevano sembrare più forti hanno deluso (chi più chi meno) per la mancanza di attinenza al loro vero obiettivo, quello di raccontare la crisi senza cadere nel dramma ma riuscendo a portare in tv una ventata di ottimismo. Il senso di allegria non è mancato, ma non si è andati oltre: “La tempesta”, invece, riesce a strappare qualche risata superando il limite del buonismo e puntando ad un effetto più crudo e funzionale ad una trama diversa dalle solite.


La tempesta